Il figlio recidivo
Letteratura italiana
Editore
Tommaso voleva fare l’ingegnere ed era già avviato a una brillantissima carriera quando ha scoperto di avere un desiderio ancora più grande e irrefrenabile: fare il figlio. Un’aspirazione tutt’altro che ordinaria per chi, come lui, è stato abbandonato in tenera età e non ha mai avuto genitori. Ma quando si ha un talento come il suo, perché arrendersi. Il figlio recidivo, l’ultimo tassello della Quadrilogia della famiglia, è una commedia che esplora le profondità dei legami genitori/figli da un punto di vista inconsueto, attraverso le divertenti e appassionanti vicende di Tommaso, un quarantacinquenne senza famiglia. Orfano dalla più tenera età, il protagonista è animato dall’incontrollabile bisogno di sperimentare, in modo compulsivo ed estroso, quelle emozioni che la sorte gli ha negato. Bartolomei racconta il dramma dell’abbandono creando un personaggio dalla struggente umanità che si condanna a rivivere senza sosta le gioie e i dolori dell’essere figlio. Una vita segnata, destinata a segnare e sconvolgere altre vite.
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Quell'amore negato
Tommaso ha 45 anni, pulito, ordinato, di bell'aspetto, viene arrestato con l'accusa di circonvenzione di incapace ai danni di un'anziana signora appena deceduta. Nel commissariato, di fronte al maresciallo e ad una improvvisata platea si deve difendere da questa infamante accusa e racconta la sua storia.
Rimasto orfano in tenera età è passato dall'orfanotrofio alle famiglie affidatarie senza mai trovare la "sua" famiglia, si è sempre sentito accettato ma mai amato , come se lui fosse sempre stato un'appendice ad un contesto di cui non era veramente chiamato a fare parte. In pratica non ha mai potuto vivere il rapporto genitore-figlio, quel rapporto spesso imperfetto ma profondo ed esclusivo che lega un figlio ad un papà e ad una mamma o almeno a uno dei due. Giunto alle soglie dei 40 anni, nonostante abbia studiato e possa tranquillamente trovare un lavoro soddisfacente sente che alla sua vita manca disperatamente questa parte : qualcuno che si preoccupi per lui e per cui lui debba preoccuparsi. Avvicina così con timidi e maldestri stratagemmi vecchie persone sole e stabilisce con loro un rapporto di confidenza e dipendenza reciproca. Per gli anziani si tratta spesso di trovare qualcuno che li ascolti e li aiuti a sopravvivere tra la cattiveria e l'egoismo del prossimo e una società che fa di tutto per lasciarli indietro. Per Tommaso è un nutrirsi quotidiano con quelle piccole grandi attenzioni che si danno ad un figlio . E non si tratta di avidità o secondi fini, i pensionati che sceglie sono disperatamente soli, non ricchi. Alla loro dipartita gli lasciano i loro averi ma per Tommaso non si tratta che dell'estremo compimento di quello che è il rapporto genitore-figlio, non usa quei soldi per cambiare tenore di vita, addirittura conserva gli appartamenti investendo del suo per mantenerli decorosamente pur di poter tornare di tanto in tanto nei vari luoghi dove è stato felice con quelle persone. Racconto in parte grottesco che mescola sapientemente denuncia sociale ed attualità, straordinariamente umano e delicatamente ironico e spietato come solo la penna di Bartolomei sa essere. Molto bello.