Narrativa italiana Romanzi Ci vediamo al Bar Biturico
 

Ci vediamo al Bar Biturico Ci vediamo al Bar Biturico

Ci vediamo al Bar Biturico

Letteratura italiana

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In questo romanzo, che l'autore ha scelto di firmare con uno pseudonimo, si alternano le voci di due personaggi: Giada, ragazzina non ancora quattordicenne, e Bruno, professore sessantaduenne, abbastanza conosciuto per le sue apparizioni televisive. Si incontrano, o meglio, si vedono in una Capri estiva, assonnata e turbolenta, tradizionale e postmoderna. Lei è figlia di un gommista, e i suoi genitori cercano promozioni culturali e sociali: un'adolescente smaniosa di scoperte e soprattutto di sesso. Lui, che affitta una casa nell'amatissima Anacapri, ha un'eterna moglie con la quale ha infelicemente sperimentato, in anni passati, l'ideologia della 'coppia aperta' e si sta fabbricando un'analisi impietosa/morbosa della propria vita. Non meno spietato è lo sguardo della ragazzina sui genitori e sul professore, che la osserva da lontano, ogni giorno più sorpreso dai propri trasalimenti, mentre beve Gin&Tonic al Bar Biturico, o mangia "linguine alla Machiavelli" al solito ristorante, o guarda la spiaggia di cemento dalla solita terrazza, finché i loro sguardi si urtano, si attirano, si respingono. Giada, innamorata dell'amore, cerca e trova infatuazioni sterili con ragazzi troppo intimiditi. Ma dal Sudest asiatico arriva a Capri il figlio del professore, meravigliosamente bello. E allora... E allora, nonostante questo fulmine, continua il dialogo degli sguardi fra Bruno e l'adolescente. Feroci e sarcastiche, ma anche indifese e appassionate, le due voci non tessono solo una trama di desideri e di disillusioni. Raccontano qualche patetico eroismo marino, qualche grottesco rito mediterraneo, qualche mito arcaico, turistico o mondano. E intrecciano le riflessioni inesorabili con le scene di solare stupidità. Così diventano uno specchio scuro dei rapporti affettivi/ostili tra mogli e mariti, tra genitori e figli: un ritratto crudele, ma sincero, delle nostre comuni fragilità.



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Ci vediamo al Bar Biturico 2012-02-08 21:00:19 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    08 Febbraio, 2012
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Una Lolita che non sa di esserlo nella mente altru

Pupottina è stata incuriosita dal titolo del libro prima di tutto, che fa anche un po' ridere.
Eh eh!
La copertina, quando l'ho acquistato non aveva la prima copertina che ho trovato su internet, ma la seconda, che anche è molto simpatica e lolitesca.
Il secondo fattore di irrefrenabile voglia ad acquistarlo è stato lo pseudonimo dell'autore, dietro cui si cela un noto giornalista e scrittore italiano, che, ahimè, non sono riuscita ad identificare.
E' scritto in maniera molto particolare. Capitoletti brevissimi che raccontano i fatti, alternando i pensieri dei due protagonisti, molto diversi, e forse uniti soltanto dagli impulsi sessuali. A parlare sono Bruno e Giada. Sembra una specie di Lolita, con la doppia verisone dei fatti, ma ben presto si scopre di essere in tutt'altro ambiente. Non mancano il sole, il mare, le abitudini della vacanza e quindi anche la voglia di iniziare nuove relazioni.
Bruno è un professore sessantaduenne, conosciuto per le sue apparizioni televisive che, ormai crede di aver concluso il suo percorso amoroso di gioventù e sa di essere ripugante. Giada, invece, è una tredicenne che scoppia di salute e di voglia di perdere la verginità e passa da una storia all'altra, sentendosi incompresa dai suoi coetanei, come dai genitori che detesta.
I due si incontrano nel Bar che dà il nome al libro e da lì vengono raccontate parallelamente le loro giornate estive. Niente diventa mai volgare, ma racconta tutto con semplicità ed ironia, senza scadere nel volgare.
Gli altri personaggi, che fanno da sfondo alle vicende, sono: gli animali, così Giada chiama i suoi genitori, premurosi e con il desiderio di far crescere i loro due figli sotto l'ala benefica della cultura, della storia e dell'arte; Christian, il fratellino più piccolo di Giada, che ancora non sa che l'amore è fatto di coppia, ma vive da solo i suoi momenti migliori; Luca, il ragazzo che piace a Giada e con cui ha i primi contatti amorosi, ma lui è timido ed ha paura ed alla fine resta vittima di un incidente che lo porta in ospedale, lontano da lei; Michele, ragazzino negretto con cui Giada cercherà di consolarsi dopo la partenza di Luca; Manuela, amica del cuore con cui gareggera per conquistare il bronzo di Riace dell'isola; Rita, la moglie del professore, che lo ha tradito sempre e lo ha spinto a fare altrettanto; Andrea, il bellissimo figlio del professore e di Rita, che scende solo per alcuni giorni a seminare scompiglio ad AnaCapri e come tutti quasi tutti i belli ed impossibili è bisex, perché non riesce a non seguire le tentazioni, ma non cede alle lusinghe di Giada e della sua amica.
Giada rincorrerà l'amore e lo sfiorerà, per tutta l'estate e per tutto questo libretto, di poco più di 100 pagine, mentre il professore, che lei soprannomina il Camicia, per il suo gusto nel vestire, la osserverà a distanza sempre minore, la adorerà senza volerla mai rovinare, toccare ed amare veramente, ma ringraziandola in cuor suo di aver risvegliato in lui le emozioni del tempo che fu. Alla fine ci sarà anche un incontro fra i due in cui Bruno le spiegherà cosa è stata la sua vita attraverso metafore con comete e lirici greci, ma Giada, ovviamente troppo giovane, non ne capirà il senso.
In un passo, c'è scritto: "Il lupo, ormai, ha perso anche la coda e ha fame solo di malinconie. Vorrei abbracciarti dolcemente, accarezzarti e mai farti male, sentire il profumo del tuo corpo, il tuo sapore. Mi piacerebbe amarti senza far l'amore, con l'innocenza dello sguardo e di un affetto che forse non saprei mai spiegare. Sarei felice di toccarti, certo, ma non pensare alla violenza se per caso mi guardi. Pensa, piuttosto, a una specie di abbandono, a una felice smemoratezza che supera le distanze dell'età."

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