Esercizi sulla madre
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Mater anima mea
“La vita non deve essere buttata, anche quando non è quella che vogliamo.”
Come nel suo precedente Pozzoromolo, Luigi Romolo Carrino ci stupisce con un’altra prova di scrittura creativa, delicata, prorompente, violenta, cupa, claustrofobica, dolce, sinuosa, allarmante, impudica, sconfortante, poetica e destabilizzante e lo fa attraverso la malattia mentale.
Libro di difficile lettura, da rileggere ad ogni tavola, perché c’è sempre qualcosa che nella lettura precedente è sfuggito e per questo diventa un libro notevole, di uno spessore che non sta nel raccontare una semplice storia di personaggi, ma nella rielaborazione e narrazione della mente umana, una mente malata certo, ma che fa della malattia un resoconto della vita chiaro e netto, tra spruzzi di Haldol, Rivotril e le tavole di Rorschach, tra le sorridenti pubblicità di un rumoroso Carosello di un televisore in bianco e nero e una maglia fatta a mano mai terminata. Sono i dieci esercizi mentali che dettano dieci madri diverse dove il pensiero e l’angoscia di un bambino e il ricordo annebbiato e contorto di un adulto mettono a nudo una vera ed autentica rivelazione, quella intima, quella di uno stupro, di una amore rubato, bruciato, di sentimenti primordiali, antichi come quello che ci lega al cordone ombelicale. Quando il vagito di un neonato non è mai una vita che nasce ma la continuità della vita di una madre e di conseguenza la ribellione al di là di ogni immaginazione per riappropriarsi della propria vita, della propria identità, del proprio respiro con l’unica certezza quella dell’abbandono, dell’amore e dell’oblio.
“Quanto tempo è tutto il tempo che aspetto?”