Diario di un parroco di campagna
Letteratura italiana
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Nel silenzio
Una lettura bella e rasserenante.
Libro del 1942. Data che ci lascia immaginare come Nicola Lisi, quasi per scampare ai venti di guerra, abbia voluto scendere nei panni di un parroco di campagna che vive in forte contatto con la natura e in una dimensione spirituale appagante. Una vita non turbata dalle contingenze storiche, che anzi non è neppur databile.
"Mi sono incamminato verso la pace di raccoglimento che regna nello studio" ; "ogni poco mi levavo, guardando dai vetri i monti boscosi là di fronte e non vedevo che la luna" .
"Nella nottata tendevo l'orecchio all'approfondita natura del silenzio e pensavo nevicasse".
"La neve appesantiva le fronde dell'abete sì da includerle nel cerchio luminoso dell'argento, il più spirituale dei metalli".
"Vedevo dilatarsi la mattina, da quella parte appunto, ch'era oriente".
"... la soave capinera. (...) ascolto l'armonioso canto e così torno a desiderare la pace" ; "mi compenetra il silenzio. (...) dico una preghiera. Poi me ne sto fermo sicché , dolcemente, mi si scalda il cuore".
Che bella scrittura, non contaminata da mode e stereotipi!
Lisi sa cogliere quel prodigio che quotidianamente si schiude davanti ai nostri occhi e in noi che lo contempliamo.
Un libro che ha il dono di condurci in un angolo profondo di noi stessi, in cui possiamo percepire la semplicità dell'esistenza, dove possiamo avvertirne la fragranza.