Narrativa italiana Romanzi Gli ultimi ragazzi del secolo
 

Gli ultimi ragazzi del secolo Gli ultimi ragazzi del secolo

Gli ultimi ragazzi del secolo

Letteratura italiana

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Luglio 1996. Un viaggio estivo in Croazia porta il protagonista, insieme a un amico, fino a Mostar e a Sarajevo per toccare con mano i segni di una guerra non ancora finita. Attraversando con una Panda le montagne bosniache, Bertante racconta le devastazioni e le paure del conflitto balcanico. Durante questo avventuroso viaggio, il narratore si mette a nudo con coraggio, raccontando la sua generazione cresciuta negli anni Ottanta, un serpente che vediamo snodarsi attraverso le canzoni, i film, l'abbigliamento, la trasformazione di Milano, l'esplosione delle tv commerciali, la new wave e i centri sociali, fino alla mattanza delle droghe pesanti e alla tragedia dell'AIDS. "Gli ultimi ragazzi del secolo" è un romanzo crudo e potente dove la memoria di un adolescente randagio e ribelle si fonde con la dolorosa presa di coscienza di un giovane uomo di fronte al dramma della Storia.



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Gli ultimi ragazzi del secolo 2016-05-01 15:24:35 Alberto30
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Alberto30 Opinione inserita da Alberto30    01 Mag, 2016
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NON ALLA SOSTANZA, NON AL CUORE.

Il romanzo di Alessandro Bertante risulta troppo scarno ed elementare. Una duplice storia poco approfondita su di un’ infanzia ed una formazione negli anni settanta, ottanta e novanta intervallata e cadenzata dal racconto di un viaggio dello stesso protagonista nei Balcani compiuto a metà anni novanta a guerra appena conclusasi.
Testo debole ed a tratti banale che avrebbe dovuto sviscerare molto meglio temi importanti quali : gli anni delle lotte studentesche e la loro lenta fine, il boom commerciale e la deriva capitalista dell’ Italia, la politica, le tendenze sociali, l’ eroina e la piaga dell’ AIDS ed appunto la guerra nell’ ex Jugoslavia.
Tutti argomenti sfiorati solamente da Bertante ma per un libro che pone le sue fondamenta proprio sulla storia e sugli eventi quali veicolo di una crescita anche personale è impensabile non affrontare e scandagliare tali avvenimenti, vieppiù quando parte integrante di un romanzo autobiografico, in maniera molto più approfondita.
Pare che l’ autore pensi di compensare le omissioni storiche con le proprie elucubrazioni mentali e con nobili pensieri di profonda sensibilità tardo adolescenziale che non sanno comunque affondare nel cuore. Un velo di stucchevole retorica aleggia sempre nel romanzo ad inghiottire i sentimenti e le tribolazioni del giovane protagonista. Una penna, quella di Bertante, che non emana calore ne colori.
Ne risulta un libro di facile lettura che non lascia nulla al lettore se non qualche nozione di storia e geografia comunque facilmente reperibili su wikipedia. Anche le vicende personali del protagonista vengono trascinate nella superficialità. Personaggi mai caratterizzati e problemi vaghi anch’ essi poco ( e male ) approfonditi, che dovrebbero accomunare un’ intera generazione.
Peccato, argomenti validi con argomentazioni deboli. Una trama, ed inesorabilmente anche una scrittura, che non sanno emozionare.

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