Come ho perso la guerra
Letteratura italiana
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Battaglie in Val d'Orcia
Diseguale. L’opera prima di Filippo Bologna, Come ho perso la guerra, ha come prima connotazione la disomogeneità: gustosa la prima parte con la storia della famiglia Cremona (alcune pagine, come quelle del castello “rifatto”, sono esilaranti), ma via via che il racconto va avanti diviene sempre meno lucido e faticoso in alcuni passaggi (quelli più direttamente ”sociopolitici”). Come ho perso la guerra è fra i 12 dello Strega da cui scegliere la cinquina; dubito che ce la faccia.
Indicazioni utili
Carino
Confesso di aver approcciato il libro per semplice curiosità e quindi senza aspettativa alcuna. Presto però il modo di scrivere di Bologna, ironico e scanzonato mi ha coinvolto. Il paragone con l'Ammaniti di "Ti prendo e ti porto via" mi è sembrato in alcune parti del libro evidente, anche qui infatti ci sono dei comportamenti e dei dialoghi molto simpatici, a tratti esilaranti. La vicenda si svolge in Toscana e precisamente a Chianciano e ruota attorno alla storia delle terme del paese oggetto di una vera propria lotta tra i cittadini e un rude e spietato imprenditore che le acquista per puro capitalismo deturpando fin da subito la bellezza della zona e della cittadina. Riesce veramente difficile comunque ricostruire a fondo la trama perchè le vicende che vi si intrecciano sono molteplici. Da leggere, senza impegno.