I nomi che diamo alle cose
Letteratura italiana
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Recensione della Redazione QLibri
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A ciascuno il suo mestiere
Il primo capitolo di questo romanzo mi ha intrigato parecchio, peccato che è stato l'unica parte del libro a farmi questo effetto.
Un funerake: un uomo fa il discorso di commiato in chiesa, con davanti la bara ricolma di fiori, e lo conclude dando del mostro alla cara estinta. Sorpresa nella sorpresa si tratta del figlio. In più, non ci sembra che gli altri intervenuti alla cerimonia se n'abbiano poi tanto a male.
Con una serie di flashback e salti temporali la Masini ci fa entrare nel mondo di Anna, una corretrice di bozze, e di un paesino sulle sponde del lago di Garda. Storie nuove di amori illeciti, di cambi di vita, di amicizie improbabili si intrecciano con storie di vecchi amori illeciti, vecchi cambi di vita ed antiche amicizie improbabili. Il colpo di scena, con la rivelazione che ci spiega tutto, arriva circa a metà del romanzo. Dapprima lo intuiamo da soli, nonostante sia talmente assurdo da essere incredibile, poi sono gli stessi protagonisti a confermarci che la nostra pensata è stata coretta. Il finale è solo un tirare le fila del resto del romanzo, quasi un nuovo inizio verso cosa? Altri amori proibiti, altre amicizie bizzarre?
La trama di questo libro mi ha ricordato i romanzi di Charlotte Link, senza però la ricchezza descrittiva dei personaggi e la precisione espositiva di questi ultimi. In sostaza la Masini ha introdoto tutti gli elementi cari all'autrice tedesca: una giovane donna dalla vita complicata si trova per varie ragioni a trasferirsi in una casa nuova piena di storie e fantasmi. si incontra con un'anziana signora che le racconta a spizzichi e bocconi la sua vita nella quale c'è un qualche segreto. Le due vicende per certi versi si somigliano aiutando la più giovane a prendere una decisione rimandata da tempo.
La novità che c'è in questo volume e che alla fine fine mi porta a dare un giudizio positivo è la presenza di alcuni racconti per bambini che ho trovato molto belli. La Masini nasce come autrice per l'infanzia e solo da poco si è cimentata anche con la letteratura pr adulti. Attraverso l'espediente di una vecchia scatola piena di appunti è riuscita a inserire in questo romanzo anche quello che secondo me è il migliore dei suoi talenti.
Non mi piace molto, invece in generale il suo modo di scrivere. Alcune parti, soprattutto le descrizioni dei paesaggi e degli scorci del lago sono molto belle: sembra di trovarcisi dentro, di sentire i rumori e di vedere i colori che Anna ha davanti. Altre volte invece ho trovato le sue descrizioni prolisse e inconcludenti. Sembra quasi di trovarsi davanti ad una dimostrazione di forza: ecco metto in campo tutta la mia abilità letteraria. Per quanto riguarda la trama. troppi personaggi, uno più improbabile dell'altro, un'infinità di luoghi comuni sugli abitanti dei piccoli borghi e sul loro essere burberi/ottusi.
Tutt'altra cosa i racconti per bambini: trame semplici, ma efficaci con un linguaggio chiaro e diretto adatto sia ai bambini che agli adulti.