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Letteratura italiana
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Questa è la storia di una famiglia ebraica. È una storia più o meno vera. O meglio, è vera come avrebbe potuto esserlo se un bel giorno del 1924 a Mussolini fosse preso un colpo. Moise Levi ha solo ventitre anni la mattina di fine estate in cui lascia Fossano portandosi dietro un carretto di stracci. Vuole andare a Torino a far fortuna, e non può immaginare che quello sia solo l'inizio di una lunga storia. Perché Moise possiede un fiuto eccezionale per gli affari e per i sentimenti: darà il via a una florida ditta di commerci nel ramo tessile, e avrà due mogli, sei figli e un'infinità di nipoti sparpagliati ai quattro angoli del mondo. Dopo la grande guerra mondiale e quel «brutto spettacolo» della marcia su Roma, finalmente la vita di tutti ha ripreso il suo corso. Meno male che nel 1924 a quel «brutto muso di Mussolino» gli è preso un colpo secco, altrimenti la storia di nonno Moise e della sua discendenza sarebbe stata molto diversa. Invece la famiglia Levi - con i suoi amori e i suoi affanni, i suoi commerci e le sue tribolazioni, le grandi cene di Pasqua e i lunghi silenzi delle stanze chiuse - diventa sempre più numerosa nella casa di via Maria Vittoria, costruita proprio lì dove una volta c'era il ghetto e adesso non c'è più. Elena Loewenthal non ha riscritto la Storia all'incontrario: ha provato piuttosto a mettere la vita al centro, dove la morte ha cancellato tutto. Ha lasciato scorrere la quotidianità dell'esistenza, con la sua allegria e la sua insensatezza, per vedere come le gioie e le fatiche di ogni giorno possano fondersi «in una cosa sola che non è troppo distante dalla felicità».
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Opinioni inserite: 1
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2009-09-23 02:20:59
Nico
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Opinione inserita da Nico 23 Settembre, 2009
Bello, bello, bello - e insolito
La trama si svolge in un'Italia surreale, dove i fatti più violenti e vergognosi dello scorso millennio, per puro caso, non accadono più. È la storia di una famiglia ebrea di Torino, con tutte le sue diramazioni, i dolori, le gioie quotidiane, i viaggi, e le emigrazioni all'estero.
La cosa più sconvolgente è come il libro riesca a farci capire, tramite il racconto di una vita pacifica e dignitosa come quella dei protagonisti, l'orrore di aver negato quella pace e dignità a milioni di persone vere.
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