Il tempo bambino
Letteratura italiana
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L'orologio dell'anima
Che dire di questo romanzo: da un lato si legge d’un fiato, è un’ottima prova di scrittura, dall’altro la metafora usata da Simona (se di metafora si tratta) lascia sconcertati e necessita di una interpretazione che tolga il lettore dal disagio di alcune pagine.
L’argomento è la sofferenza che si trasmette di madre in figlio come una piaga, come una tara. Le madri infelici diventano untrici per i propri figli, esigono che i figli non siano più felici di loro, diventano castranti. La madre del protagonista, Mr Giovedì, è particolarmente terribile perché continua a tormentarlo anche da morta. Per questa donna, molestata da bambina da un amico dei genitori (attirandola con un orologio d'oro) davanti agli occhi ciechi di tutta quanta la famiglia non c’è nessuna compassione da parte di Simona. La donna ha un profondo e comprensibile rancore verso la famiglia che non ha guardato e non ha voluto vedere. Ha preferito pensare che lei sia nata depravata, che l’amico di famiglia sia stato sedotto da lei bambina, e che il figlio, cioè Mr Giovedì, sia il frutto della sua depravazione. In ogni caso alla donna viene comprato dalla famiglia, interessata solo alle apparenze, un marito di 35 anni più vecchio che la tenga a bada nelle sue intemperanze in cambio di una rendita. Un orologio d’oro è anche il regalo di Natale dei nonni a Mr Giovedì bambino, regalo simbolico, subito rotto dalla madre. Simbolico del destino che lo attende, non diverso da quello della madre, e del tempo interno che è stato bloccato, lasciando Mr. Giovedì fermo all’età della rottura dell’orologio.
In questa premessa sorprende il fatto che Simona abbia ben poca compassione per la madre di Mr. Giovedì che pure ha avuto una vita terribile, mentre cerca di capire Mr Giovedì e i danni provocati dalla figura materna, trattando i suoi pensieri e il suo mondo con grande empatia pur senza nascondere nulla al lettore delle sue pulsioni sessuali e del suo interesse per le bambine. Nascono appunto da qui alcune pagine disturbanti. Il mondo che ci presenta Simona è un mondo rovesciato come quello di Alice dove niente è al suo posto, dove i bambini sembrano grandi e gli adulti, soprattutto Mr Giovedì, bambini. C’è l’esigenza di Simona di mostrare Mr Giovedì per quello che è ma comunque di salvarlo. Viene introdotto un altro personaggio, Regina, la bambina-adulta che ha un rapporto d’amore-seduzione con Mr. Giovedì e che si rivela alla fine un’altra delle sue allucinazioni. La vera bambina è morta e non ha ricevuto da nessuno, nemmeno da Mr Giovedì, l’aiuto di cui aveva bisogno. Perciò il suo desiderio di essere bella, di sedurre si spiega con il desiderio di recuperare il tempo che le manca e che le è stato sottratto con la poca cura di cui è stata oggetto da viva così come tanti bambini non ricevono l’aiuto degli adulti nel momento in cui gli serve. Simona vuole che vengano riparati tutti gli orologi ma non quelli da polso bensì gli orologi simbolo dell’anima. Ogni orologio deve essere rimesso in asse con il tempo esterno, l’infanzia rubata deve essere restituita, la sofferenza patita perdonata e dimenticata per poter mandare avanti le lancette dell’anima propria e altrui. Se il contenuto del romanzo non è banale, tuttavia restano impresse al lettore alcune scene e la descrizione nei dettagli delle pulsioni di Mr Giovedì verso le bambine. Simona è riuscita a immedesimarsi in modo davvero incredibile nell’uomo, perversioni comprese, con il desiderio di tirarlo fuori dal tunnel della sua anima scovando il buono che c’è in lui. Non so, non è materia di discussione letteraria, ma viene da pensare che Simona sappia bene di cosa parla e che abbia avuto dentro di sé l’urgenza di salvare un suo Mr Giovedì e di sottolineare il suo lato umano e di trasformare con la bacchetta magica della scrittura il male in qualcosa di buono o almeno di bello.
Indicazioni utili
Il libro è decisamente bello con scene pedofile che però potrebbero risultare disturbanti per alcuni lettori. Bisogna andare al di là della lettura letterale e immediata e capirne il senso.
Orologi e solitudine
Simona Baldelli torna in libreria con un secondo romanzo dopo il brillante esordio di “Evelina e le fate”.
“Il tempo bambino” è un romanzo a suo modo complicato, un romanzo che ad una prima lettura potrebbe fuorviare il lettore, in quanto il personaggio creato dalla penna eccellente dell'autrice è un animo stratificato e sfuggente.
E' un romanzo che parla di solitudini, di traumi infantili, di vuoti d'amore, di un'infanzia rubata che riflette lunghe ombre nere su un'età adulta vissuta con difficoltà.
Un bambino infelice e logorato dalle follie di una madre, un uomo adulto diviso tra passato e presente, incapace di socializzare e di separare la fantasia dalla realtà.
I temi sono amari e dolorosi ed il processo narrativo si snoda lentamente, inanellando ricordi e visioni, in uno spazio senza tempo, ieri e oggi, in un fluire emotivo di sentimenti contrastanti che abbracciano la sfera affettiva, la sfera sessuale, la sfera emozionale.
Si avverte la sensazione che il personaggio sfugga di mano all'autrice, che brancoli nel buio alla ricerca di se stesso, mostrando tanti volti; forse il fine ultimo della Baldelli risiede qua, in un personaggio che si costruisce pagina dopo pagina e di cui è impossibile immortalare una singola espressione.
Chi sei in realtà mister Giovedì? Ripari orologi in solitudine, non sappiamo se hai mai amato e che attrazione provi per la bambina che bussa alla tua porta, non sappiamo quanto la tua mente agisca con lucidità e quanto tu voglia uscire da questa condizione senza tempo.
La lettura intrappola il lettore tra le mura di una casa affollata di fantasmi e di volti, lasciandolo solo fino all'ultima riga a districarsi tra i ragionamenti di un uomo-bambino; a tratti destabilizzante, tuttavia la capacità di scrittura della Baldelli è una garanzia di qualità narrativa.
La penna di Simona Baldelli è stilisticamente affinata e matura, sa cesellare gli stati d'animo dei suoi personaggi con abilità, sa ritrarre pensieri e paure percorrendo le infinite strade del mondo della fantasia, un controcanto di quello della realtà.