Di tutte le ricchezze
Letteratura italiana
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SI...SARAI NEI MIEI PENSIERI.
Pensate a tutte le ricchezze che avete potuto finora vedere nel quadro del mondo : quale quella che vi è rimasta nel cuore?
In questa frase si racchiude a mio avviso il messaggio più importante di questo libro, che ci fa riflettere sulle ricchezze illusorie e quelle che contano davvero.
Il titolo che ho deciso di dare alla mia recensione , è la mia risposta alla domanda finale dell'autore; poichè io però non conosco Stefano Benni, mi piace pensare di rivolgermi a Martin, il protagonista del libro.
Si tratta di un professore in pensione che ha deciso di andare a vivere isolato dal mondo , lontano dagli affetti (?) e dalla civiltà, in un paesino ,ma nei pressi dei boschi.
Attorno a lui ruotano alcuni personaggi che acquistano via via spessore, tanto che mi è parso di trovare in quasi tutti un alter ego dello stesso Martin.
A mio avviso ognuno di loro manifesta un aspetto di questo personaggio ,che ama la poesia giocosa e ha una grande passione e interesse per Catena, un poeta morto suicida.
In questi lui è attratto dalla sua follia e dalla sua creatività nelle considerazioni del mondo e del vivere.
Nell'amico Remorus , scopriremo il suo modo che lo ha contraddistinto nella vita, nel vivere l'amore, a sua detta leggero...a mio avviso invece incosciente e crudele.
Nell'amico Vudstock, ritroveremo la sua voglia di trasgressione, sempre in agguato.
Nella vecchia e strana Berenice, apprezzeremo la sua capacità di andare oltre le apparenze, e del suo desiderio di ricercare la verità.
In particolare è una coppia che andrà a vivere nella casa vicina alla sua, ad acquisire un ' importanza speciale.
Lui, il Torvo gli ricorda se stesso nel pieno delle sue energie, quando era incapace di tenersi stretto ciò che più contava , confuso , in crisi e attratto dal desiderio di perseguire fama e carriera; lei , Michelle, gli ricorda un antico amore e lo porta a rivivere istanti di bellezza di vita, ma anche i suoi più intimi segreti, i suoi fallimenti...
Martin comunica con gli animali del bosco e della natura circostante, primi fra tutti Ombra, il suo amato cane: essi , nei loro dialoghi, diventano l'espressione della sua saggezza acquisita, sia pur in modo molto faticoso.
Ebbene si, questo personaggio dalla vita tormentata, acquisisce una maturità e ai miei occhi , da uomo "crudele", inizia ad assumere aspetti di tenerezza e generosità davvero apprezzabili.
La lettura si è fatta via via più intensa; intrigante la continua associazione tra realtà , leggenda e fantasia.
Il mio rapporto con Martin è diventato sempre più stretto...ma alla fine non ho provato pena, bensì una grande tenerezza...perchè concordo con lui quando dice :
"La pietà è una lama che taglia e separa".
Ho amato seguire le sue vicissitudini, mentre nella sua solitudine, riviveva tutte le sue solitudini,o mentre riaffiorava in lui la fame del cuore, che inevitabilmente lo ha portato a soffrire.
Affascinante la lettura della leggenda e dei segreti del paese , ma anche dello stesso Martin...
Martin che rivive in un valzer, momenti belli della sua vita:
UNO: la pura gioia dell'istante
DUE: la gioia finirà
TRE: non la dimenticherà!
Un valzer in una bolla di felicità, che raccoglie in un istante tutto l'amore...tutto quel "Maudit amour", che da sempre lo ha accompagnato nella sua vita.
E 1-2-3, diventeranno per lui....scri-ve-re, questo il suo... ancor possibile valzer!
Di Martin mi resterà il ricordo di un uomo che ha amato a "suo modo" e in particolare del suo momento di felicità...Lui che balla un valzer con la sua amata ( Michelle?...Nasten'ka?) in una bolla lucente di felicità...che gli ridà la capacità di vivere ancora con speranza, in un futuro in cui la solitudine non lo potrà più riavere...grazie anche
...al mio ricordo e al mio pensiero , garantito e promesso!
Parola di Pia
P.S: il mio grandissimo grazie all'amico Marco Caggese !!!
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A chi è consapevole che in tutti noi c'è un pizzico di follia.
BorgoCornio e dintorni
Ho appena finito di leggere Baol di Benni. In effetti avrei voluto scrivere una recensione su quello ma non l'ho trovato qui. Prima di quello ho letto Di tutte le ricchezze.
La cosa che mi ha colpito di più avendoli letti uno dietro l'altro è la differenza sia nei temi che nel modo di scrivere che si percepisce.
Di tutte le ricchezze è decisamente più alla portata di tutti i target di gusti dei lettori, perchè oltre alla vena ironica e qualche piccolo accenno satirico sul mondo accademico e dell'elitè dei cosiddetti acculturati, nonchè della società di oggi, c'è anche una notevole vena psicologica e sentimentale. Personaggi riuscitissimi: il Torvo, in qualche modo un alter ego del protagonista, La principessa del grano Michelle e non parliamo del poeta maledetto e forse suicida il Catena.
La vicenda si dipana in un piccolo paesino isolato, dove la vita tranquilla della natura con i suoi ritmi si sposa con il temperamento placido dell'anziano Professore che si è ritirato dalla mondanità e passa metà del suo tempo tra l'accidia condivisa con il cane Ombra e lo scrivere poesie semiserie, talvolta interrotto dalla visita di qualche amico, chi più gradito e chi meno. L'irrompere sulla scena di due nuovi vicini, Michelle (femme fatale) e il torvo appunto, sconvolgerà in parte questa mai noiosa rutine, resa gradita al lettore per via della personalità ironica-naif del protagonista che si diletta anche a discorrere in uno scambio di opinioni fiabesco, semiserio, talvolta comico, con gli animali del luogo e con Ombra stesso. Mai banale e riuscito forse ancora meglio nel delineare i personaggi e nel tono fiabesco che nella trama, senza nulla togliere a quest'ultima. Consigliato assolutamente. Verso metà libro le poesie che spezzano la narrazione diventano un po' fastidiose e soporifere, ma è l'unica pecca. Divertenti i nomi dei luoghi tipo 'borgocornio' e tutti i piccoli aneddoti e personaggi che fanno da corollario.
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Raccoglimento e riflessione
Molte sono le chiavi di lettura di una bella ed originale storia d'amore dagli scenari tristi e le atmosfere ricche di dolci sentimenti. Martin, ritiratosi ai confini di una selva della campagna appenninica, scopre il raccoglimento e la riflessione sulla vecchiaia. Emozioni e sentimenti tornano alla sua mente per portarlo in viaggi fantastici e visioni di scene oniriche, in immagini fantastiche. La fauna del sottobosco fa da contorno alla storia, mentre la meditazione sulla vita passata risveglia in lui lontane emozioni per una giovane donna, Michelle. Visionario ed interiore tramite questo romanzo Benni coglie l'occasione per far riflettere il lettore, ancora una volta "a modo suo", sull'essere e il tempo dell'uomo contemporaneo dove lo spiraglio della speranza ha tante definizioni, dove stile, trama e temi passano in secondo ordine perché è "il modo" e "il come" che rendono affascinanti i suoi libri.
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Che magia questo Benni!
( forse mi scappa qualche SPOILER )
Rapita dalla copertina, e sì, lo ammetto, da un bel 15% di sconto sul libro, l'ho comprato: una delle cose migliori che abbia fatto a Novembre.
Un storia, breve, ma bellissima;
Uno stile ironico, geniale e bello;
Un personaggio amabile e divertente assieme al suo cane;
'Soccia' direbbe il mio ragazzo alla bolognese..è il libro perfetto per me!
Magnifico nella sua brevità, e personalmente mi ha fatto anche scendere una lacrimuccia, geniale il 'dodecalogo del buon cane' e i vari discorsi con gli animali che mi hanno fatto riflettere.
E' un mix di cose, un mix di emozioni che mi hanno segnata, sì è così.
Solitamente ripudio gli autori italiani, ma lui devo dire è stato una bella ed inaspettata scoperta.
Sicuramente leggerò altro del 'grande' Benni, del quale ho già ricevuto come regalo Elianto, spero non mi deluda nella mia prossima lettura, perché nutro grandi speranze per lui!
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c'è spazio ancora... per un ultimo valzer...
Un mondo in cui riconoscersi felicemente tristi e una delle più sublimi storie d'amore mai raccontate, ecco cos'è l'ultima fatica di Stefano Benni.
Martin non ha avuto tutto dalla vita, ma ciò che voleva lo ha ottenuto. E ora.. ha deciso di riposarsi insieme alle sue paure, ai suoi insuccessi e al fido scudiero Ombra pronto a tener a bada gli uni e gli altri. Di tutte le ricchezze è la linea che si tira alla fine di una giornata o di un'intera vita.
Un viaggio a 360 gradi nelle gioie, nei dispiaceri, nei successi e nei rimpianti.. in 'tutte le ricchezze' che il destino ci consegna e che ci rendono unici.
E poi l'amore (quello vero) che irrompe prepotente nella vita del protagonista a cui quest'ultimo (per motivi che non starò ad elencarvi e che scoprirete) non diede sufficente spazio in giovane età, nelle vesti di una donna meravigliosa in grado di far (ancora) sognare membra e cuore, ahimè, segnati dal tempo. Benni non si risparmia in nessun passaggio e (come è solito fare) delizia il lettore pagina dopo pagina con personaggi studiati minuziosamente a cui dona un carisma e un fascino davvero superlativi. Non ho mai notato all'interno del testo, leggerezze nel tratteggio di eventi "necessariamente scelti" come secondari, tutto si incastra con leggerezza e molta, molta sostanza.
C'è dolcezza e rispetto per l'età del buon Martin, c'è sensualità ed ironia nella sinuosa figura di Michelle o - se preferite - Nasten'ka (è si.. proprio lei..), c'è di che amare e sognare un amico a quattro zampe come il piccolo Ombra. E poi.. la poesia maledetta del Catena (versi davvero molto belli), gli abitanti del bosco consiglieri e tentatori, personaggi impossibili del calibro di Armando Elvis - l'idraulico rocker - il preside Bollini o il ristoratore Amadori.
Da leggere, sì, tutto d'un fiato così come si balla un ultimo valzer.
Il passaggio:
Siamo tutti e due stanchi, e il camino si sta spegnendo, dissi. - E meglio se torni a casa, Michelle.
- Sì - disse lei.
Uscì. Quando la porta si chiuse, rividi per un attimo l'Altra, solitaria tra le due montagne innevate. Poi chiusi il mio cuore a chiave, ci riuscii.
Andai a sedermi sulla mia poltrona sfondata.
Nessun animale domestico uscì dal bosco.
Vidi però, appoggiata al muro, vicino alla luce, una falena.
Le ali erano un arabesco di bruno e grigio, un ricamo fantastico. Era ferma, come nella bacheca di un entomologo, o come in un quadro.
- Hai niente da dirmi? - chiesi.
- Tanta bellezza per un attimo solo, per una sola notte - rispose.
- Sì, sei bellissima. Non avvicinarti troppo alla luce.
- Perchè ?
- Lo sai bene. Ti brucerai. So che vivi di notte. Domani lascerò la luce spenta.
- Io non posso dire "domani" - rispose lei.
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“Di tutte le ricchezze” di Stefano Benni - Comment
Nell’ultimo romanzo di Stefano Benni, le ricchezze sono quelle custodite da Martin, un professore in pensione. Un personaggio eccentrico, che parla con gli animali della campagna. E con il suo cane, Ombra, del quale ben conosce il dodecalogo comportamentale. Prima regola del dodecalogo: “Ama il padrone tuo come te stesso.” L’ultima: “Il tuo padrone non è strano, è umano: accettalo”.
Martin vive sull’Appennino, dedicandosi alla poesia e indagando su vita e opere del “Catena”, un poeta morto forse suicida, in manicomio.
La vita del professore è essenziale. Cucina seguendo alcune ricette. Come “il vitello alla ricordati di me (“Prendete una fettina di vitello e sdraiatela nella padella con poco olio. Cercate di ricordarvi che l’avete messa sul fuoco e toglietela prima che si bruci”). O la “ricetta della pasta alla Separati”, altrettanto spiritosa.
Quando nella casa antistante si insedia una coppia litigiosa e in crisi, Martin si innamora della nuova vicina: Michelle. “Il problema è che lei è molto simile, nel viso e nei gesti, all’unica donna che è sicuro di avere amato.” “Michelle, ovvero Nasten’ka … la protagonista delle ‘Notti bianche’.”
L’amore senile di un settantenne per una trentenne (“Non sono innamorato di te, Michelle, sono innamorato della tua giovane speranza. Delle speranze che avevo.”) e la solitudine (“E' così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute”) sono il filo conduttore del romanzo che procede tra le rivelazioni sui segreti: del Catena, della leggendaria fanciulla suicidatasi alla vigilia delle nozze nel “lago dall’acqua celeste”, della vecchia Berenice. E naturalmente i segreti di Michelle e del professore. “Basta coi segreti … E se ne ha ancora uno, se ne liberi. Non si vola, se si ha qualcosa di pesante tra gli artigli.”
Il linguaggio è particolare, ricco di immagini (il teatro di Sidney diventa “tre tartarughe sodomite”) e di neologismi anche ironici (spendodromo, bedendbrecfast). La storia è raccontata in modo irrituale, con commistioni continue tra immaginario, realtà e aneddoti (come quello de “la campana puttana”!).
Nel romanzo di Benni c’è di tutto: poesia, umorismo, filosofia, concezione dell’arte e della letteratura. E colloquio con i lettori con tanto di supplica finale: “Anche tu pensami. Mentre poso la penna …”
Ah, dimenticavo un particolare logistico. Il libro lo si legge in un paio d'ore. Per lo meno, così ha fatto ...
… Bruno Elpis
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Nostalgie di un vecchio professore universitario
E’ la storia di un vecchio professore universitario, ormai lontano da giochi di potere accademico e dallo stress della vita quotidiana. La moglie non c’è più, il figlio lavora in America ed il buon professor Martin vive in un casolare isolato in campagna, con il conforto del fedele cane Ombra e degli animali del bosco che spesso lo vengono a trovare distillando con lui, in immaginari colloqui, perle di saggezza. La sua vita viene turbata dall’arrivo, in una villa vicina, di due singolari personaggi, un gallerista prepotente e svitato ed una adorabile bionda, Michelle, che gli ricorda un lontano indimenticato amore. Il professore, impegnato in un suo lavoro di ricerca su un misterioso poeta e pittore locale (Domenico Rispoli, detto il Catena) morto suicida (o assassinato ?) in un manicomio, intreccia un delicato e struggente rapporto ( sguardi, occhiate, frasi non dette, gite romantiche al lago, un memorabile valzer in una festa paesana) con la bella Michelle, ritrovando in attimi di felicità una giovinezza lontana, che non tornerà mai più. Michelle parte per l’estero, un posto di lavoro artistico l’attende : Martin torna solo, con il suo fedele e inseparabile Ombra, gli amici parlanti del bosco ed il cuore gonfio di nostalgia e di rim-pianti : nessuna ricchezza al mondo può essere paragonata ad attimi di ritrovata felicità, anche se fuggenti. E’ un bel romanzo, lo stile è quello disarmonico di Benni che può non piacere, ma è immediato, ruspante, sincero, anche se a volte ruvido e a tratti scolastico. Le poesie inserite si possono saltare, non intaccando la trama del racconto. Interessante è il dodecalogo del cane, da ritagliare per gli amici del fedele amico dell’uomo. Una sola inesattezza : il trocantere non è un muscolo ma la protuberanza ossea del femore. Perdonabile : il professor Martin non è laureato in medicina !