Disperanza
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Disperazione e Speranza
Quando cambia il corso della nostra vita? Spesso senza neanche accorgercene ad agire come giro di boa è un evento o una dimenticanza, avvenuta per puro caso e contro la nostra volontà. Ma quel frangente, che ha richiesto solo pochi secondi, è riuscito a capovolgere letteralmente la nostra vita.
Una vita pacifica fatta di routine, lavoro, famiglia, moglie e figlia. Questa è la storia del Dott. Giacomo Fontana, uomo affermato professionalmente, grazie anche ad un'innata dote di compassione e comprensione dei dolori altrui, lo hanno portato dove lui si trova adesso a barcamenarsi tra ospedale e studio privato. Una famiglia con moglie e figlia, tutto liscio e lineare. La moglie Anna che da lezioni di musica. La figlia Cecilia vicina alla maggiore età ed in procinto di conseguire la maturità classica. Ma qualcosa si innesta in questo idilliaco quadro familiare: la malattia di Anna. Nessuno riesce a dargli un nome, sta di fatto che giorno dopo giorno lei si chiude in se stessa, non parla quasi più. Un mutismo devastante, una malattia che la risucchia attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.
Ma uno sfortunatissimo giorno Giacomo prima di uscire di casa per andare a lavoro dimentica delle fialette d'insulina con delle siringhe a casa. Sarà l'inizio della fine, l'inizio del suo giro di boa. La moglie le trova se le inietterà e....coma ipoglicemico....morte. Nessuno lo accuserà, la polizia ha compreso l'accaduto, ma la figlia cosa dirà della sua dimenticanza, della sua sbadataggine che ha causato la morte della madre? Cecilia non dirà niente perché lui non avrà il coraggio di confessarlo. E' giovane, deve sostenere gli esami di maturità la confessione può attendere.
Ma le cose, come al solito, non vanno come noi pensiamo, un mattino la figlia ricostruisce, per puro caso, il tutto e decide di andarsene partire per sempre, abbandonare il padre, scappare da quel peso troppo enorme per lei.
La vita di Giacomo muta completamente, non denuncia la scomparsa e va alla ricerca della figlia perduta.
Passano mesi, abbandona il lavoro, vive per strada con pochi panni cenciosi che si ritrova addosso, ritorna a casa solo di tanto in tanto per ripulirsi e poi vaga nuovamente alla ricerca della sua amata figlia, non perde mai la speranza nella sua disperazione, perché lui non comprende la sparizione di sua figlia:
“... ma giro attorno a questo pensiero come una vite spanata che si ostina, inutilmente, a volersi fissare nel legno.”
La riesce a trovare e di colpo comprende, si illumina e capisce che la figlia sa, la pedina, sa cosa fa e come passa il suo tempo, ma non riesce mai ad avvicinarla. C'è un qualcosa in lui che glielo impedisce, è bloccato, ha paura, terrore della reazione di Cecilia, paura di un suo rifiuto...
Troverà la forza in un modo nuovo, strano, inusuale ma solo così è cosciente che potrà portarsela a casa. Un dialogo interiore fra padre e figlia.
In poche pagine che costituiscono questo racconto l'autore con una prosa pulita, netta e precisa come il taglio di un bisturi ci fa addentrare nella miseria umana , nell'abbandono, nella dimenticanza del nostro prossimo, nei casi umani che girano intorno a noi e a cui noi volontariamente voltiamo la faccia. Ma ci parla non solo del grigio di un'esistenza e di varie esistenze ma anche di coloro che donano la vita con passione e amore a coloro che hanno avuto meno di noi, donando non il grigio della vita ma le varie sfumature di colore, come un arcobaleno in pieno cielo. Un inno alla speranza che si raggiunge dopo la disperazione.