Così in terra
Letteratura italiana
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Il mondo della boxe e storie familiari
Il romanzo ha come sfondo Palermo ed è imperniato sulle storie personali di 4 uomini della stessa famiglia, a fare da collante alle vite dei 4 personaggi principali è il mondo della boxe, passione principale ed elemento caratterizzante dei protagonisti del romanzo.
Vengono narrate contemporaneamente le gesta di Rosario ambientate nell'epoca della seconda guerra Mondiale, del cosiddetto "Paladino", figlio di Rosario campione di boxe morto giovanissimo per un incidente di moto, di Umbertino fratello del Paladino e soprattutto di Davidù, figlio di Paladino, che rappresenta la sintesi ed il concentrato di tutte quelle che sono le doti migliori di tutta la famiglia.
Sia al padre che allo zio di Davidù è sfuggita l'opportunità di arrivare a conquistare il titolo nazionale di campione di boxe, le qualità del ragazzo emergono subito, già a 9 anni, quando Davidù inizia a sferrare i primi pugni, ed il libro vive dell'attesa del fatidico incontro. Nel frattempo nelle pagine del romanzo vengono piacevolmente argomentate storie di forti amicizie che nascono, amori contrastati, e molte belle le descrizioni dei luoghi narrati. Frequente e piacevole l'uso del dialetto.
La boxe viene vissuta come elemento salvifico e come riparo da una vita di dissolutezze e probabili pericoli di ogni tipo.
Particolare
Indicazioni utili
Così in terra - Commento di Bruno Elpis
Nel suo primo romanzo, finalista al premio Bancarella 2012, Davide Enia narra la saga di tre generazioni siciliane con una tecnica che alterna diverse linee temporali. In tal modo si avvicendano la guerra d’Africa nell’esperienza del nonno, il secondo dopoguerra e i fatti di mafia dell’epoca contemporanea.
Davidù detto “Il poeta”, suo padre “Il paladino”, prematuramente scomparso, e il possente (in tutti i sensi) zio Umbertino sono boxeur: la famiglia, in Davidù, insegue il sogno – spezzatosi per il padre e per lo zio – di raggiungere il titolo di campione nazionale.
Nel romanzo si respira un’atmosfera di guerra perenne, anche in tempo di pace: i bambini sono pronti a infierire sul più debole, il rapporto tra i due sessi è conflittuale e misterioso, il mondo animale è occasione di riti cruenti dalle tinte forti (“gli attimi che precedono la mattanza, quando la fiocina è ancora salda nelle mani …”).
Nella Palermo assediata dall’emergenza criminale, ove occorre “cambiare strada per un’intuizione improvvisa, diffidare delle facce estranee, provare ansia quando sotto casa si trovava parcheggiata un’automobile mai veduta prima”, non mancano tuttavia le occasioni di alta umanità.
Come nello sport. Così “il pugilato serve a mantenere un equilibrio costante … è una disciplina che insegna il rispetto e il sacrificio”.
Come nel sogno giovanile dell’amore.
Nel convincimento che “le ferite della carne, ago e filo e non sanguinano più. I tagli dell’anima, invece, sono fontane di sangue.”
In questo romanzo si ritrovano colori, parlata, bellezza e contraddizioni di una terra straordinaria: la nostra Sicilia. Lo stile è incalzante, essenziale, a volte teatrale e adrenalinico.
Bruno Elpis
Potete leggere la mia intervista all'autore sul mio sito a questo link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/321-intervista-a-davide-enia-finalista-del-premio-strega-e-premio-bancarella-2012