Dimmi di te Dimmi di te

Dimmi di te

Letteratura italiana

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Ci sono momenti, nella vita, che somigliano a una palude: andare avanti sembra impossibile, possiamo solo lasciarci affondare. Succede a Chiara, quando si ritrova madre quasi per caso e si trasferisce con la figlia in un quartiere di famiglie normali, fedeli a regole che lei ha sempre rifiutato. Abituata a vivere come un’eterna adolescente e affamata di emozioni, non sopporta quella quiete fittizia e presto non riesce più a lavorare, ad amare, a confidare nel futuro. Ma il casuale incontro con un amico che non vedeva dai tempi del liceo le fa venire un’idea: ricontattare le persone che mitizzava quando adolescente lo era davvero. Per chiedere: e tu? La sopporti, la palude? Sei riuscito a crescere, senza rinunciare a chi sei? Mi spieghi come si fa? Così va a trovare la più desiderata della scuola, il rappresentante d’istituto rivoluzionario, il bravo ragazzo che forse avrebbe potuto salvarla da sé stessa, il tormentato che a sé stessa la condannava… E a ogni incontro la tensione sale, perché passato e presente si mescolano, fino a costringerla a un faccia a faccia con la tremenda verità che si ostinava a evitare. Chiara Gamberale, portavoce dei nostri segreti più profondi, ci regala un’indagine in forma di romanzo sul modo impacciato, tenace o incosciente con cui rimaniamo in bilico fra i sogni che avevamo e la vita che facciamo. E inventa per tutti la possibilità di trasformare una palude nel mare aperto.



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Dimmi di te 2024-12-14 15:53:27 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    14 Dicembre, 2024
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Ritrovarsi

«Alla fine avevo ceduto e Bambina e io avevamo cambiato casa.

Ci eravamo trasferite nel Quartiere Triste, dove, da quando erano andati in pensione, si erano trasferiti i miei genitori.

Un posto tranquillo, Chiara.

Pieno di verde.

Non sembra neanche di stare a Roma.»

Torna in libreria Chiara Gamberale, autrice amata dal grande pubblico, che con “Dimmi di te” (Einaudi, Stile Libero) ci fa destinatari di un racconto intimo e intimistico, un testo che ha anche tratti autobiografici e che conduce in quella che è una ricerca personale, sul proprio essere in costante divenire, in piccoli e grandi abissi che sono sinonimi di perdizione.

Un figlio è sempre un qualcosa di potente e sconvolgente nella vita di una persona. Cambia i ritmi delle giornate, cambia le abitudini, cambia il punto di prospettiva da cui si osserva; una prospettiva che non è più focalizzata solo sull’io individuale bensì sul “noi/lui/lei”. La figlia, Bambina, di anni sei, è capitata ed è una nuova responsabilità per Chiara. Quest’ultima ha adesso bisogno però di uscire dal guscio, di ritrovare il proprio io donna. Sente la collisione tra ciò che era prima e ciò che è adesso. Per uscire da questa fase che può definirsi ristagnante, decide di ricostruire una mappa affettiva delle sue “stelle polari”. Come fare? Ripartendo da quel che era un tempo, da quegli amici che durante gli anni della sua adolescenza considerava essere colonne portanti imprescindibili.

«Come hai fatto a crescere? Ho chiesto in questi mesi alle mie stelle polari di quel tempo andato che non se ne andrà mai».

Ed è necessario ripartire da piccole cose, da piccole grandi domande per ricostruire un ponte tra lo ieri e l’oggi. “Dimmi di te”. È questa la domanda che ella pone a Raffaello, Riccarda, Stefano, Ivan. Un registratore alla mano, una domanda e le orecchie e la testa pronte all’ascolto. È troppo presto però per sentirsi rivolgere ella stessa delle domande, ecco allora che queste sono a lei impossibili da fare. Nessuna domanda sulla sua vita personale è ammessa. Questo non è il suo momento, è il loro. Se vuole davvero crescere, il primo passo da fare è affrontare il confronto. Lo sa bene. Deve mettersi in gioco con realtà diverse, far proprie le confidenze, imparare dal vissuto altrui, correggersi ove necessario, interrogarsi ove occorre.

«Mi dispiace. Riuscivo a ripetere solo mi dispiace, ma avevo la sensazione che Cate non avesse bisogno di troppe altre parole, dentro di sé, dove c’era la sua frana, rispetto a quelle che si sforzava di trovare da sola.»

Chiara Gamberale si mette a nudo in “Dimmi di te”. Scrive un romanzo in cui parla di emozioni, legami, sensazioni. Parla d’amore, parla d’amicizia, parla di sogni, parla di illusioni, parla di disillusioni e parla ancora di storie di vita. Perché la vita è così, uno spartiacque tra lo ieri e l’oggi, tra un vivere in costante crescere e vivere, tra sogni realizzati e sogni non realizzati, tra obiettivi raggiunti, cadute, rialzate e fallimenti.

Alla soglia dei quarant’anni, con un futuro ancora da vivere, con un futuro ancora da scrivere e con un passato già scritto, Chiara butta giù il suo bilancio personale. La scrittura è piana, piatta. Lo stile è quello noto ai lettori.

Siamo davanti, con “Dimmi di te”, a un romanzo introspettivo che oscilla tra dovere e necessità, che riflette ruotando sulla sua essenza e che per questo o si ama o non arriva. Occorre cioè essere nel momento giusto per leggerlo ed apprezzarlo, altrimenti rischia di restare fine a se stesso.

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Dimmi di te 2024-12-09 10:41:43 barbara.g.76
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barbara.g.76 Opinione inserita da barbara.g.76    09 Dicembre, 2024
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Ritrovare sé stessi tramite gli altri

Chiara si è lasciata col padre di sua figlia, vive la sua vita di madre single mettendo la figlia al centro di tutto e dimenticandosi di sé stessa. Tutto però cambia quando casualmente incontra un vecchio compagno di liceo, Raffaello, che inevitabilmente la porta indietro negli anni.
Il titolo del romanzo #dimmidite è la classica frase che diciamo quando incrociamo qualcuno che non vediamo da molto tempo. Da qui Chiara decide di cercare quei compagni, quegli amici, che hanno contribuito a formare la sua persona e chiedere di loro, indagare sulla loro vita, sapere cosa sono diventati, chi sono ora. Conosciamo Riccarda, la ragazza perfetta e inarrivabile, corteggiata da Stefano, in arte, Terence, l'amore segreto di Chiara ai tempi del liceo. Marcolino e Gabriele, due ragazzi troppo religiosi, Ivan il rappresentante di istituto così rivoluzionario e affascinante, Paloma, conosciuta durante una vacanza in Irlanda...
Tante figure, tante storie che negli anni non sono più le stesse, ma che fanno bene a Chiara, alla sua crescita personale, a quel lato triste che l'accompagna e soprattutto alla sua riscoperta personale.
Ho incontrato Chiara Gamberale durante la presentazione di questo romanzo, ho capito mentre lo leggevo quanto è stato importante per lei aver trasposto su carta questo racconto:, il bisogno di incontrare qualcuno pet scoprirsi e autocapirsi.
#dimmidite è un romanzo molto introspettivo che guarda al presente traendo spunto dal passato, un viaggio doveroso per ritrovare sé stessi.
Chiara Gamberale, persona estremamente interessante e vivace, mi sarebbe piaciuto che mi avesse rivolto la domanda : dimmi di te ... avremmo chiacchierato a lungo.
Leggetelo!

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