Narrativa italiana Romanzi Dove eravate tutti
 

Dove eravate tutti Dove eravate tutti

Dove eravate tutti

Letteratura italiana

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Dove eravate tutti. Dov’erano i padri, soprattutto. Dentro il declino civile di un paese, così risuona l’essere giovani contro l’età adulta. Italo Tramontana archivia la memoria degli ultimi vent’anni, quelli familiari e quelli pubblici, come se la sequenza delle prime pagine dei giornali dispiegasse l’evidenza della sua storia, con la caduta di Bettino Craxi e l’interminabile Seconda repubblica. Ma intanto, il padre di Italo, insegnante neo-pensionato, investe con l’auto un ex studente. A tutti sembra un atto deliberato di violenza. E tanto basta a sfaldare gli equilibri domestici. Ora ci sono un padre umiliato, una madre in fuga, un minaccioso tendersi di distanze. Che tuttavia va di pari passo con il riaffiorare di quella che era stata la bambina Scirocco, e con il suo imporsi sulla prima pagina degli affetti. Lo spazio che si apre tra la cupa attualità e un amore possibile disegna una strada e spazza gli anni.



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Dove eravate tutti 2012-04-02 12:13:47 lorenzamondina
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lorenzamondina Opinione inserita da lorenzamondina    02 Aprile, 2012
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un libro senza identità

Un cumulo di accenni, appunti e nozioni. Qui non c’è altro che un abbozzo: se di romanzo, di saggio storico, saggio emotivo o cos’altro, decidetelo voi.
Perché c’è una storia, quella della famiglia Tramontana, solo accennata, poco approfondita, poco delineata nei personaggi e nelle vicende.
Poi ci sono i fatti pubblici, i fatti e le vicende della storia, ma riportare la copertina di un giornale e dire che è successo il tale fatto non vuol certo dire connettere la storia privata con la storia pubblica.
Questo è nozionismo, anche abbastanza sommario, secondo me.
E poi c’è tutta quella accozzaglia di riflessioni (se posso permettermi, banalità) ripetute più e più volte, nello scorrere delle pagine: la parte su Berlino, a proposito, è sicuramente la più noiosa ed inconcludente.
Un po’ troppo poco per definire un libro “bello”.
Senza contare poi la dilagante ossessione del nostro tempo, che mi sembra abbia ben attecchito anche con l’autore di questo libro: Berlusconi e la necessità, apparentemente imprescindibile, di citarlo, di averlo sempre appiccicato addosso e in testa.
Di Paolo ci ricorda tante, troppe volte, la longevità politica di Berlusconi come dato di fatto, sfondo della sua vita, del suo primo bacio, della sua prima volta, ecc. ecc.
E quindi?
Perché non si capisce: non è filoberlusconismo, perché non ne tesse le lodi e non si spreca in arte divinatoria, ma non è nemmeno antiberlusconismo, perché, come per tutte le altre cose di questo libro, non analizza, non spiega, non motiva, non prende posizione.
Ripete incessantemente “la mia vita ha avuto come sfondo sempre Berlusconi”: e allora? Vorrei chiedere a Di Paolo.
Personalmente preferisco pensare alla mia vita indipendentemente da quale leader governa o ha governato: non mi interessa sapere chi governava quando ho dato il primo bacio!!!
Alla fine di tutte queste considerazioni concludo dicendo che non mi è piaciuto, e non l’ho capito. Forse le due cose sono correlate, se ne avessi compreso l’intento magari l’avrei apprezzato di più…o magari no…ma tant’è.

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Dove eravate tutti 2012-01-18 15:58:31 ant
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ant Opinione inserita da ant    18 Gennaio, 2012
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La storia di Italo e...un po' dell'Italia

Libro in cui un trentenne dei giorni nostri affronta e sviscera sia impressioni riguardanti la sua privata che constatazioni e digressioni relative alle vicende italiche degli ultimi vent'anni.
Vanno di pari passo in questa narrazione gli episodi familiari riguardanti l'io narrante, cioè Italo, e gli avvenimenti recenti politici,culturali e sociali italiani più significativi.
Ho trovato molto interessanti e profonde le pagine in cui lo scrittore narra dei dialoghi tra Italo e suo padre, quest'ultimo un prof in pensione descritto come un esempio di rettitudine e morigeratezza, che però commette un gesto spiazzante e inaspettato che manda all'aria sia la sua aura da immacolato..che la quiete e la serenità della sua fam (investe con l'auto, di proposito, un suo ex alunno che gli stava particolarmente..simpatico).
Negli scambi di domande, soprattutto di carattere privato tra i due, sul perché fosse successa una determinata cosa o sul perchè fosse capitato un particolare avvenimento, lo scrittore è abile e acuto ad inserire anche quesiti di carattere politico;infatti un adolescente che apre gli occhi al mondo attuale ,non può non chiedere ad un padre: dove eravate tutti,( da cui il titolo del testo) quando quest'Italia stava prendendo la deriva che ha preso e che ancora non è finita?
Analizzando la situazione italiana attuale e facendo un bel parallelismo Di Paolo ci vede tutti su una nave da crociera. "Ci siamo saliti negli anni Ottanta, al ritmo di balere, discoteche e Colpo grosso. Abbiamo preso il largo e siamo rimasti a bordo per vent’anni"
e ora?
Da sottolineare ,per concludere, lo stile a metà tra il giornalistico e il confidenziale di Di Paolo, che accompagna il lettore in un amarcord di avvenimenti sicuramente non indifferenti a noi che abbiamo vissuto questi anni
e allo stesso tempo capace di far incuriosire il lettore a riguardo di storie personali molto ben narrate.
Da pubblicizzare
Saluti

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Consigliato a chi ha letto...
libri che sanno miscelare in modo convincente storie personali e avvenimenti nazionali
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