Il regno animale
Letteratura italiana
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Vivere così senza pietà, senza chiedersi perchè
Il sesso, il male, il bene, il lavoro, le erezioni, l'amore, la tristezza, il cane, l'impotenza, il padre , la madre, le rane, gli amici, la giovinezza, la musica, il dolore.
Tutto questo è nel romanzo di Bianconi. Un romanzo che si muove spavaldo tra gli altalenanti casi della vita umana e ne descrive le gioie (piccole) e le delusioni (grandi) con disincanto e sarcasmo, spesso con quel tocco di sensualità che è proprio di Francesco, un dandy sopravvissuto al cambiamento della moda (vedere Bianconi dal vivo è un pò come ritornare ai tempi di Serge Gainsbourg che canta "Je t'aime moi non plus") e ci pone continuamente dinanzi all'interrogativo cruciale, quello che dà inizio alla canzone "Baudelaire", un'omaggio da parte del gruppo dei Baustelle (Bianconi ne è il cantante) alla poesia, quella vera : " secondo te a che cosa serve vivere? "
Qual è il senso della vita? E' nel lavoro, nel successo, nei soldi, come la società di oggi ci vuol far credere? E' nell'amore, nel sesso? E' nella morte, in quell'ultimo spasimo di un padre, di un cane, di una rana? O, semplicemente, è nello scrivere?
Bianconi non trova la risposta a questa domanda e la cerca attraverso esperienze, luoghi, persone. Ripercorrendo l'itineriario umano e morale del fu Luciano Bianciardi, l'autore di "La vita agra" che lo ha ispirato, Francesco Bianconi ci rende ancora una volta partecipi di un mondo squallido e sporco, quel mondo che ci circonda ma che spesso non vogliamo vedere, sentire, non vogliamo parlarne perchè è più facile così, è più semplice girare la testa dall'altra parte, chiudere gli occhi e comportarsi come "gli Spietati" dell'omonima canzone dei Baustelle, corazzandoci dinanzi alle emozioni vere, "salendo sul treno per non tornare mai più".
Indicazioni utili
Un resoconto degli anni 2000
Francesco Bianconi
Il regno animale
Un buon esordio nel romanzo, a mio parere, x il frontman dei Baustelle nonché autore di canzoni famose come "Bruci la città" x Irene Grandi etc.
Questo libro è la rivisitazione in chiave anni 2000 di quello che fu un libro cult degli anni '60 e cioè "La vita agra" di L.Bianciardi, stessa trama e stessi propositi: un ragazzo toscano pieno di aspettative e belle speranze che dalla Toscana si trasferisce a Milano e nella città meneghina si scontra con la dura vita quotidiana.
La differenza è la doppia chiave di lettura e i flashback che Bianconi inserisce in questo romanzo x affrancarsi da Bianciardi; si perché oltre il racconto del vissuto a Milano lo scittore ci narra parallelamente di storie adolescenziali e dell'infanzia trascorsa in Toscana.
Questo doppio plot di cui sopra è un intersecarsi di situazioni che secondo me non annoia il lettore, anzi lo aiuta a comprendere meglio il pensiero del protagonista del libro e a carpirne sfaccettature di comportamento e analisi di azione.
Io lo definirei anche un libro a spirale, nel senso che fondamentalmente Bianconi parte da un punto, un incontro ben preciso che lui fa appena a arriva a Milano( il soccorrere un ubriaco fuori da un supermercato) e da lì costruisce tutto il succo del testo, cioè dare un senso a questa esistenza apparentemente vuota attraverso le più varie esperienze possibili per poi ritornare al punto di partenza , magari più ricco spiritualmente che materialmente.
Un complicato e articolato, apparentemente, pensiero, ma che invece risulta poi essere la base, per quanto mi riguarda, di un gradevole libro molto interessante da leggere.
Molto particolare anche la copertina(una ragazza nuda che ha sulle spalle...un lupo!!!)