Giro di vento
Letteratura italiana
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il solito ormai prolisso De carlo
Chi non conosce De Carlo scoprirà una scrittura agile e sottile, un vocabolario ricco e mai gratuito, un’atmosfera malinconica e sincera da immedesimazione istantanea, per dirla con lui. Eppure chi si è commosso sulle pagine di Due di due, chi ha divorato Uto o ha apprezzato fluidità e freschezza narrativa di Tecniche di seduzione non faticherà a riconoscerne parti, concetti, persino situazioni riprodotte in Giro di vento. La tendenza a ripetersi è stata probabilmente una costante innegabile della produzione letteraria decarliana, e se questo è spesso visto come un limite e anche vero che è indice di appartenenza, sincerità e coerenza, un marchio di fabbrica che ci fa sentire subito a casa, protetti, rassicurati. Non gli si rimprovera di certo nessun cambio di registro presuntuoso, ipocrita, nessun trasformismo di maniera, nessun eclettismo forzato.
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Commento acronimo
Giungono in Umbria due uomini, due donne e un agente
Immobiliare per realizzare un investimento da borghesi. Ma
Rimangono vittime di un guasto d’auto in loc. Giro di Vento
0ve i cellulari non hanno campo e il bosco è fitto fitto.
Da lontano scorgono un casolare. Occupato abusivamente,
Ivi abitano strane persone: Arup, Gaia, Mirta, Icaro e Aria.
Vivono da comunità autonoma, elementare, di sussistenza
E rifiutano il contatto con la società nevrotica.
Narra De Carlo con ironia lo scontro tra mondi e mentalità.
Tra equivoci, emozioni, conflitti, sorprendenti evoluzioni, un
Ottimo affresco della società contemporanea iperattiva e nevrastenica, saturata dal benessere, occupata dal senso del possesso, viziata nella certezza di poter avere tutto, animata da sentimenti artificiali. Un romanzo che ha vaghe analogie con il film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” con una strepitosa Mariangela Melato.
Bruno Elpis
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A chi ha visto il film della Wertmuller...