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Chi se non noi Chi se non noi

Chi se non noi

Letteratura italiana

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Anziché un orologio come ai suoi fratelli, per la prima comunione il nonno regala a Maria una Polaroid: lei è affascinata dallo spazio intorno e sogna di diventare architetto da grande, di andare a vivere in città e indossare “scarpe violette magari tutti i giorni per andare in giro, a godersi la bellezza, profumando di buono”. E anche se suo padre le ha detto che “i sogni non si realizzano mai”, Maria ce la fa: si laurea, va ad abitare a Ferrara, lavora a Bologna nello studio di un importante architetto, frequenta i convegni di bioarchitettura e le mostre dei fotografi che tanto ama, insomma ha la vita che ha sempre desiderato. Eppure, ogni venerdì torna nel Delta del Po, quel mondo paludoso che avrebbe preferito dimenticare se Luca, l’uomo che ama con un’intensità febbrile, non fosse stato così legato a quella terra. Lui è criptico, ambiguo, manipolatore, alterna sprezzo a dolcezza. E quando la lascia, è come se un’onda di piena si rovesciasse sotto quegli “immensi cieli color cicoria”. Germana Urbani, nel suo romanzo d’esordio, si immerge con spietatezza nelle pieghe più intime della mente di una donna e nelle contraddizioni che spezzano i rapporti umani, scova il nodo che può legare l’amore più ingenuo e il dolore più accecante, sfuma i confini opachi tra passione e follia. Fotografia dai colori annebbiati di un Polesine ancora segnato nel territorio e nelle storie familiari dal ricordo della grande alluvione del ’51, "Chi se non noi" rapisce, disorienta e costringe a fare i conti con le proprie pulsioni più oscure.



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Chi se non noi 2021-05-21 21:12:43 _aury_bks
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_aury_bks Opinione inserita da _aury_bks    21 Mag, 2021
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Forti sentimenti e grande legame con il territorio

Maria è una ragazza di origini polesane, conosce bene il Delta del Po, i suoi ritmi, i suoi colori e i suoi odori. Fin da ragazzina ama studiare e ha una passione per la natura, quella che immortala in scatti unici con la Polaroid che il nonno le regala per la Prima Comunione.
Il nonno, l’unico della sua famiglia a credere in lei, a credere che possa prendere il volo e andarsene, che non resti lì con loro, con i fratelli che hanno scelto di rimanere “piantati dove sono nati, lavorando, sperando nel bel tempo e in una brava ragazza”.
Così Maria si trova un lavoretto per conquistare la sua prima indipendenza e poi un altro per potersi pagare la retta all’Università e diventare così architetto.
Terminati gli studi, questa donna determinata e dalle idee innovative, inizia il suo percorso lavorativo presso un rinomato studio bolognese. Questo impiego le permetterà di mantenersi un bell’appartamento, di essere vicina a mostre fotografiche e frequentare convegni. Ma ogni fine settimana Maria rientra nel suo Polesine per il suo “incastro perfetto” con Luca.
Luca è l’uomo che vuole sposare, ma al quale ancora non ha detto sì. Luca è il ragazzo che lavorava in pescheria e ora, grazie a Maria, è un architetto stimato, l’uomo che lei ha spronato, aiutato e supportato affinché potesse costruirsi un futuro migliore.
Maria e Luca sognano di ristrutturare la casa di famiglia di Luca a Ocaro per poi costruirvi il proprio nido, ma negli anni solo Maria continua ad avere questo desiderio.
Luca si allontana da quello che un tempo era il loro “noi”, diventa freddo, distaccato e Maria all’inizio incolpa proprio quel ruolo che lei ha voluto per Luca, quel ruolo nello stesso studio di Bologna che lei ha contribuito a costruirgli e non vede come Luca sia, in realtà, un uomo ambiguo, manipolatore.
Fino a quando lui non decide di uscire allo scoperto e confessarle quello che Maria mai avrebbe immaginato, il suo amore vero e sincero, carnale e passionale, verso un’altra donna.
Sconvolta, Maria sarà prima inghiottita da un vortice di tristezza, malinconia, disperazione, ma la speranza che questa nuova donna, sia solo di passaggio, nutre grandi illusioni in lei.
Ogni messaggio di Luca accende una fiammella, ogni avvenimento, ogni foto, ogni ricordo che rievoca il loro rapporto, la mantiene viva.
Questo amore lentamente si trasforma in ossessione, in odio, in depressione, e Maria è pronta a tutto ma non ad accettare che venga scritta la parola “fine”.

“Chi se non noi” è il romanzo d’esordio di Germana Urbani che sceglie di scavare nella mente di una donna tradita e abbandonata, nei suoi ricordi più intimi e nei suoi pensieri più brutti, anche in quelli che non le mostrano altro se non la morte.
Questo percorso interiore viene inserito nella natura del Delta del Po, nei suoi colori, nelle sue tradizioni e nella sua storia. I paesaggi vengono descritti con la stessa precisione con cui la scrittrice fotografa nel tempo libero ciò che la colpisce e alcuni cenni storici riguardanti questi territori, sono certamente frutto di uno studio attento e curato, che ho apprezzato molto.
Come ho apprezzato il linguaggio utilizzato, ricco di veridicità anche nei sentimenti, nelle sensazioni provate e nei pensieri della protagonista che talvolta sembravano azioni reali.


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