I colori dopo il bianco
Letteratura italiana
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Marsiglia e Silke
Quando Silke arriva a Marsiglia è ancora febbraio ma il gelido inverno che trionfava ad Innsbruck sta già lasciando spazio alla primavera. Un insolito vento caldo la accarezza e, piano piano, comincia a sciogliere il ghiaccio che si porta dentro.
Inizia così il romanzo di Nicola Lecca, “I colori dopo il bianco”, che racconta il percorso di crescita e formazione di una ragazza tirolese, Silke, che lascia la natale Innsbruck e una famiglia ricca di denaro ma povera d'amore per sfuggire alla freddezza e all'infelicità. Silke decide di andare a vivere a Marsiglia, una città colorata, pulsante di vita, di desiderio e di speranze, ma anche di sporcizia e violenza, tanto concreta da diventare essa stessa un personaggio del romanzo.
La giovane donna è stanca della perfezione apparente che regna da sempre nella sua famiglia e dopo un episodio che è stato considerato dai suoi genitori particolarmente drammatico e che ha convinto suo padre a cacciarla di casa, Silke ha deciso di iniziare finalmente a vivere a pieno, ha voluto lasciare il freddo e l'ordine esasperato per cercare di raggiungere il mare, l'amore, la felicità.
«È stato allora: è stato in quel momento che ho deciso di andare via dal gelo e di salvarmi.
L'istinto della vita ha prevalso su quello della morte. E, per contrasto, ha evocato palme, sole, mare, allegria e confusione.
Non sarei mai potuta fuggire fra altre montagne.
Volevo andare nel posto più diverso possibile da quello in cui ero stata reclusa.
E così ho pensato al mare: e a Marsiglia.
Proprio come Thomas Bernhard, anch'io ho scelto di andare nella direzione opposta.»
Certo il percorso non sarà così facile, non è mai troppo facile. Ci saranno momenti complicati, momenti in cui la scelta fatta sembrerà sbagliata, oppure troppo pericolosa ed esasperante. Ma Silke è forte e molto coraggiosa e comprende che la vita a volte ci pone davanti a prove dolorose, altre volte invece è generosa e ci offre una miriade di possibilità. Bisogna avere il coraggio di provare ad afferrarle, queste possibilità.
Un romanzo che è come un raggio di sole primaverile: carico di speranza e ottimismo, è in grado di regalarci un momento di benessere, sognando il mare e la felicità.
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Silke il Tirolo e Marsiglia
Trama ben strutturata, l'attenzione del lettore è catturata subito, ottime le differenze evidenziate tra i luoghi descritti, e i personaggi principali son ben caratterizzati e delineati.La protagonista è Silke, giovane rampolla austriaca figlia di un benestante, un'ipotetico scandalo che verrà svelato solo verso la fine del testo, rovina l'immagine del padre e Silke è costretta a cambiare aria, dal Tirolo si trasferisce nientedimeno che a Marsiglia. Qui è molto bravo l'autore a descrivere gli approcci della giovane ragazza in un luogo dai colori, dai modi, dai costumi completamente diversi dal posto natio. Silke subisce il fascino di questa città di mare, allo stesso tempo però è spaventata e vive anche momenti cruenti. Non si scoraggia Silke e piano piano apprezza questa nuova realtà per poi sbocciare come un rosa, grazie anche alle persone conosciute, soprattutto Didier, un ragazzo dal vissuto difficile. Come dicevo in apertura ho apprezzato molto le digressioni sui luoghi e voglio concludere con due estrapolate in merito, una sul Tirolo(p123)
...""non vedo l'ora che Didier sistemi la nuova serratura. Voglio fargli ascoltare il Tirolo.Philip Glass l'ha trasformato in musica.C'è tutto fra quelle note: il volo delle aquile, le nuvole e la solitudine dei lupi che si aggirano , la notte, per i boschi"""
e poi su Marsiglia(p74)
...""che strano quasi tutti considerano Marsiglia un luogo oscuro e pericoloso.Invece Didier l'ha sempre amata . In fondo , se lui c'era , se lui esisteva , era merito di questa imprevedibile città che ha sempre ingarbugliato a tal punto le esistenze dei suoi abitanti da rendere impossibile la solitudine , sostituendo alla monotonia del bianco l'infinita coloratura del caos"
Bel libro
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desiderare non basta, bisogna volere
“Silke viene dal silenzio, dall'ordine e dal bianco”. Dal silenzio di una vita che soffoca le emozioni, dall'ordine di una ricca famiglia in cui la reputazione conta più della verità e dal bianco di una città, Innsbruck, in cui tutto appare perfetto. Fugge da un padre che le ha imposto una “maschera capace di nascondere i sentimenti, i desideri, le paure e anche il dolore”, che l'ha costretta a vivere senza la possibilità di scegliere, né di sbagliare. Fugge da un passato di sofferenze, di umiliazioni e di vergogna con la speranza di poter ricominciare “nella direzione opposta” a quella dettata dai suoi genitori. Silke ha ventiquattro anni quando arriva a Marsiglia per trascorrere sei mesi in un monolocale rumoroso e sporco, ma dal quale può “vedere il mare che segna la linea di confine tra l'ordine e il caos”. Agli occhi della ragazza si spalanca finalmente un mondo pieno di colori, di profumi, di voci e di vita. Silke, curiosa ma alquanto spaventata, inizia ad aprirsi e a conoscere persone umili, ma sagge e disponibili ad aiutarla a superare la paura di vivere e di amare. Tre personaggi contribuiscono in modo decisivo alla rinascita della protagonista: Murielle, ex prostituta che si prende cura di lei come una madre, un'anziana gattara che le dispensa saggi consigli e Didier, giovane ed affascinante ladro che le farà battere di nuovo il cuore. Grazie a questi nuovi amici Silke capisce che essere felici è una scelta e che per ottenere qualcosa si deve lottare: “desiderare non mi è mai bastato” le confida Murielle, “io ho voluto. Ho voluto fortemente ogni cosa. E tutto ho strappato alla vita”. (p. 107)
Ho trovato questo romanzo molto piacevole: l'intreccio è semplice e forse per certi aspetti poco credibile, ma coinvolgente soprattutto perché a lungo resta celato il motivo per cui Silke si è trovata costretta ad abbandonare Innsbruck. La vera protagonista di questa storia è, a mio avviso, Marsiglia in cui l'autore ha vissuto e di cui sa trasmettere l'atmosfera multietnica, caotica, inebriante di profumi e di colori. Nicola Lecca, autore premiato in Italia e tradotto anche all'estero, si definisce “un artigiano della parola”: sceglie ogni termine con accuratezza, ha uno stile elegante e scorrevole.
“I colori dopo il bianco” è una favola moderna che trasmette una sensazione di positività, di rinascita, di libertà.
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La chiave della felicità
Mi piacciono le storie raccontate da Nicola Lecca, così colme di amore per la vita, ottimismo, speranza, e con la concreta possibilità per i protagonisti, dopo tante traversie e sofferenze, di raggiungere la felicità.
«Il destino non esiste. Non c'è. È un'invenzione. Il destino sei tu. È ciò che vuoi: ciò che desideri.»: già l’inverno scorso queste parole, in accompagnamento al libro fresco di stampa in bella mostra nella vetrina di una libreria, mi colpirono e diedero molto da pensare. È vero: il destino è un’invenzione, e forse anche una scusa dietro la quale si trincerano spesso le nostre indecisioni e mancanza di coraggio. Finisce per comprenderlo pure Silke, la giovane protagonista del romanzo, quando si decide a riprendere in mano le redini della propria vita; una vita che, come lei scopre, può essere persino improvvisazione e costruttiva disobbedienza, a dispetto delle rigide e asettiche regole di una famiglia per cui l’apparire è tutto.
Ed ecco, dunque, che una città come Marsiglia, con le sue atmosfere magicamente mediterranee e crocevia di colori, suoni e sapori tra Europa e Africa, può diventare il luogo per puro caso ideale da cui provare a ricominciare.
Un bellissimo romanzo sul significato dell’esistenza, purtroppo sempre così sfuggente se non incomprensibile, e sulla ricerca di quella felicità cui tutti aspiriamo, spesso affannandoci inutilmente senza renderci conto che all’improvviso basta appena allungare una mano per afferrarne la chiave. Così, quando ci appaiono vicinissime tutte le piccole cose che fanno grande la vita, capiamo infine che la vita stessa “molto toglie: ma anche molto dà. Dà in forme spesso difficili da catalogare. Dà tutto insieme: quando, ormai, avevamo smesso di sperare: vinti dalle delusioni e decisi a smettere di cercare. Dà quando non chiedevamo più e stavamo per abbandonare il campo da gioco. Dà e basta. Senza pretendere niente in cambio. Dà: per compensare in segreto tutto il male che abbiamo subito. Lo fa in maniera inattesa quando – in realtà – noi ci saremmo accontentati di molto meno. Dà attraverso persone che a lungo avevamo evitato a causa dei nostri pregiudizi. Dà inspiegabilmente e in abbondanza: come se le migliaia di volte in cui abbiamo desiderato fossero state depositate in una banca svizzera e avessero fruttato gli interessi. Dà mentre il destino a tutti gli altri, spietatamente, toglie. Dà, non tanto perché lo meritiamo, ma perché nel caos del mondo è finalmente arrivato il nostro turno.”
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Un arcobaleno
Bellissimo affresco di una vita e bellissima fotografia di una città. Questo libro racconta la storia di una rinascita dell’anima di una giovane donna che ritrova se stessa in una città dai poteri direi magici. Marsiglia è un caleidoscopio, cambia colore in continuazione e cambia le persone. I suoi colori liberano la protagonista dal buio che si porta dentro e riescono a toglierle quella maschera che le vela l’anima. E’ un libro pieno di luce. Invitante fin dalla copertina che ha colori che ricordano un acquerello. Anche solo leggendo il libro senti che via via sfuma la monotonia del bianco, che nel libro ha un suo ben preciso senso perché rappresenta le origini, fino a perdersi nell’infinita coloratura del caos. E’ un libro che infonde serenità e gioia.