Narrativa italiana Romanzi Cetti Curfino
 

Cetti Curfino Cetti Curfino

Cetti Curfino

Letteratura italiana

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Un giornalista giovane e spiantato, Andrea Coriano, entra in un carcere per incontrare una detenuta, Cetti Curfino. Gli si pone davanti una donna prorompente, labbra carnose, corpo colmo, occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la storia di Cetti sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele. Una storia di politici senza scrupoli e amici fedeli, di confessioni improvvise e segreti infamanti, un caso che ha fatto molto parlare ma che adesso sta per spegnersi, ingoiato da altri clamori. Il giornalista ha subito creduto che la sua storia andasse raccontata e ora che se la trova lì, ferina, impastata di dialetto, dolore e femminilità, capisce di non essersi sbagliato. Chi è Cetti Curfino? Qual è la storia che l’ha portata in carcere? Sarà in grado di aprire a lui – giornalista alle prime armi – la propria vita, i percorsi oscuri che l’hanno condotta fin lì? Andrea non ha molte armi professionali in tasca, e nemmeno molti strumenti di seduzione, in verità. Al più, può sfoderare con una certa autoironia le proprie difficoltà. La vita con zia Miriam ad esempio, e le corse in macchina per portarla in giro con il suo festoso gruppo di amiche di mezza età, vedove ringalluzzite dalla gioia di godersi la stagione del tramonto. La voce di Cetti, però, non gli dà tregua: vibrante nel suo italiano imperfetto, sembra salire dalle profondità della terra di Sicilia.



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Cetti Curfino 2018-06-19 15:40:00 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    19 Giugno, 2018
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Una donna dignitosa

Massimo Maugeri, collabora con le pagine culturali di magazine e quotidiani. Ha ideato e gestisce Letteratitudine, blog letterario d’autore del Gruppo L’Espresso, nonché uno dei più noti e seguiti blog letteraria italiani. Ha pubblicato romanzi, racconti e saggi, tra cui il romanzo Trinacria Park. Ora pubblica Cetti Curfino, una storia dolorosa , amara, tragica, di un fascino indiscusso. Il nuovo romanzo di Massimo Maugeri ha per protagonista un giornalista alle prime armi che incontra una detenuta speciale. Ma chi è Cetti Curfino?

“Appena la vide , pensò due cose. La prima: il suo era uno di quegli sguardi capaci di bloccare il respiro. La seconda: la sua bellezza era dotata di un incanto ferale. (…) I capelli erano raccolti in una sorta di chignon improvvisato. Un paio di forcine fuoriuscivano dal grumo della chioma come antenne. Era bella, sì. Adesso che la vedeva per la prima volta dal vivo e da vicino, poteva asserirlo con certezza. Era davvero bella. Una bellezza selvaggia, dura, di pietra. Una bellezza che appunto, bloccava il respiro. E, sì, lasciava presagire morte.”.

Il suo caso cattura l’attenzione di Andrea Coriano, un giornalista free-lance, squattrinato, ingenuo, un po’ disincantato, che ha saputo la storia che la coinvolge, si reca in carcere con l’obiettivo di scrivere un libro:

“L’obiettivo del libro era quello di inquadrare il caso di Cetti Curfino da una prospettiva che tenesse in considerazione il contesto culturale, la tragedia personale, le difficoltà e i soprusi che la donna era stata costretta a subire.”

Il giornalista è in difficoltà di fronte a quella donna. Troppo dolore, troppi abusi. Sì, perché in fondo, Cetti è stata lasciata sola dopo la morte tragica del marito, caduto da un’impalcatura nel cantiere dove lavorava in nero. Sola e con un figlio ottuso, in preda ad un cognato disgraziato che la paga dieci euro per strizzarle le minne, venti euro per altro. Fino a quando la situazione, inevitabilmente, degenera. Ad Andrea:

“La voce di Cetti, però, non gli dà tregua: vibrante nel suo italiano imperfetto, sembra salire dalle profondità della terra di Sicilia.”

Un romanzo a due voci, dove emerge prepotente la sicilianità, i suoi colori, i suoi drammi, all’interno di un coro duale. Una prosa asciutta, vibrante, che non può che affascinare il lettore in una vicenda tragica. Il dipinto di una donna dura, forgiata nel carattere e nelle sue azioni, splendida nella sua fierezza, prostrata ad un dolore che non ammette concessioni. Con una dignità che si può assurgere a condizione primaria di tutte le donne.

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