Il piatto dell'angelo
Letteratura italiana
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Madre mia
Il piatto dell'angelo è un'usanza che appartiene a tutti noi Italiani, è quel piatto che nei giorni di festa, in una casa dove uno dei familiari è lontano per svariati motivi, si aggiunge a tavola. Rappresenta la speranza che possa tornare. Rappresenta in un certo senso la fiducia nel futuro,è una preghiera a Dio; simbolizza anche l'unione di una famiglia anche nelle circostanze più drammatiche. Laura Pariani in questo splendido romanzo racconta la storia di tanti di questi piatti speciali. Quelli che le vedove bianche lasciavano per i loro mariti partiti a migliaia il secolo scorso alla ricerca di un lavoro dignitoso nelle Americhe e mai più tornati. Racconta i "piatti" che aspettano il ritorno delle donne sudamericane,africane,slave,cinesi che oggi vivono da noi in Italia. Un romanzo dunque sui migranti di ogni Latitudine e Longitudine. Questo scritto è anche una descrizione dell'abbandono.
Quanti mariti partiti per l'Argentina, gli Stati Uniti,etc sono più tornati? Quanti si sono rifatti una famiglia in quei paesi abbandonando mogli e figli italiani? Quante badanti colombiane,ucraine,ecuadoregne, venezuelane etc etc non torneranno più?
Il romanzo comincia con l'arrivo in Colombia di una coppia di ricchi turisti italiani, Piero e Marina. Una coppia senza figli e invischiata in una profonda crisi matrimoniale. Marina, prima di partire,ha promesso a Lita, la badante colombiana che è al servizio della vecchia suocera ,di recarsi nel paesino della sperduta provincia di La Paz dove vivono le sue due figlie Alicia e Carmen Rosa.
La milanese dopo aver vinto le resistente di un marito, Piero, che si rivelerà insensibile a tutto e a tutti, riesce a raggiungere il paesino, scoprirà che Carmen Rosa , la più grande delle due bambine è diventata a sua volta madre : ragazza madre, ancora una volta sola e abbandonata ; è quella delle due bambine che ha sofferto di più la partenza della madre. Ma non è questa l'unica scoperta che farà Marina, costretta a causa della rottura della macchina noleggiata e di una tempesta a dover soggiornare forzatamente con il marito, sempre più intollerante, nella povera casetta dove vivono le ragazzine con la vecchia nonna e lo zio Nicolàs.Questo romanzo è anche un racconto delicato e struggente sul rapporto madre e figlia. Fabrizio De Andrè racconta in una sua celebre canzone la storia di un innamorato che strappa il cuore alla madre perchè l'amante gliene ha fatto richiesta. Durante il cammino il ragazzo inciampa e fa cadere il cuore sull'asfalto che rotolando gli domanda : "ti sei fatto male,figlio mio?"
C'è anche la storia di una madre che è al capezzale del figlio, affranta dal dolore invoca la Morte , chiede alla Nera Signora di prendere lei al posto del figlio.Bussano alla porta, la donna apre, davanti a lei appare la Morte, la madre trema e con l'indice teso le indica il figlio moribondo nel letto aggiungendo: è lui quello che sta male!
La triste verità che l'età adulta ci consegna è che l'amore dei genitori per i propri figli non è un sentimento scontato.
di Luigi De Rosa