Il rumore delle cose nuove
Letteratura italiana
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Il silenzio parlante
Il rumore del silenzio, vite intrecciate in attesa di altro, amori desiderati, vissuti, parcheggiati, consumati, sottratti, speranze ammuffite in un senso di inutilità, vuoto, rabbia, disperazione, esistenze parallele nel soffio casuale della vicinanza, un passato torbido condiviso in attesa di una resa dei conti.
Andrea, Andreina, Ralph, Umberto, Alba, Viola, Mirko, tre coppie e un bambino, legami che prevedevano altro, incroci che sanno di vita vissuta, casualità apparenti, vuoti di memoria, bugie, verità sommerse, profili psicologici in cui riversare i cocci di se’, l’ impossibilità di un futuro schiacciati da un cupo presente.
Legami famigliari forgiati su un ideale giovanile consunto, nel presente indifferenza sentimentale, un tentativo di ricostruzione tardiva, il trattenere chi se ne è andato da tempo.
Che cosa ha portato al desiderio di altro precipitando nella disperazione più vera mentre la propria solitudine affettiva abbraccia chi ci ascolta e ci sussurra parole dolci e gentili, qualcuno rinchiuso nella propria tragica storia.
Tutto non è come sembra, caos e caso hanno inciso solo parzialmente in vite indirizzate da tempo, Mirko è vittima delle ingiustizie quotidiane e avrebbe bisogno di una vera famiglia, una creatura fragile desiderata e sottratta, percepita come propria, frutto di un amore impossibile, quante bugie e verità negate a se stessi, il tempo delle risposte è scaduto.
Che ne è stato di Alba, ex infermiera riciclatasi a donna delle pulizie, e di Umberto, ex principe azzurro, un orco che ha rinchiuso la propria donna in una spirale di terrore, violenza, egoismo? Eppure sembravano possedere delle affinità, in particolare una certa solitudine interiore.
Che ne è stato di Ralph, tecnico del suono apparentemente realizzato e in pace con se stesso, e di Viola, ex attrice di teatro, quando si nasconde all’ altro la verità più vera, ingannandosi reciprocamente e ogni fiducia è sepolta, limitandosi a una semplice convivenza che sa del respiro di un figlio?
Che ne è stato di Andrea, fotografo, e di Andreina, infermiera, quindici anni di bugie, di sensi di colpa, due reni condivisi pensando di sconfiggere la morte ed entrando nell’ illusione di un amore eterno, quando il proprio ego ha ignorato i desideri altrui e si è disposti a ritrattare il passato per tenersi aggrappati al presente?
Una rottura sarà inevitabile, soglia di non ritorno, epilogo di anni vissuti indebitamente, un nuovo rumore imperversa, quel silenzio che rivolge il proprio sguardo altrove, che ricorda persone, volti, occhi sottratti all’ indifferenza in un equilibrio che riporta al passato e lo cancella, e allora non resta che arrendersi all’evidenza, liberarsi dei giorni ingombranti, piangere un destino funesto, ritornare sui propri passi, affidarsi all’ amore di chi rimane.
“ Il rumore delle cose nuove “ è una vivida rappresentazione dei fluidi e fugaci rapporti della contemporaneità, tra precariato e desiderio di genitorialita’ in una Milano sfuggente profondità relazionali in una povertà che percuote le famiglie, mentre la paura del futuro genera l’ ansietà del presente, la fragilità personale sfocia nel patologico, il desiderio di calarsi nelle vite altrui prende il sopravvento,
La ricostruzione di una storia variegata e complessa riporta spezzoni di un passato lontano dieci anni, quando tutto ebbe inizio, un passato rimbalzato nel presente in un ritmo sempre più incalzante con un epilogo sorprendente, laddove la vita non concede sconti e il destino si scontra con desideri fragilmente esposti.
Un romanzo a sfondo psicosociale con una certa dose di intimità, forte nei toni e nei contenuti, dolce nella fragile quotidianità esposta, che affronta temi importanti, in primis relazioni matrimoniali e desiderio genitoriale, giovani coppie scoppiate tra un’ incomunicabilità manifesta e il lettino dello psicanalista .
Una trama veloce, molto cinematografica, ricca di suspense, tragicamente reale, analisi e rappresentazione scenica dei vizi e delle virtù di un’ umanità fragile e dolente in cui specchiarsi e riconoscersi, non solo a tratti.
…” la morte ha un suono discreto, un suono che non si sente in maniera distinta perché in fondo è sempre presente. È un rumore incessante, che si insinua senza che nessuno se ne accorga e, quando alla fine si percepisce, quando finalmente siamo in grado di urlare che è proprio quello, non rimane che il silenzio”…