Confidenza
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Teresa vuole fiducia
Pietro è un uomo particolare, premiato dalla vita da un fascino oscuro e a volte eccessivo che fa sì che uomini e donne siano ben disposti nei suoi confronti, che gli dà straordinaria facilità di relazione e di relazioni, straordinario successo quando pubblica libri zeppi di luoghi comuni dato che pure i suoi libri godono del suo fascino.La sua immagine è quella di un uomo tranquillo, che sa ascoltare e che mette gli altri a loro agio. Gli uomini desiderano essergli amici e le donne avere relazioni con lui, spesso relazioni erotiche ma per non sapere immaginare di meglio, dato che il suo fascino non è tanto di tipo erotico quanto affettivo. Le donne vorrebbero legarsi a lui il più strettamente possibile e sognano di dormire sulla sua spalla. (Forse l'effetto dei suoi libri sulla scuola?). Ma non tutte le donne soffrono di tale mancanza di fantasia. La sua fidanzata Teresa gli propone un legame basato sulla reciproca confidenza di un segreto terribile. Dopo la confidenza ognuno avrà in mano la serenità dell'altro.Dopo la confidenza i due si lasciano e Pietro sposa Nadia. Nadia è anche lei vittima del suo fascino, ma dato che moglie, quindi legata a lui in modo particolare, è vittima in altro modo, nel senso che si sente oscurata dal suo fascino, relegata alla condizione di madre e di serva,per di più è frustrata nelle sue legittime ambizioni di carriera dato che a lei va tutto male. Nel matrimonio iniziano crepe e screzi e insoddisfazioni da ambo le parti che lo metterebbero a rischio se non tornasse in ballo Teresa con una idea nuova relativamente, nel senso che è una propaggine della precedente idea del reciproco scambio di confessioni: il matrimonio etico. Ognuno di loro userà il segreto come arma di ricatto per costringere l'altro a comportarsi bene. Lei in particolare veglierà sul matrimonio di Pietro. L'idea è abbastanza inusuale. Pietro non sa se fidarsi di Teresa, la ritiene pazza pericolosa e capace di tutto. Ma a tratti la fiducia affiora nonostante il ricatto etico e quando affiora le cose vanno bene. In fondo Teresa vuole solo tenersi una persona mal gestibile come Pietro senza fare la fine di Nadia, aiutando lui e Nadia a essere felici per quello che possono a distanza. Vuole ritagliarsi un ruolo nel suo cuore, o meglio nella sua testa, un ruolo di amica disinteressata. E' una donna intelligente, dunque dubita del cuore di Pietro latitante in tutti i suoi rapporti perchè anaffettivo- e vuole aiutarlo da lontano, dato che la sua vicinanza è pericolosa. Però questo rapporto richiede fiducia e la confessione iniziale comporta paura. Da qui la difficoltà ad andare avanti. E' ovvio che occorre un salto nel buio: la scelta a priori della fiducia da parte di Pietro. In fondo, Teresa gli ha già chiaramente dimostrato di tenere a lui e di non essere una minaccia. Ma la sfiducia può ribaltare le cose.
Il libro ha un incipit bellissimo, una trama insolita. Emerge una scrittura da maestro e una trama un po' lontana dalla vita, un po' astratta. Le relazioni di Pietro sono poco credibili dato che passa da un amore all'altro nel giro di poche righe e questo disturba il lettore che vorrebbe credere a quello che gli viene raccontato ma non può. Perciò il testo è più un gioco intellettuale piacevole che un racconto verosimile. Probabilmente non si sforza nemmeno di esserlo, all'autore piace più l'idea astratta e la scrittura della vita.
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Hai paura, eh?
Pietro e Teresa, professore e studentessa, vivono una relazione tanto intensa quanto conflittuale (“Il nostro continuo volerci e respingerci”). Al culmine dei litigi si scambiano una Confidenza: ciascuno rivela all’altro un segreto inconfessabile. Questo baratto dovrebbe essere la formula che salva il rapporto, invece ne decreta la fine.
La vita dei due amanti scorre (“La rottura con Teresa, il tempo dolente di un amore finito che avevo colmato scrivendo un breve saggio fortunato, il matrimonio con Nadia, la nascita di Emma, e ora quel libro, l’affettuosa accoglienza di una persona assai stimata come Intrò, di una donna competente come Tilde”) in due continenti diversi, ma il rapporto si conserva – seppure in forma epistolare – e la vita di Pietro viene energizzata dalla minaccia perenne che il suo peccato venga rivelato da Teresa (“Hai paura, eh?”).
Il momento della resa dei conti giunge con la pensione (“Lo stato italiano vuole conferire a Pietro un’onorificenza, ma è indispensabile che io vada a Roma per dir bene del suo lavoro di docente”): Pietro reggerà il colpo?
Domenico Starnone inventa una formula narrativa che tiene desto l’interesse per il suo romanzo: l’ho divorato con l’insana curiosità di scoprire quali fossero segreti tanto indicibili da preservare i rapporti contro l’usura del tempo.
Per niente morboso, tra intuizioni ad effetto (“Un coito simbolico non fa male a nessuno”) e dichiarazioni romanzesche (“La menzogna è la salvezza dell’umanità”), paradossale e a tratti inverosimile, Confidenza ha una costruzione perfetta che, a tre voci, riserva un finale ove lo scrittore si prende gioco della tensione narrativa costruita con la premessa.
Giudizio finale – citazioni: ho l’imbarazzo della scelta.
“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno” (Mark Twain)
“Due persone possono serbare un segreto se soltanto una sola lo conosce” (William Shakespeare)
“Quello che vuoi che altri non sappia, tu non lo dire a nessuno” (Lucio Anneo Seneca)
Bruno Elpis
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Teresa e Pietro.
«Che cose assurde possono accadere nella testa, volere il bene senza riuscire più a voler bene, volere il male pur seguitando a voler bene.»
Pietro e Teresa sono due opposti che si attraggono e respingono, che si lasciano e riprendono, che vanno avanti con le loro vite ma che eppure tornano sempre lì a quei tre anni trascorsi insieme, a quella confidenza fatta sulla cosa più orribile compiuta e con la quale siglano definitivamente il termine della loro relazione. Mentre Pietro è un docente di liceo riscoperto saggista e giornalista d’occasione con un fascino oscuro che lo rende una calamita che attrae e trattiene ma che comunque non consente di valicare la facciata, Teresa è una sua ex studentessa, compagna per un breve periodo di tempo e di poi scienziata di fama mondiale. Una studiosa che conosce quell’unico segreto che anche a distanza di cinquant’anni continua a vincolare le sorti dell’educatore. Se da un lato siamo immediatamente quindi attratti dalla figura di quest’uomo così formalmente semplice e retto, così capace di ascoltare, ma al contempo anche così misterioso, dall’altro siamo incuriositi dalla figura femminile che viene da questo percepita, e per effetto anche dal lettore, quale una donna manipolatrice, astuta, capace con la sua sola presenza di guidare a proprio piacimento quel “marito etico” a distanza. Tanto questa riesce a soggiogare la vita dell’ex compagno anche se i contatti sono venuti meno, tanto vi riesce con Nadia, la moglie dalla quale il protagonista ha tre figli che vivrà tutta la relazione con il coniuge con il timore di questo spettro sempre pronto a ripresentarsi. Quel segreto, quella confidenza, governerà tutta la vita del professore senza concedere attenuante alcuna.
Composto da tre racconti narrati da Pietro, sua figlia maggiore Emma e infine da Teresa, “Confidenza” è una storia dalla trama inusuale e all’interno della quale emerge il chiaro obiettivo di dar prevalenza all’aspetto introspettivo delle vicende e dell’essere umano. Poco credibili e poco concrete le relazioni di Pietro ma molto interessante l’evoluzione del rapporto di coppia che anno dopo anno si increpa sempre di più in parte per le assenze fisiche e mentali di lui, in parte per quei successi che finiscono con lo schiacciare Nadia che al contrario non riesce a trovare la propria realizzazione personale e che resta confinata al ruolo di insegnante di matematica in una scuola tecnica-liceo per tutta la vita.
Un componimento interessante che ha il grande pregio di solleticare la mente del lettore e che per questo si fa leggere con molta rapidità.
«Mi chiedevo che senso avesse tutto quel mio governare la vita, educarla, istruirla, quale vantaggio terreno o premio celeste mi ricompensasse per averla affinata con tanta fatica, e mi veniva sonno.»