Narrativa italiana Romanzi Il cielo è rosso
 

Il cielo è rosso Il cielo è rosso

Il cielo è rosso

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di Il cielo è rosso, romanzo di Giuseppe Berto edito da Rizzoli. Durante la seconda guerra mondiale in una piccola città un intero quartiere viene distrutto da una bomba e quattro ragazzi si ritrovano sulla strada, senza casa, senza parenti, senza protezione. Comincia per loro una dura lotta per sopravvivere, in un mondo impazzito che ruba ai bambini l'infanzia, ai giovani l'adolescenza, agli uomini l'umanità. Un romanzo che spiega gli orrori della guerra ma che apre anche alla fede e alla speranza.



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Il cielo è rosso 2022-07-14 12:18:30 Gallus Lorenzo
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Opinione inserita da Gallus Lorenzo    14 Luglio, 2022

Per me si va ne la città dolente

Il romanzo Il cielo è rosso è la prima opera pubblicata di Berto. Si tratta di un romanzo potente, scritto durante la prigionia in Texas dell'autore, catturato durante la seconda guerra mondiale in Africa, e che riporta vivido il dramma della guerra vista con gli occhi dei civili che la subiscono, tema purtroppo sempre attuale. Nel 1944 in un quartiere di Treviso raso al suolo da un bombardamento aereo alleato, e abbandonato in quarantena per via del gran numero di cadaveri che giacciono ancora sotto alle macerie, si sono rifugiati alcuni ragazzi.

Berto riesce a scolpire i loro caratteri, le speranze disilluse, la loro giovinezza schiacciata dalla guerra e dalle sue conseguenze in modo incisivo e difficilmente il lettore si dimenticherà di loro.

Alcuni giovani e giovanissimi, orfani o orfani di fatto, si sono riparati in quel che resta di vivibile tra le macerie, nella zona quarantenata, nel freddo dell'inverno, con scarsità di alimenti e combustibile. Sono Carla una ragazza giovane costretta alla prostituzione, Giulia, sua cugina, spirito gentile e sofferente di tubercolosi, Tullio un ragazzo affascinato dalle promesse del sol dell'avvenire, ladro per necessità e Maria una bambina piccola probabilmente scioccata dalla morte dei genitori durante il bombardamento. Ufficialmente accolti in casa da un vecchio calzolaio per convenienza, lui in pratica gestisce le loro tessere annonarie, i ragazzi devono cercare giorno per giorno di sopravvivere in un mondo ostile.

Fin dall'inizio della vicende si unisce al gruppo Daniele, che ha perso la famiglia sotto i bombardamenti mentre era in collegio. Senza nessuno, se non un nonno a Roma dal quale non vuole andare, Daniele viene accolto dall'improbabile gruppo di ragazzi che pur molto lontani da lui, cercano di avvicinarsi a lui che ricambia questo loro primitivo e sincero affetto provando ad adattarsi e a rendersi utile come meglio riesce.

Ma la guerra è un mostro, divora, distrugge, vite, cose, speranze.

Qui a mio parere emerge il pensiero di Berto, un uomo che aveva creduto a degli ideali completamente distrutti dalla guerra, dalla sconfitta, che lui vive come tale, senza scuse. Se è come può sembrare, il punto di vista dell'autore che emerge dalle pagine del libro, allora l'autore non ha speranza nel futuro, almeno nel momento in cui scrive il romanzo, quel Berto è senza speranza. Il titolo originale che aveva scelto, "La perduta gente", è indicativo del pensiero di Berto, quello che ho sentito io come lettore emergere dal romanzo è l'assenza della speranza, una visione terribile della vita, quella di uno sconfitto. Il titolo originale è poi stato sostituito dal quel "Il cielo è rosso" tratto da Matteo VI, 2, 4, e scelto dall'editore, ad indicare la ricerca di un segno dei tempi, anche se visivamente potrebbe anche richiamare nel lettore l'immagine di un bombardamento aereo.

Il libro è da leggere, sì, per godere della bravura dell'autore e vivere quel momento tragico della nostra storia che i nostri nonni ci hanno descritto nelle loro esperienze personali, ma occorre una certa forza per non farsi trascinare giù in una visione senza speranza.

A riprova di questo il bellissimo film tratto dal romanzo, interpretato da giovani attori che riveleranno nel tempo la loro grandezza, il finale è modificato, stravolto persino... forse era troppo forte quello originale e oramai non già più adatto ad un'Italia che stava appena iniziando a guardare avanti oltre al dramma della guerra.

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Il cielo è rosso 2017-02-06 07:11:23 joannes88
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joannes88 Opinione inserita da joannes88    06 Febbraio, 2017
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La perduta gente

Anno 1944. Le bombe riducono a un cumulo di macerie la città di Treviso, che per interi giorni continua a crollare e bruciare, alzando colonne di fumo e tingendo il cielo di rosso fuoco.

Chi legge Il cielo è rosso di Giuseppe Berto ne rimane segnato. E’ un romanzo che scava a fondo nell’anima e che col suo stile asciutto ma carico di sentimento si legge tutto d’un fiato. La durezza della miseria, raccontata con crudo realismo, fa da sfondo alla storia di quattro ragazzi (Daniele, Tullio, Carla e Giulia) che dopo il bombardamento della loro città si trovano senza famiglia a dover affrontare un mondo cupo e miserabile, dove “la gente non aveva altro scopo di vivere che quello di procurarsi il cibo per non morire”.

Daniele, timido ed introverso, fugge dal collegio dopo la morte dei suoi genitori e vagando smarrito tra le macerie della città trova Tullio, un ragazzo disinvolto che ruba per vivere. Assieme a quest’ultimo, in un’abitazione di fortuna nascosta in mezzo alle rovine, ci sono Carla e Giulia, cugine, ma così diverse tra loro. Carla è esuberante, spesso irriverente. Giulia a suo confronto appare così ingenua ed insicura. Daniele viene accolto nella loro dimora e la sua vita non sarà più come prima.

Una storia di amicizia e d’amore, dove i caratteri e le emozioni dei quattro personaggi sono tratteggiati dalla penna dell’autore con mirabile sensibilità. Il destino di questi ragazzi, la loro esistenza semplice ma non banale, l’intreccio dei sentimenti che li lega fin dal principio della loro convivenza non possono in alcun modo lasciare indifferente il lettore, che è anzi spinto a sperare, assieme ai giovani protagonisti, nell’arrivo “del grande giorno in cui il bene sarebbe venuto sulla terra per tutti gli uomini”, cancellando ingiustizie e miseria. Ma arriverà mai questo “grande giorno”? Si può davvero avere fede nell’umanità?

Il cielo è rosso è un libro drammatico che scombussola, lasciando nell’animo un senso di vuoto e una grande amarezza.

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Il cielo è rosso 2013-05-04 06:15:32 lisetta.
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lisetta. Opinione inserita da lisetta.    04 Mag, 2013
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Il cielo è rosso

Un bombardamento, dura pochi minuti. Tanti ne bastano per togliere la vita a molti uomini.
Ma non solo
.
Pochi maledetti istanti bastano anche per distruggere l'esistenza di chi rimane in vita. In un attimo ti ritrovi immerso tra le rovine di ciò che eri e che non sarai mai più. La guerra ti costringe a regredire, verso uno stato barbaro e animalesco, in una condizione, dove i valori morali e sociali sono aboliti. Se vuoi sopravvivere devi elemosinare, devi vendere il tuo corpo, rubare. E avvolto solo dalla coperta della solitudine e indifferenza, sai che l’unica legge che rimane in vita è la “la legge del più forte” e sei non ti adegui……la morte verrà a presentare il suo conto.

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Il cielo è rosso 2009-12-14 12:16:46 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    14 Dicembre, 2009
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Vite vissute solo pochi mesi

Il cielo è rosso è un romanzo che penetra nel cuore con un’iniziale stilettata, ma poi la lama affonda, progressivamente, pagina dopo pagina, fino a quando, arrivati all’ultima, ci si accorge che l’intimo dolore e la commozione che prorompono in modo incontenibile danno un senso a tutta l’opera, facendo conoscere al lettore il vero significato della parola pietà.

Se Niente di nuovo sul fronte occidentale è il più bel libro contro la guerra, questa opera prima di Berto non è certo inferiore, quasi una parabola dell’uomo impotente di fronte a eventi troppo grandi per lui.

E’ un romanzo corale, imperniato su quattro orfani sopravvissuti a un terribile bombardamento della loro città nel corso del secondo conflitto mondiale. Sono niente più che dei ragazzini che all’improvviso devono maturare in fretta per poter sopravvivere in un mondo sconvolto dalle rovine, dall’abbrutimento, dalla fame, dal vuoto che le bombe hanno creato dentro di loro.

Tre provengono da un quartiere degradato, popolato da gente povera, o addirittura misera, e perciò sono avvezzi da tempo ad arrangiarsi, a combattere quotidianamente per non soccombere, ricorrendo anche a mezzi non leciti o comunque riprovevoli. L’altro è fuggito dal collegio di preti dove i suoi genitori, benestanti, lo hanno mandato per studiare e per stare lontano dai rischi dei bombardamenti.

La differenza di classe diventa quindi un altro spunto di Berto

per un’analisi approfondita della stessa, con la trovata, geniale, di praticare un percorso di progressivo avvicinamento. Così l’ingenuo Daniele, posto di fronte alla nuova realtà, cercherà di adeguarsi ai suoi tre amici, i quali, con altrettanta difficoltà, proveranno ad andargli incontro.

E’ una storia di miseria e di sentimenti, di illusioni e delusioni, in cui il singolo rifulge in quanto parte del gruppo.

Ma è anche una vicenda di sconfitti, di ragazzi che non conosceranno la gioventù gaia e spensierata, troppo occupati a lottare per vivere. Una sola resterà, Carla, la più pragmatica, la non idealista, disposta a fare la prostituta per tirare avanti; eppure anche lei conoscerà la sconfitta, perdendo prima Tullio e poi Daniele, i due ragazzi di cui subisce l’ascendente.

In questo quadro crepuscolare, in cui notevole è l’abilità di Berto di descrivere l’abbrutimento degli uomini a seguito della guerra, non si può tacere un personaggio, Giulia, innamorata di Daniele, troppo tardi ricambiata, un’esile figura di dolcezza quasi materna che soccomberà alla tubercolosi (al riguardo il suo funerale notturno, con la sepoltura fra le rovine, è una delle pagine più struggenti che abbia mai letto).

Non intendo svelare il finale, com’è giusto per rispetto di chi vorrà leggere questo libro, anche se potrà essere intuito da queste righe tratte appunto dal romanzo.

“Compiva ogni gesto rigidamente e con lentezza, spaventato di perdere quel senso di calma che aveva dentro per la gran cosa che gli restava da fare. Ecco che sentiva un gran freddo, perché si era fatto nudo per l’amore degli uomini. Come Gesù e anche altri santi, adesso non ricordava bene chi.”

Il cielo è rosso è la storia di vite vissute solo pochi mesi; Il cielo è rosso è un romanzo stupendo.

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