Narrativa italiana Romanzi Il fasciocomunista
 

Il fasciocomunista Il fasciocomunista

Il fasciocomunista

Letteratura italiana

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Accio Benassi. Era da tempo che nella letteratura italiana non si vedeva un personaggio così. Incazzato, ribelle, attaccabrighe, goffo, innamorato, illuso, ingenuo, arrogante, disubbidiente, sentimentale. Il fasciocomunista è il libro che, nel 2003, ha imposto Pennacchi all’attenzione di pubblico e critica. La storia è quella di un ragazzo di Latina, il percorso è quello esemplare di una generazione e anche dei temi che quella generazione ha affrontato. Ma in realtà Accio è uno straordinario eroe pennacchiano (insieme agli altri personaggi di questo rutilante romanzo), che dà vita a una storia nuova perché veramente anomalo è il suo sguardo, il suo punto di vista: non più puramente, astrattamente intellettuale e ideologico, ma anche istintivo, concreto, picaresco.



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Il fasciocomunista 2013-12-08 20:26:38 diogneto
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diogneto Opinione inserita da diogneto    08 Dicembre, 2013
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lo sfascio!

“Il Fasciocomunista”, libro di Antonio Pennacchi scritto nel 2003 ed edito da Mondandori, è il seguito naturale di “Canale Mussolini” avendo però, come centro narrativo, non più le vicende della famiglia Peruzzi ma quelle di un giovane Accio Benassi che vive sulla propria pelle le passioni politiche italiane che vanno da metà anni 50 fino ai primi anni 70 percorrendo l’intero arco extraparlamentare partendo dal M.S.I per arrivare all’arcipelago della sinistra estrema.

Questo percorso non è, a mio avviso, letto come un cammino di maturazione o di consapevolezza, ma un escamotage per osservare, attraverso la vita di Accio, le varie vicende che hanno toccato la pelle di molti, in quegli anni di piombo. Nonostante il tono simpatico, con cui lo scrittore presenta anche la situazione più drammatica, trovo il libro in molte parti pesante e privo sia di profondità che di approfondimenti che lo avrebbero reso un vero e proprio romanzo di formazione.

Insomma c’è troppa ciccia al fuoco per un romanzo di 280 pagine che vorrebbe toccare 20 anni dei più scuri della storia italiana. Sembra che Accio, in vita sua, abbia fatto tutte le esperienze possibili immaginabili di tutti i ragazzi di quel periodo:

seminarista, estremista di destra, sfruttatore della prostituzione, bocciato, estremista di sinistra, autostoppista, drogato, terrorista, mezzo assassino, autostoppista, un amore travolgente non corrisposto, un amore fugace, capo brigata, per poco non finisce a letto con Pasolini….

non basta l’ironia a tenere insieme una massa di “situazioni” del genere!

Con questo libro concludo la mia esperienza Pennacchiana più per come scrive che per quello che scrive!

Lo consiglio a chi è ancora molto giovane e si vuole avvicinare a un periodo complesso con semplicità.

PS: io prima di leggere questo libro ho visto il film che lo rilegge in chiave cinematografica “Mio fratello è figlio unico”… oltre ad avere sempre in testa Elio Germano, come Accio, e Riccardo Scamarcio, come Manrico, trovo completamente diverse le due versioni in molto punti! Forse, per la prima volta, preferisco il film al libro… questo può darvi una idea in più su cosa penso del libro.

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Consigliato a chi ha letto...
a chi si avvicina per la prima volta alla "storia" di quel periodo specie se è adolescente
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Il fasciocomunista 2010-10-08 08:25:05 NomeUtente
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    08 Ottobre, 2010
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Vita sciteriata di Accio Benassi

Questo romanzo ripercorre le tappe della vita politica in italia dal primo dopoguerra fino agli anni '70 attraverso gli occhi di Accio Benassi.
Durante la sua evoluzione il protagonista attraversa fasi diametralmente opposte passando dal seminario, ai gruppi di estrema destra a quelli di estrema sinistra.
Ciò che stupisce è che lo fa mantenendo il suo carattere ribelle, le sue idee rivoluzionarie e la sua visione della vita politica pressochè inalterate.
Vive i passaggi storici con l'ingenuità di un ragazzo, con semplicità, senza addentrarsi in profonde tematiche politiche ma animato da un desiderio di libertà e giustizia. Per certi versi sfata il mito dell'impegno politico in quegli anni sottolineandone il lato umano che animava le masse, fatto di principi semplici, voglia di ribellione, ingenuità, paure e cultura popolare. In definitiva un quadro diverso da quello strumentalizzato dalla dirigenza dei partiti.
Emerge il confronto tra schieramenti politici opposti che in realtà si assomigliano, tra fazioni contrapposte che in fondo sono animate dagli stessi principi e dalle stesse speranze, mette in parallelo, con estrema lucidità, tre grandi fenomeni di massa come il fascismo, il comunismo e la chiesa rimarcandone le similitudini.
In tutto questo, inevitabilmente, si incastrano la storia e i sentimenti di un ragazzo di 17-20 anni, la sua famiglia, i suoi amici e i suoi amori.
Un libro che ripercorre sì la storia, ma che non può essere classificato solo come romanzo storico.

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