Narrativa italiana Romanzi Conservatorio di Santa Teresa
 

Conservatorio di Santa Teresa Conservatorio di Santa Teresa

Conservatorio di Santa Teresa

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Storia interiore dell'infanzia di Sergio tra campagna e città, "Conservatorio di Santa Teresa", primo romanzo "definitivo e confesso" di Bilenchi e suo capolavoro, indaga e racconta la formazione impossibile del protagonista stretto fra gli affetti familiari e la scoperta prima del paesaggio e poi di una più complessa e controversa alterità.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Conservatorio di Santa Teresa 2022-03-06 17:31:45 graphite
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
graphite Opinione inserita da graphite    06 Marzo, 2022
Top 1000 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Un delicato acquarello d'altri tempi

Il libro di Bilenchi (Conservatorio di Santa Teresa) è uno di quei libri che offre al suo lettore sensazioni e colori, atmosfere e ovattati ricordi ancora prima che una storia vera e propria. Per questo un’analisi del testo tende istintivamente a focalizzarsi prima di tutto sullo stile e le tecniche di scrittura adottate dall’autore. Infatti lo svolgersi degli eventi appare volutamente lento. Una lentezza che, alla fine dei conti, è il fulcro della vera forza evocatrice del testo. Bilenchi riesce a creare una narrazione coinvolgente pur trattandosi di una proiezione continua della visione interiore del piccolo protagonista, per di più narrata in terza persona. Una struttura che, potenzialmente, rischierebbe di essere, per il lettore contemporaneo, lenta e pesante se non addirittura macchinosa.

Tante, forse anche troppe, le descrizioni dei paesaggi in una storia che, in linea di massima, potrebbe essere divisa in due parti complementari e paradossalmente anche antitetiche. Infatti se da un lato la prima parte è permeata di intimismo, in un quadretto contraddistinto da gelosie ed egoismi infantili, nella seconda si assiste ad un passaggio decisivo verso l’esterno. Il protagonista, Sergio, non è più solo, inizia prendere dimestichezza con i suoi coetanei, appropriandosi di una vita e di una quotidianità fatta di spazi propri e di propri ritmi con la differenza che, questa volta, saranno tutti descritti in funzione di una più ampia interazione sociale. Ebbene, proprio in questa seconda parte il lettore avverte, forse volutamente malcelata, una vena di morbosità o, di innaturale pudicizia per un ragazzo.

Ma la spiegazione potrebbe essere, invece, proprio sotto i nostri occhi. Sergio, ormai al limite dell’adolescenza (in realtà il dato lo si deve solo dedurre giacché nel testo non è mai esplicitamente dichiarato) ha sempre vissuto in una sorte di ampio gineceo nel quale, paradossalmente, la madre, Marta, si è trovato ad essere un personaggio relativamente defilato. La figura paterna, invece, complice la Prima Guerra Mondiale, è stata pressoché assente. Sensibile già per sua natura, Sergio si accorge che questa sua caratteristica non è la stessa avvertita anche dalle bambine del Conservatorio di Santa Teresa. Ecco allora evidenziato un disagio che Sergio aveva già avvertito con la zia, Vera, donna dalla vita sociale vivace, come vivace è anche il suo carattere. Vivace, ma forse anche bisognoso di affetto dal momento che le storie da lei vissute (anche queste semplicemente dedotte da quanto riferito sotto forma di scherno da Bruno, fratello di Vera e padre di Sergio ) coinvolgono uomini estremamente differenti tra loro sia per fattezze fisiche che per carattere. Un esempio potrebbe essere Giulio, amante morboso di Vera, che non esita a sorvegliarla.

La figura di Giulio si contrappone a quella, sfortunata, di Edoardo, l’unico, tra tutti, per cui Vera sembri provare un sentimento di amore. Ma sarà anche l’unico che sarà Sergio apprezzerà, se non altro perché, proprio come avrebbe fatto Sergio, anche Edoardo rimane disgustato dalle canzonette oscene degli operai sulla spiaggia. Ed è proprio lui, Edoardo, che, con il suo profilo caratteriale, rientra pienamente all’interno del quadro delle delicate atmosfere che si avvertono per tutto il libro. Sola eccezione: la scena dell’accoltellamento di Edoardo, unico momento che coinvolge in maniera violentemente diretta i protagonisti.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Di bestia in bestia
I qui presenti
La vita a volte capita
Errore 404
La stagione bella
Dimmi di te
Fumana
Nina sull'argine
Liberata
Un millimetro di meraviglia
Nannina
La neve in fondo al mare
Chiudi gli occhi, Nina
Magnifico e tremendo stava l'amore
Dove la luce
Il nostro grande niente