I soldi sono tutto
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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una fallace ascesa sociale
I soldi sono tutto porta la prestigiosa firma di Fabio Calenda. Lui è nato a Parigi, e ha vissuto a Roma. Ha diretto gli studi finanziari e la formazione in una banca d’investimento e ha collaborato per dieci anni con il supplemento finanziario del quotidiano “La Repubblica”. Ha pubblicato il fantasy archeologico La porta del tempo e successivamente Rosso totale, la storia d’amore tra due ragazzi di opposta estrazione sociale durante gli anni di piombo a Roma.
Ora in questo libro una storia che racconta di una truffa colossale; un libro amaro, scritto con una prosa lieve e precisa, che denota buona conoscenza dei meccanismi che regolano e costruiscono l’alta finanza. Una vicenda che inizia a Roma nel novembre 2006 e termina a dicembre del 2009. Il protagonista assoluto è Gianni Alecci, cinquantacinquenne, con due figli, moglie a carico che lo disprezza continuamente, una suocera a dir poco difficile, un’amante più giovane Lou, che alterna momenti di grande passione ad altri in cui poco lo apprezza. Una che:
“Gli va proprio a sangue, non soltanto per le sue acrobazie tra le lenzuola, ma anche per la prontezza di lingua e per le sue bizze, rivelatrici di una fragilità disarmante. (…) Il coinvolgimento fisico non gli impedisce di vivere la storia come un magnifico altrove in cui rigenerarsi, prima di ripiombare nel grigiore della routine: un giardino segreto pieno di delizie da assaporare con avidità, anche al costo di incappare in qualche spina.”.
Mentre la moglie Eleonora è una lagna, sciatta, poco curata, lo disprezza in continuo e gli fa pesare le sue scarse capacità. Lei:
“sta diventando sempre più sciatta, lo fa apposta. Da secoli non mette piede dal parrucchiere. Un tempo sotto il casco di Grazia ci passava la vita. Non gliene frega più niente di tenere i capelli in ordine: tanto più adesso, dopo l’alzata di ingegno di tagliarseli. E dire che aveva la capigliatura più bella di Roma.”.
Ma lui ha una strategia:
“conosce alla perfezione la ricetta per gestire un caso del genere: attendere che fiocchino le accuse, subito dopo cadere dalle nuvole e negare tutto, anche l’evidenza.”.
Il figlio più grande, Roberto, appena potuto è fuggito all’estero, a Londra, lontano da nonna e madre, ma ciononostante gode della loro massima stima. E’ quasi un mito, il suo volere legge ferrea:
“lo sguardo di Roberto esprimeva un’attesa, che lui interpretò come senso di colpa. (…) La scelta di Roberto di terminare il liceo in Inghilterra suggellò il distacco definitivo. (…) Londra è stata la sua salvezza. Da solo, c’è andato, neanche a sedici anni, pur di fuggire il clima avvelenato dalla tua stramaledetta ostilità.”
Stefano, il figlio più piccolo, è un adolescente problematico che poco comprende ed accetta le dinamiche familiari che tentano di irretirlo. In questo quadro di sofferenza e di scarsa avvedutezza, Gianni tenta l’ascesa sociale, deve trovare ad ogni costo soldi che gli permettano di compiere il grande salto di qualità. L’occasione gli è offerta dal suo amico avvocato Alberto Lepore,
“Lepore aveva ingranato, diventando in tempo record un penalista di grido, (…) era stato il più solerte a mantenere il filo della consuetudine, suscitando incontri diradati ma regolari.”.
La fortuna gli viene incontro nell’investire ingenti patrimoni in Aletheia, una società di fondi offshore, gestita da un asso della finanza: Vincenzo Greco, un suo ex compagno di classe al liceo. Convinta moglie e suocera in questa, Gianni cerca e trova innumerevoli altri investitori. Ecco che le porte dei salotti più esclusivi gli si aprono e nel giro di due anni il suo status muta, diventando un vincente. Ma c’è un fantasma che si sta affacciando prepotente: la crisi. E allora? Le difficoltà ritornano e il bel sogno si rivela un inutile e vacuo castello di carte.
Liberamente ispirato alla vicenda del cosidetto “Madoff dei Parioli”, la storia è priva di scrupoli, di scarsa moralità e di scarsi valori. Racconta di un mondo acido e cinico, di un uomo profondamente solo, privo di scrupoli e di nessun sentimento. La caccia al soldo, alla ricchezza e a qualunque prezzo è di rilevanza nel libro, che si è rivelato, al termine, una lettura poco piacevole proprio nella sua intima caratterizzazione e nei contenuti.
Indicazioni utili
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- no
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Greed and fear, avidità e paura
“I soldi sono tutto” …..già dal titolo si dichiara tutta l’intenzione del romanzo. La vicenda si dipana nell’arco temporale che va dal novembre 2006 al dicembre del 2009 che noi tutti ricordiamo per essere stati gli anni in cui è scoppiata e si è evoluta l a crisi economica mondiale più grave dopo quella del 1919. Nella prima parte che arriva ad aprile 2008 facciamo la conoscenza del protagonista Gianni Alecci ultracinquantenne prestante e benestante esperto di marketing con moglie, due figli e un’amante baby. Capiamo ben presto le dinamiche familiari: la moglie sciatta e i suoceri lo disprezzano ritenendolo un buono a nulla, il figlio più piccolo Stefano è un adolescente problematico ed il figlio maggiore Roberto a 16 anni è andato a studiare all’estero per poi diventare un importante broker prima a Londra poi a Shangai. Nella seconda parte che arriva al settembre 2008 c’è la rincorsa ai soldi, ai clienti investitori in Aletheia che poi si dimostrerà una truffa basata sul classico “schema di Ponzi”, c’è anche l’ora della momentanea rivalsa per Alecci ma purtroppo è forse la parte più noiosa del libro per le troppe descrizioni delle dinamiche dell’alta finanza. La terza parte arriva fino al novembre 2009 e dentro c’è il fallimento della Lehman Brothers, il crollo delle borse, il generarsi di un nuovo tipo di economia -“diversamente dal passato, il trend al rialzo sarà caratterizzato da elevata volatilità. Con cui dovremo abituarci a convivere in futuro, poiché è divenuta la cifra dell’operatività dei mercati nell’era della globalizzazione”- e c’è l’annientamento della vita di Alecci ma anche il suo riscatto.
Mi è piaciuto moltissimo Gianni Alecci. In un contesto dove non si salva nessuno, dove ogni gesto, ogni parola, ogni “sentimento” sono governati dai soldi lui pensa di essere cinico come gli altri ma non lo è; è capace di amore per Stephanie, una bambina, si fida del suo collaboratore sul lavoro che poi lo tromberà, si fida dei suoi “amici” Lepore e Greco che lo trufferanno mettendolo sul lastrico, in realtà è un ingenuo, vive in un perenne stato di inadeguatezza. Scoprirà sulla sua pelle la falsità e il cinismo di tutti quelli che lo circondano, il vuoto di sentimenti nel quale ha sempre vissuto. Verrà salvato dall’unica persona che non si aspetta: il figlio Roberto. Nel loro rapporto Alecci non si è mai reso conto che il primo a non crederci è stato proprio lui mentre il ragazzo lo amava e lo conosceva per chi realmente fosse -“a cosa ti servirebbero i soldi?...Non ti meriti questo. Non te lo meriti proprio. Eri bravo nel tuo lavoro, forse un po’ ingenuo e carente in fatto di autostima, ma bravo”-. Ed è così che Gianni Alecci scoprirà la bellezza del mondo non governato dai soldi ma umano. Riflette Alecci -“ lo punse la nostalgia verso il Gianni Alecci che gli era passato accanto, talvolta sfiorato, mai riconosciuto; un altro se stesso con cui all’improvviso iniziava a fare i conti…”- E’ proprio senza soldi, questa parola che governa le nostre vite, che Alecci scoprirà se stesso perché “i soldi NON sono tutto”.
Romanzo molto bello, interessante anche lo sguardo sul mondo della finanza, popolato da squali ma anche da un sottobosco di persone che vogliono arrivare, un romanzo su un modello di società nel quale a volte ci accorgiamo di vivere sul quale l’autore getta uno sguardo privo di compassione, per certi versi mi ha ricordato il film “Il capitale umano” (da vedere assolutamente).