Narrativa italiana Romanzi Il padre infedele
 

Il padre infedele Il padre infedele

Il padre infedele

Letteratura italiana

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“Forse non mi piacciono gli uomini.” Il giorno in cui tua moglie, all’improvviso, scoppia a piangere in cucina, è una piccola apocalisse. Uno di quei giorni in cui la tua vita va in frantumi ma giunge, anche, per un attimo, a dire se stessa. E allora Glauco Revelli, chef di un ristorante blasonato, maschio di quaranta anni, padre di una figlia di tre, va alla ricerca della propria verità di uomo. Dall’ingresso nell’età adulta, l’innamoramento, la costruzione di una famiglia, la nascita e l’accudimento di una figlia, fino al disamore della moglie (che gli si nega dal momento del parto) e al ritorno feroce degli insaziabili demoni del sesso, tutto è passato in rassegna dal suo sguardo implacabile e commosso.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il padre infedele 2013-10-30 08:24:26 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    30 Ottobre, 2013
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..E la fedeltà alla modernità dei pensieri.

“Non c’è peggior nemico della felicità che la falsa felicità.”

A fior di pelle.
A inalare aria attecchita di profumi che saziano il corpo e che lo ravvivano, odori e sapori che si proiettano direttamente nell’anima come fotografie indelebili e necessarie per la felicità.
Una cucina, un fuoco acceso, un tegame e un persico che rosola col burro e insaporisce l’aria e la vita di chi la respira.
Un tavolo e una sedia, luci calibrate, un piatto raffinato e un persico adagiato con erba cipollina e a qualcuno la vita può cambiare.
Antonio Scurati ce lo racconta attraverso la sua impeccabile scrittura creativa. In Italia abbiamo molti scrittori che scrivono libri meravigliosi avvalendosi di questa scrittura così viscerale, diretta, cruda, sfaccettata e assolutamente superba e accorata, dolce e amara.
Sicuramente brillante e moderna.
La perfezione di un viaggio dentro l’uomo del nostro millennio, capace di far albergare il binomio infelicità e infedeltà assieme.

La nostra, è un'epoca particolare, ricca di elementi che spesso non si fondano su basi precise, anzi, piuttosto prescindono la tradizione e i consigli dei padri. Basti pensare che l’attesa di un figlio è vista come un evento quasi alieno con corsi pre-parto in modalità yoga e la considerazione del sonno post –parto come elemento scatenante di rottura della coppia e della morte della sessualità. Si sbriciola così un rapporto, in virtù dell’egoismo e sorpassa il concetto che la nascita di un figlio consolida la famiglia.

“Nascita e rinascita. Espiazione e risurrezione. Tutto si tiene, il cerchio si chiude. Mi chiamo Glauco Ravelli, faccio il cuoco e mi pento prima ancora di avere iniziato.”

Antonio Scurati in questa coraggiosa opera, molto intima e profonda ha dato il meglio di sé affrontando una tematica molto attuale, osservando l’angolazione di un uomo nei confronti della sua famiglia.
La moglie Giulia, una presenza-assenza che è l’elemento determinante nella vita di Glauco Ravelli, un comune uomo del nostro tempo, quarantenne laureato in filosofia ma di fatto cuoco affermato, che ha seguito le orme del padre, abbracciando le nuove tendenze culinarie, ormai considerate di fatto un culto, una filosofia di vita.

“Giulia se n’era andata e io l’avevo lasciata andare. Se le lasci andare, le persone se ne vanno. “

Poi c’è la figlia Anita, tre anni che riveste un ruolo scatenante nella vita di Glauco, figlio della modernità e del progresso, che racconta per tutta la durata dl libro, con il cuore in mano, il crollo del matrimonio dopo la sua nascita, la sua vita di uomo contrastato e di padre di questa generazione di “padri vergini” nella dimensione della nuova modernità. I suoi sentimenti e la sua rabbia sfogati come un fiume in piena, avvalendosi di un linguaggio elegante e raffinato che stupisce e commuove.
In silenzio si legge senza giudicare.

...La felicità ad ogni costo ci aveva rovinati…

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Il padre infedele 2023-02-15 07:34:33 68
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68 Opinione inserita da 68    15 Febbraio, 2023
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Crisi identitaria

…”Forse non mi piacciono più gli uomini”…

Giulia e un’ affermazione improvvisa, imprevista, interpretabile, che sia amore saffico, sarcasmo, misantropia, disamore per il marito Glauco, sette anni condivisi, una figlia di tre, Alice, un matrimonio che, dopo il suo concepimento, ha dato segni di cedimento.
Parrebbe la fine di un rapporto logoro, Glauco ricorda cio’ che è stato interrotto e disatteso, momenti di una vita che ha respirato gli anni ottanta per spingersi nei due decenni successivi.
Una narrazione personale, famigliare, generazionale, un tempo che prometteva grandezza e si è rivelato un fallimento cancellando il futuro, un protagonista all‘ inseguimento di una passione giovanile alimentata dagli insegnamenti paterni, una laurea in filosofia dirottata sulla cucina allineandosi alla nuova dimensione culturale di fine millennio.
Glauco è stato un trentenne misogino annoiato da se stesso, Giulia un colpo di fulmine chiamato amore, il corteggiamento estenuante fino al cedimento, la convivenza, la nascita di Anita, la depressione post partum, l’ inizio della crisi matrimoniale.
C’è un prima e un dopo Anita, la figlia che lo ha cambiato rendendolo padre, la sua bambina, per la quale esserci, vivere i propri giorni, prima di lei Glauco non ricorda la sua convivenza con Giulia, che sia un segno di disamore?
Scurati e una generazione ( la sua 1969 ) vissuta in un’ epoca di pace, un tempo che all’ inizio degli …” anni ‘80 aveva perso ogni speranza di un prospero avvenire e proprio per questo aveva fatto dell’ ottimismo di facciata la propria bandiera”…. Una vita che non autorizza a niente, …” la celebrità alla portata di tutti”…, accompagnati da…” uno sconforto ozioso “…. Il mito della famiglia e del consumismo si abbracceranno, la convinzione che l’ amore per Giulia avrebbe disinnescato la propria fragilità cambiando la visione del mondo, e così la nascita di Agata, rendendoli migliori.
Niente di ciò se non una coppia scoppiata subito dopo essere stata famiglia, incomprensione, delusione, colpa, il desiderio improbabile di essere a tutti i costi felici, ….” immensamente delusi l’ uno dell’ altra ed entrambi da loro stessi”…. eppure Glauco continua ad amare Giulia.
Stress, fallimento, fragilità, un uomo senza identità, frequentazioni notturne compulsive, sensi di colpa nei confronti della figlia in un decennio, agli albori del ventunesimo secolo, segnato da un evento politico-religioso devastante e da una crisi economica senza precedenti.
Una generazione e una vita affetta da una …” sindrome da passato recente”…, che sembrava migliorare ma che ha subito un’inversione di rotta.
Ai posteri l’ ardua sentenza, cosa ricorderà Agata di Giulio, un uomo inconciliabile nella propria appartenenza di padre e nella propria fedeltà a se’ stesso?
Forse questo ma forse…

….”quando si girerà a guardare il passato troverà il ricordo di un uomo gentile e della sua bambina che siedono fianco a fianco sullo stesso muretto basso, a osservare con la sua presenza un’ opera di demolizione nell’ incantevole spettacolo del mondo. Il resto è strepito sciocco, vanità di vanità, il resto non ci riguarda”….

Scurati scrive un romanzo con richiami autobiografici, piuttosto tortuoso, una lingua che sovente perde di originalità e di essenzialità e si fa contorta, non propriamente poetico anche se aspira a tratti di intimismo nel cuore di un’ epoca edonista, precaria, individualista, la stagione della disillusione in un tempo ansiogeno e senza futuro, dando vita a una crisi famigliare e identitaria in anni in cui fare figli è divenuta un’ eccezione, la scalata sociale una necessità, l’ immaturità un marchio di fabbrica, la disperazione incollata addosso.
Il protagonista galleggia in un limbo di caos fragile, augurandosi di essere un buon padre, naufraga in autolesionistici e infantili flussi erotico-sentimentali figli del fallimento dei propri ideali romantici, corroso dal reale, auspicando, un giorno, la stagione della maturità, più semplicemente una versione di se’ che lasci ai posteri una scia di presenza.

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Il padre infedele 2014-07-09 08:44:26 Francesca2213
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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    09 Luglio, 2014
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La generazione dei non-uomo!

Ammetto che ho deciso di leggere questo libro solo perchè era tra i migliori del Premio Strega. Adesso andrò un pò contro corrente rispetto a tutte le recensioni su questo libro. A me non è piaciuto per niente,penso perchè non è proprio il mio stile,ma cercavo qualcosa di diverso per allontanarmi un pò dal genere thriller,qualcosa di rilassante. Questo libro,a mio modestissimo parere,non è per niente rilassante,per capire certe frasi dovevo rileggerle o lasciar perdere e magari perdevo il filo del discorso e stato molto pesante come libro nonostante la trama e il filo logico del libro sia bello. Praticamente non si può dire spoiler perchè non c'è niente di imprevisto o da scoprire.Narra la storia di questo uomo che non si sente all'altezza di essere tale,non si sente uomo perchè la moglie lo rifiuta,non si sente padre perchè sua figlia è comunque attaccata alla madre,non si sente se stesso e non pensava che la sua vita potesse essere quella,dentro questo romanzo leggiamo le difficoltà di un uomo diventare tale. Diciamo che la trama mi è piaciuta molto,ma non il modo in cui è stato scritto.
PER CHI LO VOLESSE IO HO E-BOOK,BASTA CHIEDERE =)

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Lo consiglio a chi piace un genere un pò lento,ma se come me amate i thriller no non fa per voi!
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Il padre infedele 2014-06-05 12:31:08 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    05 Giugno, 2014
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La filosofia di Glauco

Una laurea nel cassetto, una professione ben retribuita, una buona vita sociale, una bella fidanzata da portare all'altare, sembrano costituire un'ottima rampa di lancio per giungere a quarant'anni realizzato e felice.
Il protagonista del nuovo romanzo di Scurati è un uomo di oggi, un uomo che sembra possedere tutte le carte in mano per sedersi al tavolo da gioco della vita e dirsi vincitore.
La penna di Scurati è implacabile e inflessibile nell'accompagnare Glauco in un tormentato viaggio dentro se stesso; un viaggio analitico che scruta ogni angolo del cuore, che parcellizza eventi e sentimenti, rapporti, famiglia e amore.
Glauco si racconta, mettendo a nudo in primis il proprio io, rivedendo la propria vita scorrere su una pellicola a tratti sbiadita a tratti nera a tratti grigia.

Scurati affronta temi e problematiche figlie dei nostri tempi, riuscendo a focalizzare e immortalare quella zona di insoddisfazione e sgretolamento che si apre come una falla improvvisa, quella crepa che appare nella vita quotidiana, insomma tutti quei sintomi di un malessere diffuso.
La capacità stilistica e linguistica dell'autore gli permette di condurre una narrazione intensa e pervasiva, quasi cervellotica a livello introspettivo, intrappolando il pubblico nei meandri dei pensieri del protagonista.

E' un romanzo che porta alla ribalta l'essere uomini e donne dell'era moderna, uno specchio non banale della vita attuale e dei riflessi della stessa sulla costruzione dei rapporti sociali, partendo da quelli familiari, primo tassello per dare forma e consistenza alla felicità.
Felicità che sembra essere la protagonista occulta del romanzo; una presenza-assenza, un'aspirazione, un'idea astratta e concreta, una farfalla da acchiappare.

L'uomo fotografato da Scurati voleva essere felice o forse pensava di esserlo.
Buona prova di scrittura, intima e avvolgente.

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Il padre infedele 2014-01-18 07:57:35 Claudia Falcone
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Claudia Falcone Opinione inserita da Claudia Falcone    18 Gennaio, 2014
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Un romanzo "tutto al maschile"

Questo romanzo di Scurati è stato una piacevolissima scoperta. E' un libro leggero e profondo allo stesso tempo, ironico e talvolta triste, amaro ma allo stesso tempo molto dolce. Con uno stile a mio parere bellissimo (soltanto in qualche punto lievemente artificioso), con un'ironia che a volte ti strappa un sorriso e a volte ti lascia l'amaro in bocca, Scurati racconta una storia "tutta al maschile". Partendo dal momento in cui Giulia, la moglie del protagonista (alter-ego dell'autore? forse solo per alcuni aspetti), gli annuncia di volerlo lasciare (con una frase lapidaria: "Forse non mi piacciono più gli uomini"), Scurati ripercorre, narrandola in prima persona, la storia personale di quest'uomo, cominciando dal momento della laurea e quindi dell'ingresso nell'età adulta, fino alla sua relazione con Giulia e alla paternità. Il romanzo è molto intimo, intenso, scandaglia l'animo del protagonista, ed esplora territori vastissimi: racconta l'amore e la fine dell'amore, racconta il sesso, racconta -con una delicatezza ed un'intensità forse rari per un uomo- la paternità e il legame indissolubile fra un padre e sua figlia. Ma racconta anche la crisi della generazione dei quarantenni di oggi, e la deriva della società dei nostri tempi, attraverso episodi e aneddoti che riescono a divertire e a far riflettere nello stesso tempo. Non c'è esattamente un happy ending in questo romanzo, l'amore non trionfa, i sentimenti sono imperfetti e non assoluti. Ma le due pagine finali ti strappano un sorriso e scaldano il cuore. Da leggere.

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Il padre infedele 2014-01-17 20:35:39 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    17 Gennaio, 2014
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L'uomo e i suoi sentimenti

Un libro particolare, diverso dal solito, dallo stile ricercato e intriso di dissertazioni che portano a profonde riflessioni. Un libro complesso, come complessi sono i sentimenti. Scritto quasi come se fosse un monologo che il personaggio stila per ripercorrere le fasi, veramente importanti, della sua vita, quelle che l’hanno portato alla consapevolezza di essere diventato padre e non più soltanto un uomo, un marito e un amante irrequieto. Un libro pregno di così tante sfumature, pensieri e riflessioni che leggerlo una sola volta non basta. Un libro che può essere preso in qualsiasi momento della vita per sfogliarne le pagine e leggerne una a caso, affinché possa aprire un mondo di possibili, irrefrenabili riflessioni sull’esistenza, sulla quotidianità, sulla banalità della vita, sull’essere umano in generale e sull’importanza di taluni sentimenti che portano a scelte prioritarie, più o meno, consapevoli. Un romanzo che indaga la società partendo da un singolo individuo, un uomo qualunque, che affronta la giornata cercando di sbagliare il meno possibile e non sa tenere a bada i suoi pensieri peccaminosi, tormentato com’è dai “demoni” della propria sessualità.
E se questo non bastasse a definire il romanzo IL PADRE INFEDELE di Antonio Scurati bisogna leggerlo e rileggerlo, analizzarne e coglierne quella che, svelata fra le righe, è la sua vera essenza: l’amore.
Glauco Revelli è un giovane padre nella Milano di oggi, che si destreggia tra famiglia e lavoro per superarne, di volta in volta, le problematiche che si presentano. Quando sua moglie Giulia gli rivela che forse gli uomini non le piacciono più, arriva il momento profondo della riflessione. È uno spunto, un pretesto, un input per analizzare da principio il proprio vissuto e cogliere il momento del fallo, dell’errore, del non compreso che ha pregiudicato la situazione attuale. È difficile per Glauco comprendere. Però, i suoi problemi sono gli stessi affrontati da tutta la sua generazione nel compimento pratico dell’attuale educazione sentimentale.
È un libro che parla in primis agli uomini, ma che aiuta le donne a comprenderne i meccanismi alla base dei loro ragionamenti.

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