Delusa dal paradiso
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
La prostituzione intellettuale si trasforma in ani
Delusa dal paradiso di Sara Notaristefano
Ruth, una donna bellissima che ha raggiunto la notorietà, decide di raccontare la sua storia avvalendosi di un giornalista. È la biografia di una persona spietata, che utilizza il suo fascino nonché il suo corpo per sedurre uomini facoltosi con un solo scopo: dare la scalata al successo. Consapevole delle armi che la natura le ha donato e volendosi ribellare al mondo maschilista, di cui si sente circondata, decide di abbandonare la famiglia e gli studi universitari per iniziare l’ascesa nella società che conta, quella che detiene il potere, la ricchezza e la fama. Le strade del successo però, possono essere lastricate di ghiaccio, e l’incontro con Jake, cantante di un gruppo rock al vertice del successo, metterà in crisi il suo temperamento, che porterà a sviluppi imprevedibili. Avere o essere sono due filosofie di pensiero che scaturiscono nel romanzo; in un rapporto umano possono mantenere la loro autonomia ma, se subentra l’amore, salta l’equilibrio del rapporto che rischia di naufragare. Tutto questo viene esposto dall’ autrice con una scrittura asciutta e densa di dialoghi in cui le parole non lasciano equivoci: danno il carattere di chi le pronuncia e quell’avere o essere a cui si sentono di appartenere. Un romanzo originale nella sua stesura in quanto, la storia viene concepita all’interno di una biografia. Sono rimasto scosso dal crudele cinismo che viene rappresentato in questo romanzo; sale una rabbia repressa di volere e non potere partecipare ai dialoghi e alle schermaglie tra i personaggi, si rimane sconcertati e disarmati. Ci sono persone disposte a camminare sul cadavere della propria madre pur di raggiungere il loro scopo. Ruth, la protagonista del romanzo, riesce a rendersi odiosa sin dalle prime pagine, la sua cattiveria trascende ogni etica morale, mette in gioco la sua intelligenza diabolica e la sua bellezza fisica con una naturalezza disarmante; come un ragno, tesse la tela per intrappolare le facoltose vittime di turno. Ma, quasi sempre,la prostituzione intellettuale si trasforma in anima persa.
Questo romanzo è uno dei tre libri scelti, di quelli proposti dalla redazione QLibri, e devo dire che è stata una buona scelta.
Siracusa 13-10-2012
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Opinioni inserite: 2
Indimenticabile Ruth
La prima cosa che ho amato del libro è sicuramente la protagonista; personaggio discutibilissimo, spietato e opportunista; ma devo ammettere che pochi altri personaggi femminili mi hanno affascinato altrettanto per la loro complessità. Pur essendo un modello "negativo" (e i romanzi non devono necessariamente proporne di positivi), Ruth, comunque, terminata la lettura del romanzo, non si dimentica. Inoltre, i sentimenti tortuosi, torbidi, calcolatori che animano non solo la protagonista (che comunque giganteggia tra le pagine per fascino e cinismo) ma quasi tutti i personaggi ai quali l'autrice adatta uno stile tagliente e ruvido, fondato perlopiù su dialoghi serrati, secondo me rendono questo romanzo un lavoro che si può solo amare o odiare, senza reazioni "tiepide". C'è chi potrebbe sentirsi provocato, disgustato, anche "offeso" da un quadro tanto spietato della società italiana; c'è chi invece può apprezzare lo sguardo lucido, forse un po' impietoso, dell'autrice sulla realtà che ci circonda. Io appartengo a quest'ultima categoria di lettore. Amo opere che aprono degli interrogativi. E credo che "Delusa dal paradiso" lo faccia. Nel bene e nel male.
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Troppo spietato ma si legge d'un fiato
Ciò che colpisce dello stile è la penna "sicura", matura, come se l'autrice non avesse scritto il suo romanzo d'esordio (infatti, poi, informandomi su di lei, ho scoperto che si occupa da anni di critica letteraria). Leggendo il romanzo, trovo che abbia i seguenti pregi: 1) si legge d'un fiato; 2) attraverso il trionfo di luoghi comuni tanto cari alla nostra società contemporanea c'è, in realtà, una feroce critica ad un sistema in cui il cinismo e il denaro sono dei valori; 3) il finale è spiazzante.
Due sono, invece, le cose che proprio non mi sono piaciute: 1) non c'è un solo personaggio positivo. Chi più chi meno, sono tutti "corruttibili"; insomma, è un romanzo troppo pessimistico sugli esseri umani; non siamo mica tutti delle bestie! 2) l'editing lascia molto, molto a desiderare. La redazione avrebbe dovuto curare di più un romanzo che, secondo me, sebbene scritto qualche anno fa, ha dipinto con lungimiranza la corruzione del nostro Paese.