El especialista de Barcelona
Letteratura italiana
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Romanzo coraggioso, contro ogni ipocrisia
Aldo Busi, incatalogabile per lo sfrontato coraggio con cui si pone al di fuori di ogni convenzione e di ogni “regola” letteraria, costituisce sempre una sorpresa. Che dire di questo romanzo (se così si può chiamare) originale, contro ogni schema ed ogni parrocchia, dissacrante e tenero, disperato eppur spietatamente lucido ? Se ne infischia, lui, dei perbenisti ipocriti, si fa un gran baffo delle comuni credenze laiche o religiose e di ciò che si può dire ma che per comune decenza non si deve dire. Busi si pone al di sopra di ogni sospetto, è quello che è, l’Autore più libero, sincero e naturale della nostra letteratura d’oggi : non lo si discute, o lo si detesta o lo si ama apprezzandolo senza se e senza ma, in tutte le sue fulminanti e illuminanti sfaccettature. Anche il modo di scrivere è unico : splendidamente folle, geniale, a volte volutamente contorto, a volte incomprensibile e disorientante (ma chiaro per chi non perde il filo e sa leggere tra le righe, e non sono in molti !). Una scrittura che avvince, che salta di palo in frasca, che inframmezza ritornelli di motivetti in voga, in cui tutto si mescola : autobiografia, critica feroce contro le convenzioni accettate supinamente da greggi di ogni tipo, invettiva, passione civile, il tutto legato sottilmente dal filo del romanzo. Ed il romanzo racconta, divagando e ondeggiando, un soggiorno dello scrittore a Barcellona ospite successivamente in due appartamenti attigui (quello di un balordo e meschino “especialista”, con parentela complicata e invadente, prossimo a nozze gay e quello di una maliarda adescatrice, efferata maestra di vizi e intrallazzata in poteri di altissimo livello ), allietato da quotidiani colloqui nella piazza di fronte con una saggia foglia di platano, pencolante perché colpita di striscio dal volo di un elicotterino-giocattolo cinese e prossima a staccarsi definitivamente dalla pianta. Dal contrasto tra i personaggi equivoci, rancorosi, vendicativi, banali che si alternano negli appartamenti ed i rasserenanti colloqui con l’adorata foglia (una sorta di alter ego, che risponde e disquisisce saggiamente con lo scrittore ) ecco tutto il fascino della scrittura di Busi, disincantata ed incalzante, pronta a sferzare ingiustizie e privilegi di un mondo che ha adottato la corruzione del male, diventata ormai consuetudine, come marchio infame che non prevede redenzione e che può essere combattuto solo con la forza incorrotta e pura di una adamantina onestà intellettuale, scevra di ogni contaminazione.
E Busi alterna con efficacia momenti di tenerezza e di consapevole rimpianto ( toccanti le pagine sull’amore materno e filiale, rivelatori i momenti autobiografici in cui candidamente confessa le opere disinteressate di beneficenza – pretende solo e almeno un “grazie” - a chiunque abbia necessità) a critiche brucianti nei confronti di religioni e dei di ogni tipo, colpevoli con i loro tentacolari apparati di incatenare e asservire il mondo con il pretesto di mondare per lucro ogni genere di peccato, originale o no. Un romanzo (ed uno scrittore ) coerente e coraggioso : leggerlo (ed arrivare in fondo) non può che far bene, soprattutto se si riesce a riflettere su alcune perle di saggezza sparse qua e là.