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I frutti dimenticati
I frutti dimenticati
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Letteratura italiana
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Suo padre era sparito nel nulla. Con la sua assenza, aveva lasciato un vuoto clamoroso. Ma la fantasia lo aveva trasformato in un uomo quasi magico, protagonista di mirabolanti imprese. Ora, quel padre da sempre ignoto è sbucato all'improvviso, lo ha rintracciato raccontando una bugia alla sua casa editrice. Di punto in bianco, lui dovrebbe chiamare papà un uomo che "per me non è niente, non è nessuno". Proprio quando diventa babbo anche lui, con una compagna che non è più sicuro di amare, mentre tutto sembra sfuggirgli di mano. Non è facile diventare figlio e padre nello stesso momento. Non è facile separarsi dalla madre del proprio figlio proprio in quel momento. Per fortuna, c'è un pozzo segreto e senza fondo a cui attingere. Un pozzo scintillante di amicizie e passioni, racconti e personaggi, avventure reali e immaginarie: piante officinali dai profumi secolari e sogni che volano come mongolfiere, nonne dai poteri speciali e millenni di battaglie nascoste tra le foglie. Per vedere sempre oltre, in mezzo alle onde della vita. E trovare una lingua segreta con cui parlare al proprio figlio appena nato.
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Opinioni inserite: 1
I frutti dimenticati
2009-06-05 22:36:48
gianoulinetti
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Opinione inserita da gianoulinetti 06 Giugno, 2009
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Ritratto di paese e storia di un'infanzia
Un altro dei dodici papabili per la cinquina dello Strega è Cristiano Cavina con I frutti dimenticati (presentato da Ernesto Ferrero e Valeria Parrella). Cavina parla di se stesso, del rapporto con un padre che conosce solo poco prima che muoia, dell’incerta e tormentata attesa di un figlio, di un amore che finisce, di un’infanzia vissuta all’asilo delle suore Dorotee del suo paese: Casola Valsenio in provincia di Ravenna. E poi di una congerie di personaggi di paese, tutti con la propria curiosa peculiarità e stramberia. Gradevole e garbato, ma non indimenticabile.
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