Il marito in collegio
Letteratura italiana
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Wonder Guareschi!
Se avete bisogno di un libro "leggero", ironico e soprattutto piacevole, non posso che consigliarvi questo.
I motivi per cui vi spingerei a fare questa scelta sono molteplici!
Prima di tutto lo stile: irriverente e scorrevole, mai volgare.
Poi la storia in sé, ovvero la bella e viziata Carlotta che dovrà per forza scegliersi un giovanotto da sposare per volontà di suo zio Casimiro che altrimenti non lascerà l'eredità alla sua famiglia. I vari "proci" proposti dalla nipote non vanno a genio allo zio e alla fine la "povera" Carlotta sarà costretta a ripiegare su Camillo: un impacciato e sciocco artigiano. Da qui partiranno una serie di vicende che hanno dell'assurdo e che credetemi, vi faranno ridere di gusto.
Il terzo motivo è senza dubbio la genialità dell'autore che in modo mai banale e davvero tanto, ma tanto ironico, porta avanti un racconto simpaticissimo con una sottile morale al suo interno!
Consigliato a tutti, ma proprio a tutti, si legge in un attimo :)
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Romanzo ameno
Premetto che adoro Guareschi, il suo stile pulito, senza tanti paroloni e, soprattutto, senza alcuna volgarità.
Una tipica commedia all’italiana, fatta di equivoci, rocambolesche avventure e tanta, tanta ironia.
La lettura scorre rapida, con alcune “intromissioni” e divagazioni dell’autore, perfettamente incastonate nella storia. Lo zio Casimiro Wonder, impone alla nipote Carlotta di sposarsi entro quarantotto ore, altrimenti diserederà tutta la famiglia. Messa alle strette, la ragazza trascina il giovane artigiano, loro vicino di casa da sempre innamorato della fanciulla, al cospetto dello zio. Il terribile figuro approva. Si ritrovano così sposati, però la famiglia, altolocata e snob, ma senza un soldo, decide che bisogna mandarlo in collegio ad imparare le buone maniere… Da qui parte un intreccio esilarante, dove si incontrano truffatori, si assistono a rapimenti, sparatorie coi finanzieri, fughe collegiali. Il tutto condito dall’insuperabile ironia e leggerezza di Guareschi “…-Carlotta! Sola nella stanza di un uomo? -Non temere mamma, non è un uomo, è mio marito.”