Il papà di Giovanna
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
il papà di Giovanna
Storia di amore e di compassione: l'amore di un padre che travalica l'umana aspettativa di figli belli, intelligenti, perfetti; compassione in chi legge con la lucidità di capire che Giovanna è solo una povera ragazza che nessuno vorrebbe come figlia, sorella, amante, che neanche la madre riesce ad accettare, che dalla vita ha avuto una sola cosa: suo padre.
E lui sarà per sempre, il papà di Giovanna, con amore ostinato e vero, contro tutto e tutti, contro il male di cui sua figlia è stata capace, mai contro la figlia, benchè la stessa capace di far male per follia crudele, ma comunque crudele.
L'autore mette in scena un uomo che commuove, intenerisce, trasmette il dramma di chi sa amare fino in fondo, donando un sentimento esclusivo, prioritario alla figlia diversa malata, sublimandone la devianza,condividendone piccole cose, piccole intese, comunicando, talvolta, con parole come codici segreti, proiettando se stessi in una realtà in cui la complicità fra loro li solleva sopra gli altri e li rende quasi felici.
Struggente la solitudine dell'uomo che trascura se stesso fino a fingere di non capire ciò che, al di là di sua figlia, si delinea sotto i suoi occhi aperti solo su Giovanna e chiusi su tutto il resto anche sulla donna che ama, anche sull'amico di famiglia più amico di sua moglie che della famiglia.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Il papà di Giovanna di Pupi Avati
La vicenda si dipana in un arco di tempo che va dal 1938 al 1953, 15 anni di fatti personali che travolgono una famiglia bolognese e sullo sfondo sfumati, 15 anni di fatti collettivi (il fascismo, la seconda guerra mondiale) che travolgono popoli interi. Al centro della storia, un padre, Michele Casali, un oscuro professore di storia dell’arte e la figlia Giovanna diciassettenne, labile psicologicamente, in secondo piano la madre Delia, donna di grande bellezza. Pupi Avati in uno stile immediato ed efficace scrive e descrive il dramma famigliare che già si avverte sin dalle prime note del romanzo, in questo esclusivo amore paterno verso la figlia teso a preservarne ogni delusione. I personaggi sono delineati con fulminanti tratti fisici e lampanti intuizioni psicologiche; da uomo del cinema, la tecnica narrativa è così visiva che sembra di vedere la fisionomia di ciascuno e di seguirne con sguardo attento i comportamenti. Trapela un’atmosfera drammatica e sofferente, questo padre che cerca di carpire il sorriso sul volto e nell’animo di Giovanna, volutamente, non vedendo la fragilità interiore e proteggendola fino allo spasimo del cuore. Pupi Avati riesce con poche e sparse annotazioni e particolari a restituirci il ritratto storico dell’epoca senza accenti parossistici né tantomeno giudizi politici e moralistici. Risulta chiaro come l’autore non usi indulgenza verso la madre ora condannata dal suo egoistico agire ora compatita per il suo fallimento come moglie e madre, mentre aderisce sentimentalmente a Michele devoto e protettivo verso la figlia. Forse, a volte, il troppo amore, cieco e totalizzante distrugge le persone a cui è rivolto, come un amore sotteso, non conclamato perché cova delusione e insofferenza. Giovanna già non bella e debole si trova a competere con la grazia femminile della madre e con le ansie paterne di vedere realizzati i sogni e i desideri della figlia, così, si trova schiacciata e confusa, la perdizione in un mondo tutto suo, le sarà fatale. Un breve romanzo intenso e dolente che il lettore ama sin dalle prime pagine e accompagna le parole scritte con gli stessi sentimenti che sgorgano dal libro.