Eibhlin non lo sa...
Letteratura italiana
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Accadrà. Lascia che le cose accadano.
Chi mi conosce bene di certo non ignora che fra i vari generi letterari il fantasy non rientra nelle mie grazie. In effetti romanzi come il Signore degli anelli, con il loro carattere mitologico, del tutto avulso dalla realtà, non riescono ad avvincermi, mi fanno sembrare, nel cercare di leggerli, un pesce fuor d’acqua.
Quando ho preso in mano Eibhlin non lo sa… ero perciò titubante, quasi restio, in preda all’amletico dubbio se convenisse o meno che cominciassi a leggerlo.
Poi mi sono deciso e dal prologo alla fine è stata una lettura ininterrotta, come assai difficilmente mi capita con altri romanzi.
Sì, ho assaporato il piacere di abbandonarmi totalmente a questa meravigliosa vicenda, perché non si tratta tanto di un fantasy, ma di un testo in cui la ricerca di un’antica spiritualità al fine di vivere il presente è la chiave dominante, con tutta una serie di perle di saggezza che mi hanno letteralmente coinvolto.
Non ci sono gli elfi, non ci sono i draghi, c’è quell’intimo contatto con la natura proprio dell’antica civiltà celtica.
Il personaggio di Eibhlin, strega per discendenza, è di accattivante dolcezza e il corollario di protagonisti che le stanno intorno, esseri che vivono sulla razionalità dell’uomo moderno e che poco a poco riscoprono il piacere di una vita a misura d’uomo, in armonia con se stessi e con l’ambiente, è veramente azzeccato, con caratterizzazioni diverse, ma verosimili e ben riuscite.
E poi è sempre presente lo stile mai greve di queste due scrittrici, una sorta di ruscello che scorre gorgogliando senza mai perdere di velocità, insomma quello che serve per leggere senza stancarsi, anzi per divorare le pagine.
Quest’opera ha un messaggio, riportato nel sottotitolo “Accadrà. Lascia che le cose accadano.”, un invito a vivere pienamente la vita, ad avere entusiasmo nei sentimenti, ad affrontare prima che gli altri se stessi, in una sorta di approfondimento dell’innata spiritualità che libera l’essere umano dal concetto di tempo, rendendolo di fatto l’immortale esempio del perfetto equilibrio della natura.
Non aggiungo altro per un’opera la cui lettura mi ha entusiasmato e che riverbera ancora i suoi effetti, mentre scrivo queste parole.
In un mondo in cui tutto è fiction, il meraviglioso incontro con la realtà di una terra come l’Irlanda e la saggezza di Eibhlin costituisce la magia per ritrovare il senso della vita in un’umanità delusa e indifferente.
Concludo dicendo che mi piacerebbe tanto che potesse essercene una trasposizione cinematografica, a mio avviso possibile sia per la struttura della narrazione che per la trama stessa.