Gli uomini di Bluma
Letteratura italiana
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Segnata dal destino
Questo, dopo La Magìa del Fuoco e L’eredità di Venanzio, è il terzo romanzo che leggo di questo bravo autore pesarese.
Gli uomini di Bluma ha un’ambientazione legata sempre alla terra, comune denominatore dei lavori di Rocchi, e l’epoca della vicenda è quella che va dagli ultimi mesi della seconda guerra mondiale agli anni del boom economico.
Come caratteristica dell’autore il romanzo si compone di due parti, una prima che costituisce di fatto il nucleo principale dell’intera storia e l’altra che è un suo sviluppo in epoca successiva.
Bluma è una giovane che cresce in un casolare, figlia di un povero padre malato di tisi, che è una tara familiare, e di una donna quasi misteriosa, un’armena che comprenderemo come sia capitata nel nostro paese.
Secondo me, questa prima parte è veramente splendida, ricca di inventiva, di colpi di scena, con una tensione anche da giallo (e questa volta ci scappano veramente i morti ammazzati), con personaggi disegnati con la consueta abilità che è nel dna letterario dell’autore.
Troviamo ritmo, colpi di scena, l’amore viscerale per la terra, insomma pagine che non solo sono piacevoli da leggere, ma che portano anche significati di notevole spessore, in cui la figura femminile, rappresentata da Lulugi, madre di Bluma, assurge a simbolo della fierezza delle donne che hanno subito e subiscono i soprusi degli uomini.
La seconda parte, che parla soprattutto di Bluma adulta, è invece più convenzionale, dai toni drammatici spesso accesi che, senza togliere nulla alla gradevolezza dell’opera, spengono però un po’ l’originalità dell’intera opera; soprattutto, si avverte un salto nell’evoluzione della trama non attento e curato come nelle due opere che ho citato sopra.
Resta comunque un romanzo di ottimo livello, piacevole da leggere e anche avvincente.
Per quanto ovvio, lo consiglio caldamente.
Indicazioni utili
L'eredità di Venanzio, di Valentino Rocchi.