Narrativa italiana Romanzi Favola in bianco e nero
 

Favola in bianco e nero Favola in bianco e nero

Favola in bianco e nero

Letteratura italiana

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Nel poetico e tenebro mondo boschivo di Mauro Corona, non è raro imbattersi in una favola. Ma non è scontato che si tratti di una favola idilliaca, perché è proprio quando la narrazione si avventura nel fantastico che l'autore trova l'occasione per far emergere con forza la sua vena più caustica e dissacrante. E questa volta è chiaro più che mai: "Ho scritto una fiaba cattiva sul Natale, perché il Natale è una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni". Se con "Una lacrima color turchese" ci aveva portato ad accettare lo straordinario, ovvero l'eccezionale scomparsa del Bambin Gesù, fuggito dai presepi di tutto il mondo per provocazione, in questo suo ideale seguito si spinge ancora più in là, sfidandoci ad accogliere il diverso. "Favola in bianco e nero" si apre, infatti, con la prodigiosa apparizione di due statuine del Bambin Gesù, una con la pelle bianca e l' altra con la pelle nera, che si materializzano, inaspettatamente, allo scoccare della mezzanotte in tutte le case del mondo. La reazione che si scatena, però, è piuttosto prevedibile, perché tutti cercano di rimuovere la statuina di colore; del resto, la tradizione vuole che Gesù abbia la pelle bianca, nessuno è in grado di tollerare una simile anomalia. Senza grandi giri di parole, dunque, Mauro Corona ci inchioda alle nostre responsabilità. Ci grida in faccia che “la guerra siamo noi”, “che tentiamo di fregare l’amico a ogni passo”, “che teniamo il marcio dentro per paura di essere scoperti” e ci invita a riflettere, lanciandoci un monito che, alla luce dei recenti avvenimenti legati agli sbarchi dei migranti, si fa ancora più severo e urgente.



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Favola in bianco e nero 2021-04-05 19:06:21 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    05 Aprile, 2021
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Un grido d'accusa

Mauro Corona è uno scrittore che si definisce rancoroso. Questa sua favola la descrive come una favola cattiva. Eppure è uno strumento che rappresenta, in modo esemplare secondo me, il suo modo di risvegliare le coscienze, di esprimere le proprie opinioni, i propri giudizi, con uno stile che ammiro sempre tanto, in ogni suo libro. Il suo è un mondo boschivo, poetico e tenebroso ed in questa sua favola lancia un grido d’accusa contro il mondo malato di cattiveria, di razzismo, così come anche di perbenismo. E’ una favola di Natale e ci racconta la storia di una magia inspiegabile che porta due Gesù Bambini in ogni presepe del mondo: uno di loro ha la pelle bianca ed uno di loro ha la pelle nera. E molte poche persone, in tutto il mondo, accettano di buon grado il Gesù Bambino con la pelle nera. E’ una fiaba gelida, ma che ci apre gli occhi su ciò che abbiamo accanto tutti i giorni. Con stoccate non indifferenti ai politici. E una pennellata colorata di stima per Obama e per il nostro Papa.

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Favola in bianco e nero 2017-02-21 19:29:26 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    21 Febbraio, 2017
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PROVOCATORIO

Il mio primo libro di Mauro Corona, che ho avuto il piacere di incontrare dal vivo, non posso dire che mi abbia entusiasmato più di tanto.
Una favola provocatoria e più che attuale che ci serve su un piatto d'argento tutti i difetti della nostra società, dal malcelato razzismo alla falsità politica.
Sicuramente un libro scorrevole e molto breve che ti cattura ma forse la sua brevità e ripetitività non ne fanno un capolavoro.

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