Il dono
Letteratura italiana
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L'avvocato Zaccaria ex commissario Argenti
Carlo De Filippis, dopo aver scritto Le molliche del commissario, Il paradosso di Napoleone e Uccidete il camaleonte con protagonista il commissario Vivacqua, torna in libreria con Il dono. Protagonista una nuova figura l'avvocato Zaccaria ex commissario Argenti. Un libro che conquista, in cui ci si immerge con passione.
Protagonista indiscusso della narrazione è appunto il commissario Argenti. Un uomo con qualche problema, un
"Marcantonio di un metro e ottanta sette, di 42 anni, forte come un mulo",
Che è costretto, a causa di un incidente che ha parecchio dell'inspiegabile, ad assentarsi dal lavoro. Ma lo fa con acredine, vuole tornare ad essere operativo al più presto. I superiori non sono dell'idea, troppi punti oscuri. Ad aiutarlo la collega Bolla Maya, una donna
"Taglia 42, forse 44, un metro e settanta, espressione scazzata naturale",
La quale fa molta fatica a tenere a bada l'esuberanza naturale bdel commissario. La situazione si complica ulteriormente quando Torino vede una serie di omicidi inspiegabili, che sembrano quasi una vendetta. Dunque:
"Dove finisce la vendetta ed inizia la giustizia"?
Un romanzo molto bello e molto articolato. Un testo anche molto profondo, che indaga con perizia nell'animo umano, in una analisi serrata tra grandi temi etici quali il bene, il male, la fede, per cui:
"Il male ha creato l'universo e tutto il resto, compreso il bene, perché da solo non si sarebbe divertito. Il bene, invece, in quanto tale, non potrebbe creare il male, non possiede le conoscenze. Quello che ci hanno raccontato a dottrina sta in piedi solo se lo capovolgi: il male non è il contrappeso del bene, è l'inventore. Questa è ragione, non fede."
Un libro che gode di un fascino e di una attrattiva particolare:il paranormale. Sulla scia di una Torino magica ed esoterica, l'autore si addentra con sapienza, a volte solo sfiorandolo, altre penetrandolo con forza, nell'indicibile, nell'inspiegabile. E lo fa con una evidente cura, rivelando una progressa maturità, sia nella trama quanto nello stile di scrittura. Ma non solo: oltre ad una investigazione perfetta, vi sono molti temi trattati, dalla fragilità dell'essere umano, alla ricerca affannosa e alla qualificazione dei sentimenti, alla felicità, che ci conduce a:
"Delle volte non vediamo, non sentiamo, non vogliamo capire quello che gli occhi ci mostrano. È il desiderio di essere felici a fare di questi scherzi".
Un particolare plauso, quindi, all'autore che si rivela, con questo, particolarmente capace e nella narrazione e nella descrizione. Una trama avvolgente e trascinante nel mistero e nella magia che non può che intrigare con astuzia e simpatia. Una ottima lettura, molto consigliata.