Desiderio
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
una forza antica e senza tempo
Il nuovo lavoro di Giorgio Montefoschi, critico letterario e Premio Strega nel 1994 è edito da “La nave di Teseo”, collana Oceani.
Un titolo coraggioso, perché potrebbe far pensare ad una storia d’amore melensa e ritrita. Invece è veramente un bel libro, intenso e nostalgico.
“Il desiderio non conosce tempo” leggiamo nella quarta di copertina e nella storia è così. Matteo Gennari, il protagonista, è sempre stato innamorato di Livia Ceriani, da che erano ventenni, studenti all’Università di Roma.
La storia è divisa in tre parti: nella prima parte, la passione che Matteo prova per Livia seppur ancora giovane, impacciato è già struggente desiderio, una fiamma che avvampa forte, da sconquassargli il petto. Nella seconda Matteo è diventato giornalista, è sposato, ha due figli, ma l’improvvisa apparizione di Livia che torna dopo vent’anni di assenza, annulla tutta la vita intercorsa in questi anni, azzera le distanze, il matrimonio con Anna, i figli avuti con lei. Tutto. Al desiderio tutto soggiace. Ma è un desiderio ricambiato solo in parte. Livia, sfuggente giovinetta e poi donna indipendente, lascia ogni volta l’amaro in bocca al protagonista, un uomo nei confronti del quale ho provato sentimenti altalenanti, dalla simpatia alla rabbia.
Uno stile delicato, che sa dipingere immagini di leggerezza e di fuoco, il fuoco del desiderio, una calamita irresistibile, un richiamo che non si può ignorare, quella che fa tornare ogni volta Matteo dalla donna che, ancora a distanza di quarant’anni, entra nei suoi sogni, col suo sorriso da ragazzina, gli occhi scuri, i capelli al vento insieme alle atmosfere di quando nelle estati lontane andavano in vespa.
Roma non è sullo sfondo, Roma è protagonista in questo romanzo, con i nomi delle vie da Viale Bruno Buozzi ai Parioli, a Villa Borghese, d’estate, d’autunno, d’inverno coi suoi colori ed i suoi profumi: la stessa Livia dopo vent’anni in Inghilterra sente il richiamo della sua città e forse anche dell’amore che dice di non provare, “Io non amo nessuno”. Ma...sono solo parole?
Nella storia intervengono vari personaggi, familiari e soprattutto amici di gioventù che si incontrano a distanza di tempo, ognuno cambiato, segnato. Nella vita si cambia, ma il desiderio persiste. Matteo nel cuore sembra sempre lo stesso giovane che si legge all’inizio del libro: sempre smanioso, taciturno, sempre innamorato della stessa donna.
La predominanza della forma dialogata su quella narrativa ha un grande pregio di cui mi sono accorta solo più tardi: entrando nei dialoghi non solo il narratore si eclissa quasi del tutto, ma lo stesso lettore si annulla, diventa egli stesso partecipe di una storia in divenire, è spettatore dei discorsi. Il lettore rischia di dimenticarsi che sta leggendo.
Una lettura che coinvolge, la storia di due amanti, che come sostiene la Sgarbi nella seconda di copertina , si ameranno e si cercheranno anche reincarnati in nuove vite. Un libro struggente, tenero.