Cuore puro
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Libertà, oltre 'i muretti [...] crollati a pezzi'
Fine anni '80, periferia nord di Napoli.
Tra fontanelle, 'quattro negozi piccoli e bui' e 'nugoli di motorini [...] per la piazzetta' che trasportano 'fasci di banconote, buste d'erba, eroina e cocaina', il quartetto composto da Dario, Rino, Giovanni e Giuseppe è il più forte nel calcio di strada. Il loro talento è evidente e sembra essere stato notato anche dal caporione Tonino "Porcello", il quale li "assume" e li paga per giocare a pallone nel quartiere: un sogno per i ragazzi, almeno all'apparenza, perché in cambio dovranno fare da sentinelle e avvertire i pusher della zona non appena noteranno l'arrivo della Polizia.
Tutto procede in modo omertosamente normale, fino al giorno in cui un rigurgito di ribellione e orgoglio potrebbe far crollare l'intera impalcatura del Sistema: è dunque arrivato il momento di scegliere tra la "via spaziosa" e 'la fatica vera. Quella che quando la fai resti libero.'.
Un romanzo che riprende il racconto 'Super Santos' del 2005, ma con un occhio più c(l)inico circa la 'spensieratezza che quel pallone di gomma arancio fuoco trasmette' e i 'fondali di certi luoghi partenopei dove troppo spesso la vita rimane incagliata'.
Vicende, realtà, (inco)scienze esatte di antropologia, sociologia, pedagogia e psicologia, dove 'la grazia e la dannazione di crescere giocando per strada' sono 'scampagnata, partitella, fiatone, sudore, ginocchia sbucciate. Libertà.'.
Tra un ex autista ora dirigente sportivo di fama europea, giornalisti gambizzati 'per aver messo in piazza squallide sudditanze e patetismi criminali', trapianti urgenti di cuore, esecuzioni cruente e sommarie, pause caffè mai così riflessive nello chalet Stella Maris, 'sopralluoghi sui cantieri edili', un Winchester a pompa, finti posti di blocco e palloni nuovi di zecca, una prosa impeccabile, un linguaggio tagliente e una narrazione feroce raccontano di passioni, passatempi e momenti di gioia, ma anche di cinico malaffare e di subdolo, egoista e drammatico utilitarismo.
Un viaggio dai contorni tanto ambiziosi quanto illogici che vuole uccidere il senso dell'innocenza e che culmina nelle righe conclusive, dove i concetti di vergogna e salvezza si fondono a tal punto da diventare perfetti sinonimi.
Poiché 'la vergogna di piangere nasce solo quando prendi uno schiaffo'.