Fuoco su Napoli
Letteratura italiana
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Linguaggio straordinario, finale pulp
Il linguaggio di Cappuccio mi ha intrigato immediatamente appena ho preso in mano il libro alla Feltrinelli e ne ho letto due pagine a caso.
Un linguaggio allo stesso tempo poetico ed impressionistico, colto, filosoficamente raffinato, oscillante fra neologismi e parole desuete che intrigano parecchio il lettore mediamente colto (come io penso di essere).
Della trama, che parte da un'idea decisamente geniale, ma si immerge anche nei più profondi sentimenti umani e personali, qui non parlerò perchè va scoperta da soli e vi dirò che fino a tre quarti del libro ne ero assolutamente entusiasta.
L'ultimo quarto mi ha lasciato decisamente interdetto e perplesso.
Il linguaggio, lo sfondo cambia, come cambia Napoli sullo sfondo, e sembra che sia un'altra persona a scrivere.... certamente un effetto voluto perchè uno scrittore capace di scrivere un libro così interessante ed intrigante non può scivolare, ma solo avanzare a piedi fermi, su un terreno un pò pulp di delitti stupri e intrighi.
Appena finito di leggere il libro (rubando parecchie ore al sonno) ho deciso di ricominciare a leggerlo evidenziando quelle parti poetiche e stupende che mi hanno fortemente colpito e, soprattutto, quelle parole spesso inventate, che sole potevano dare il senso vero dell'emozione che Cappuccio voleva trasmettere.
E' un libro che sto consigliando e che consiglierò.
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Niente di nuovo sotto il Vesuvio
Diego Ventre, il protagonista di questo romanzo, ricorda quei faccendieri e immobiliaristi che da alcuni anni campeggiano sulle prime pagine dei rotocalchi italiani, tutti in giacca e cravatta con l’immancabile “escort/attricetta” al fianco. Al contrario di questi ultimi, il personaggio di Cappuccio ha più charme e cultura. Conquista le donne con la lirica e la pittura oltre che con una montagna di soldi. Ma Diego Ventre rappresenta anche la “Nuova Camorra che avanza”,quella in doppiopetto, infatti di professione fa l’avvocato penalista, difende “’e megl’ fetiente e Napul’ con cinica determinazione. In realtà, durante la lettura del romanzo, scopriremo che a muovere le fila dei camorristi è lui. Intelligente, preparato,senza scrupoli, da ragazzino imberbe assassinò senza pietà l’amante della madre e poi si rifugiò in Sicilia a casa di amici e questi “amici” lo iniziarono alla Mafia. Da adulto con spregiudicata efferatezza si fece strada nei labirinti melmosi della politica italiana e della camorra organizzata.
Divenuto “amico” di un dirigente dell’Osservatorio Vesuviano apprese informazioni riservate su un'imminente eruzione dei Campi Flegrei.
Da imprenditore, fiuta l’affare, organizza con il suo “clan” il nuovo sacco di Napoli. Vende a prezzi stracciati case che sorgono nelle zone che saranno interessate dall’eruzione e acquista terreni e immobili là dove la forza della natura non colpirà. Ma anche i più scaltri tra gli uomini hanno un tallone di Achille, per Diego Ventre è Luce Sangrano, ragazza di una nobile famiglia napoletana decaduta, bella come Capri, luminosa come Positano, sensuale come Pompei, intrigante come Cuma, ma pericolosa come il Vesuvio.Un "Ritratto di donna" tradirà entrambi.