Gli ultimi ragazzi del secolo
Letteratura italiana
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NON ALLA SOSTANZA, NON AL CUORE.
Il romanzo di Alessandro Bertante risulta troppo scarno ed elementare. Una duplice storia poco approfondita su di un’ infanzia ed una formazione negli anni settanta, ottanta e novanta intervallata e cadenzata dal racconto di un viaggio dello stesso protagonista nei Balcani compiuto a metà anni novanta a guerra appena conclusasi.
Testo debole ed a tratti banale che avrebbe dovuto sviscerare molto meglio temi importanti quali : gli anni delle lotte studentesche e la loro lenta fine, il boom commerciale e la deriva capitalista dell’ Italia, la politica, le tendenze sociali, l’ eroina e la piaga dell’ AIDS ed appunto la guerra nell’ ex Jugoslavia.
Tutti argomenti sfiorati solamente da Bertante ma per un libro che pone le sue fondamenta proprio sulla storia e sugli eventi quali veicolo di una crescita anche personale è impensabile non affrontare e scandagliare tali avvenimenti, vieppiù quando parte integrante di un romanzo autobiografico, in maniera molto più approfondita.
Pare che l’ autore pensi di compensare le omissioni storiche con le proprie elucubrazioni mentali e con nobili pensieri di profonda sensibilità tardo adolescenziale che non sanno comunque affondare nel cuore. Un velo di stucchevole retorica aleggia sempre nel romanzo ad inghiottire i sentimenti e le tribolazioni del giovane protagonista. Una penna, quella di Bertante, che non emana calore ne colori.
Ne risulta un libro di facile lettura che non lascia nulla al lettore se non qualche nozione di storia e geografia comunque facilmente reperibili su wikipedia. Anche le vicende personali del protagonista vengono trascinate nella superficialità. Personaggi mai caratterizzati e problemi vaghi anch’ essi poco ( e male ) approfonditi, che dovrebbero accomunare un’ intera generazione.
Peccato, argomenti validi con argomentazioni deboli. Una trama, ed inesorabilmente anche una scrittura, che non sanno emozionare.