Eden
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Povero Diavolo!
Un libro sorprendente.
L'ho iniziato che non ci capivo quasi niente, tra un complotto che si stava svolgendo in tutta segretezza e dei dialoghi in flashback che non si capiva dove volessero andare a parare. Chi erano questi due che parlavano, e cosa c'entravano nella storia? Perché una cosa era chiara: che non fossero stati messi li a caso.
E infatti.
Dopo un'iniziale confusione da parte mia, dovuta più all'ignoranza sui "personaggi" riportati che a una mancanza dello scrittore, dopo i primi, brevi capitoli, dunque, sono stata trascinata nella storia, ho iniziato a riconoscere i protagonisti, a capire cosa volessero, perché lo volessero.
C'era dunque una congiura in atto. Qualcuno, sotto il vessillo della Libertà (come sempre, del resto), cercava di cambiare le cose e invertire l'ordine costituito. Quel qualcuno era Lucifero.
Sappiamo tutti che fine abbia fatto.
Ecco, questo libro fornisce una diversa visione dei fatti, che vengono reinventati e reinterpretati. Non più un Angelo, divenuto oscuro, che egoisticamente ed immotivatamente si ribella a Dio, ma un Angelo che si fa delle domande, vede l'ingiustizia che aleggia anche su Eden, vuole riportare l'uguaglianza, vuole spodestare il dittatore. Un dittatore che agisce per mano di un esercito, i Cherubini, e che sopprime chiunque gli si opponga. Come qualsiasi dittatore del resto.
Per prendere in prestito le parole di Luca Carboni "un Dio cattivo e noioso / preso andando a dottrina / come un arbitro severo fischiava / tutti i perché". Lucifero insomma vuole rimediare a tutto questo.
Sappiamo che non ce la farà, ma il libro inventa delle situazioni, dei perché, mette in evidenza come in ogni congiura ci sia sempre la paura di essere smascherati sia da qualcuno di fiducia, sia da chi sta al potere, come il potere costituito sia solitamente forte, come le invidie e le gelosie possano essere motivo di riuscita o fallimento di tutte le azioni.
Se siete particolarmente religiosi, probabilmente una simile interpretazione potrà offendervi o infastidirvi.
Per me non è stato così. L'ho letto per quello che è: un romanzo.
Ho trovato il personaggio di Lucifero, come quello del Grande Padre, di Eva, di Michele, particolarmente riusciti.
La trama risulta intrigante, in un crescendo di avvenimenti.
E lo stile… strano: un pò antiquato, un pò no; strano nel senso di decisamente piacevole del termine.
Alla fine, ho pensato: "Povero Diavolo!".
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L'altra faccia dell'Eden
A tratti thriller, talora romantico, argomentato e diretto EDEN è un romanzo che colpisce per la sua indubbia originalità: la trattazione di un episodio della Genesi noto ma ahimè poco letto a causa della scarsa conoscenza biblica.A dire il vero l'argomento non è originale poiché nel primo Seicento John Milton volle occuparsene per il suo Paradiso Perduto.le somiglianze tra i due testi non sono poche malgrado la loro casualità. Accade talvolta che a distanza di tempo trattando dello stesso soggetto ci si ritrovi in idee ed ispirazioni.La vicenda potrebbe essere considerata quasi blasfema da un fondamentalista cattolico considerato che l'autore rilegge la caduta degli angeli ribelli dalla parte di quegli angeli che rifiutarono la cieca obbedienza a chi forse , secondo l'angelo della Luce non è Misericordioso ma solo Dominatore. Fu quindi un desiderio indomito di libertà per sè e per la creatura che si voleva per sempre reclusa in un piccolo mondo seppur forse perfetto a causare la ribellione di quel manipolo di angeli?Cortese descrive il moto con precisione e autorevolezza penetrando pienamente nel punto di vista di quel Lucifero convinto assertore del suo gesto.Come fu per Milton Lucifero è un eroe, che rifiuta di abbassarsi e che è disposto alla caduta per non venir meno alle sue idee così se per l'autore inglese egli era la personificazione di Cromwell che fu capace di far deporre un monarca così oggi può essere il portabandiera che lotta contro un regime di ordine pregresso che nasconde tuttavia una idea di chiusura e quindi di dittatura. Scorrevole, moderno, da leggere tutto d'un fiato,
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Eden
Rispetto ad altri romanzi “Eden” colpisce, in un primo momento, anche dal punto vista estetico. Una splendida miniatura in copertina, che si ripresenta sul retro a colori invertiti creando un gioco di bianco-nero bene-male, insieme all’utilizzo di un’impaginazione in lettere capitali lo rendono simile ad un libro sacro, che racconta una storia che non ha tempo e che trascende questa dimensione.
La trama è molto coinvolgente, grazie ai colpi di scena che continuano a stravolgere la realtà che il lettore sembra aver acquisito. E non è cosa da poco rendere intrigante la storia della creazione che tutti conoscono e che sembra non dar posto ad altre interpretazioni!!!! Il tutto dominato dalla concezione di un Dio non buono e comprensivo, ma dispotico e sensibile a quelle passioni che definiremmo umane. E soprattutto il Grande Padre non è colui che tiene le redini del gioco, ma altro non è che una pedina nelle mani di qualcosa ancora più indefinito e superiore. Anche Lucifero non è il tipo di eroe che ci si aspetta. Dominato dal desidero di essere libero finisce vittima delle macchinazioni del Grande Padre.
Ciò che rende “Eden” ulteriormente interessante è il fatto che la vicenda possa anche essere letta attraverso una chiave di lettura molto attuale, con riferimento alle rivolte contro i regimi dittatoriali che si sono susseguite in questi anni.
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Per Tenebras Ad Lucem
Una processione di nebbie e maschere c’invita a danzare, sorridendo con gli occhi sciolti di buio e i lineamenti di porcellana, delicati e puri, sinistri e sfuggenti. Ogni odore, voce, tocco, è dilatato all’interno del torace fumolento d’un luogo che appare senza inizio né fine. Un baratro ordinato e sottile, cupo quanto quello il cui presagio doloroso strascina attraverso ogni emozione, parola, battito delle anime mascherate, gentili, pulite. Lo strepitio delle loro ali, risuona con un’eco eterna, dolce e straziante, attutito dall’ombra protettiva che annega ogni pensiero, sia esso lecito o proibito, affinché tutto sia come prestabilito dall’Ordine, nella quiete ovattata di Eden l’eterna.
Ed è proprio il custode dell’Ordine, Esha, colui che detiene il Destino della città delle nebbie tra le dita, a tessere l’impeccabile ordito della congiura, fautore della congiura stessa contro l’angelo della luce, Lucifero: colui che, più leale, carismatico, giusto di Lui nei confronti del Suo stesso popolo, stava tramando nel nome dell’ideale che da sempre infiamma l’animo di ogni creatura, Libertà.
Nel finissimo gioco delle parti, accanto alla stirpe angelica dai connotati perfetti ed impalpabili, appaiono anche i primi figli del Padre, frutto non del Suo amore, ma della Sua smania d’eternità: e sarebbe stato proprio legandoli eternamente a Sé, attraverso l’inganno della mela, che il Sovrano di Eden avrebbe sconfitto la morte, sopravvivendo per sempre nell’anima dei figli, nel loro rimorso per aver tradito chi aveva donato loro il soffio. E così, riconquistando ciascuno di loro nel momento della loro morte, il Padre avrebbe conquistato l’Infinità del Tempo, strappandola alla decadenza della fine.
Lucifero, il tentatore, è punito col baratro per l’aver egli stesso ceduto alla tentazione, offertagli da Esha, e con lui cadono gli angeli traditori. Le loro urla echeggiano lente e strazianti tra le righe, strascicando un orrore specchio di quello che avvampa nella città madre da cui sono stati scacciati, offuscato da quelle nebbie, quei fumi, che tentano di zittire le coscienze, le volontà, affinché tutto sia come scritto.
E sopra a tutto l’odio, il terrore, il ronzio delle carni in putrefazione e delle ali spezzate, continuano a brillare gli occhi dell’Angelo che osò sfidare il Padre, Lucifero della Luce, come fiaccole avvampano nel desiderio di spezzare, spaccare, spazzare via l’ombra, il buio, la nebbia imposta dal Padre, di riaccendere, ridestare, rianimare le coscienze.
Un brusio senza tempo si dispiega tra le fiamme, la brama di ricondurre la Luce nel luogo ove essa è stata bandita da miasmi nebbiosi, nascosta dietro maschere perfette, che c’invitano a danzare, nelle infinite viscere della Città invisibile, la prima di tutte, l’inesistente, l’eterna, la salva e la dannata, la Città che sogna se stessa e i suoi abitanti per osservarli e osservarsi, in quell’eterna danza, nelle viscere profondissime dei suoi costati di foschia, vibranti nell’eco dei passi, delle voci intagliate nel buio.