Narrativa italiana Romanzi Il postulante
 

Il postulante Il postulante

Il postulante

Letteratura italiana

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Il giovane Fabio entra in convento percorrendo una strada in cerca di Dio. Prima di accedere al noviziato gli viene concesso del tempo per riflettere su questa importante decisione. Il giovane postulante si trova di conseguenza immerso in un mondo tutto maschile che suscita in lui emozioni che in passato aveva tentato di respingere a causa delle conseguenze negative di alcune esperienze adolescenziali.



Recensione della Redazione QLibri

Voto medio dell'autore: 2 user(s)

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Il postulante 2011-11-29 15:35:29 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    29 Novembre, 2011
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Il postulante

Come affrontare una vita che già dall’adolescenza si presenta in salita?
Come difendere se stessi ed i propri desideri in un mondo che ti marchia fin dai primi anni come diverso?
Fabio si trova a cercare risposta a questi interrogativi quando gli amici lo isolano a causa di alcuni atteggiamenti omosessuali, costringendolo a prendere coscienza che i teneri (ed ancora innocenti) abbracci con l’amico del cuore non rientrano in ciò che gli altri ritengono “normale”.
Si isola, cerca consolazione e pace interiore e la trova in una chiesa e in un prete che lo accetta senza giudicarlo e lo accompagna verso la determinazione di abbracciare la chiesa come professione di vita.
Pur fra tanti ed importanti dubbi sulla genuinità della propria “chiamata”, Fabio decide di entrare come postulante in un convento di frati e… da qui comincia il romanzo che, scritto con un linguaggio semplice e non elaborato, ben corrispondente alla psicologia dei personaggi, risulta una lettura gradevole e veloce.
I dubbi ed i sensi di colpa per le proprie tendenze non abbandoneranno Fabio in virtù della mistica della vita conventuale e lo trascineranno, alla fine, a dover fare i conti con se stesso, senza infingimenti e senza cercare scorciatoie, prendendo consapevolezza del proprio posto nel mondo.
La storia si presta ad approfondire il tema dell’omosessualità, della vocazione religiosa e della vita conventuale in relazione alla castità dei pensieri e degli atti.
La circostanza che Fabio in tale contesto incontri un sentimento ricambiato dovrebbe ancor più provocare approfondimento sullo strazio di un’anima che si dibatte fra la vocazione e il desiderio di lasciarsi andare a cedere al sentimento e al richiamo dei sensi.
Penso a come avrebbero potuto affrontare un simile tema Thomas Mann o Fedor Dostoevskij.
Bene, non si può chiedere tanto e non è corretto porre un simile paragone, me ne rendo conto, ma trovo che il problema dell’omosessualità venga affrontato dall’autore in modo forse un po’ superficiale: non c’è un solo momento nel romanzo (eccettuati gli adolescenti amici di Fabio nelle prime pagine) in cui venga condannata ed esecrata come invece accade di frequente nel mondo reale. Anzi, per tutto il libro viene considerata una realtà universalmente accettata, anche se condannata dalle leggi ecclesiastiche: personalmente posso essere daccordo con questo giudizio, ma mi sembra inconsueto non incontrare per centocinquanta pagine (neppure all’interno di una realtà legata alle regole religiose) qualcuno che scagli anatemi nei confronti del peccato contro natura per eccellenza, come invece, ancora oggi, accade normalmente intorno a noi.
In conseguenza di questo, forse, l’autore non si applica ad approfondire la psicologia dei personaggi, che risultano un po’ piatti e poco delineati nei sentimenti e nelle inevitabili sofferenze.
Non voglio svelare il finale, ma non posso nascondere che mi ha lasciato insoddisfatta: sembra che l’autore abbia preferito non prendere posizione lasciando al lettore la responsabilità di concludere il racconto.
La parte migliore, a mio avviso, è racchiusa nel colloquio che, verso la fine, Fabio ha con il padre eremita: in poche pagine affiorano i temi profondi ed irrisolti del cristianesimo ed i fondamenti della fede, laddove si accenna al tema cruciale della divinità di Gesù:

“Io non rifiuto l’immagine che la Chiesa dà di Gesù, anche se appare tanto lontana da quella del Cristo storico. Rifiuto che essa la imponga come l’unica possibile: Cristo era e si sentiva ebreo, credeva nel Dio degli ebrei, era solo al popolo eletto che annunciava la venuta del Regno, eppure la Chiesa di questo Cristo ebreo non parla […]. Aspetto il giorno in cui prevarrà nella fede di tutti i cristiani lo stupore per quella meravigliosa manifestazione del divino che Cristo è stato e che ha sconvolto chi lo ha conosciuto.”

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Il postulante 2011-09-20 13:47:10 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    20 Settembre, 2011
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Il postulante

Il romanzo è ambientato negli anni cinquanta in un convento situato sul suolo italico ma di cui l'autore preferisce tacere il nome della località, come per calare le vicende in un paesaggio nebuloso e indefinito, rispecchiando così l'animo del protagonista e forse, azzarderei, per concentrare tutta l'attenzione del lettore solo sulla storia narrata.
Questa è la storia di un giovane in bilico tra due amori contrastanti e inconciliabili; quello verso Dio e quello verso gli uomini.
Due tematiche notevoli come la ricerca di una vocazione religiosa solida e la raggiunta consapevolezza di essere omosessuale, si fondono qui in un unico enorme fardello sulle spalle del giovane.
La fede del protagonista è tormentata e vacillante,corrosa da numerosi interrogativi in merito a taluni dogmi propugnati dalla Chiesa, a cui spera di dare risposta immergendosi nella vita contemplativa del convento ed entrando in contatto con persone sicure della propria scelta di vita, da cui attingere preziosi consigli.
I numerosi motivi di incertezza sul fronte prettamente religioso si intrecciano continuamente con sentimenti d'amore terreno per i propri simili, indomabili e persistenti, vissuti come una colpa di cui la ragione vorrebbe liberarsi superando la resistenza del cuore.
Lo stile narrativo di Selmi è immediato e diretto, dando vita ad una lettura dai connotati piacevoli e scorrevoli, vuoi anche per la scelta di un linguaggio che sa di quotidianità e non di ricercatezza.
Sul piano contenutistico invece occorre esprimere un giudizio più critico; cominciamo col dire che
l'idea che sta alla base dell'elaborazione della trama, di per sé non brilla per originalità , tuttavia se l'analisi introspettiva del personaggio fosse stata condotta in maniera più approfondita, avrebbe catturato ugualmente il lettore, poiché di fronte a certi temi, è interessante valutare la capacità dell'autore nell'affrontarli.
Al termine della lettura ci si avvede di come la profondità di contenuto sia veramente scarna e le emozioni ed i turbamenti del giovane non siano sviscerati a sufficienza in rapporto alla scelta esistenziale da compiere e al doloroso bivio che attende in fondo al cammino.
I temi trattati sono spinosi e dalle mille sfaccettature, poiché toccano numerosi ambiti, quale quello morale, sociale, filosofico, teologico e psicologico, richiedendo quindi una solida maturità letteraria ed una robusta preparazione dottrinale, che si acquisiscono e si consolidano con l'avanzare della propria produzione.
Un'opera dal sapore acerbo ma che mette il luce le potenzialità di un buon scrittore.

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