Cento per cento
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
100% Naspini!!!
100% di bravura!
Naspini continua a confermarsi scrittore di grande talento, capace di racchiudere in poche pagine un concentrato di emozioni, un distillato di vita vissuta, un romanzo breve dal forte impatto, proprio come i pugni sferrati sul ring dal protagonista.
Un'intervista.
Ci troviamo di fronte ad un' intervista che il vecchio pugile, Dino Carrisi, decide di rilasciare, raccontando tutta la sua vita, raccontando come sia passato dai combattimenti clandestini nei sotterranei ai campionati del mondo, dalle pagine patinate dei rotocalchi fino al carcere e alla solitudine più completa...
Un personaggio (inventato) tremendamente credibile, pieno di rabbia e di rimpianti, ma anche ricco di umanità.
Una vita vissuta al massimo, puntando sempre dritto l'obiettivo: schivare i colpi, trovare il momento giusto, stendere al tappeto l'avversario, dimostrare di essere nato solo per quello, per boxare... e quando sarà la vita a sferrargli il suo gancio perfetto, lui incasserà il colpo senza battere ciglio, sopportando il dolore e il sapore del sangue nella bocca, aspettando il momento giusto (perché quel momento arriva sempre) per rialzarsi e riprendersi il round.
Ma ci sono colpi che lasciano segni profondi, con i quali bisogna imparare a convivere.
Continuerà a combattere anche quando si renderà conto che l'obiettivo è sempre stato sbagliato, che la sua vita, la sua vera vita, si stava svolgendo altrove, senza di lui.
Il suo ultimo KO (esistenziale) sarà il più difficile da assestare, ed anche il più triste... in quanto ultima performance di un uomo ormai solo, fallito, tradito proprio da chi mai avrebbe dovuto farlo, colpito nel suo unico punto scoperto, quello che nessuna guardia e nessun guantone potrà mai proteggere del tutto... il cuore.
Indicazioni utili
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Uno scorcio di vita in diretta
Dino Carrisi, un immigrato italiano, è stato in passato uno dei più grandi pugili americani, arrivando per ben due volte a conquistare il titolo mondiale, ma, soprattutto, è stato un cento per cento, cioè uno nato esclusivamente per combattere sul ring, una specie di genio della “nobile arte”.
Ora, vecchio, quasi in povertà e ubriacone, coglie l’opportunità di un’intervista televisiva della rete Canale 2 per raggranellare un po’ di soldi, ma prevalentemente per realizzare un disegno che ha costruito giorno per giorno.
Lo spettacolo così diventa il riassunto della sua vita, dai primi pugni negli incontri sotterranei fino alla gloria, e poi a venti anni di carcere scontati per il presunto omicidio della moglie.
Raccontato in presa diretta, come solo può esserla un’intervista televisiva, Cento per cento è un’opera di grande bellezza, originale quel che basta, senza cioè diventare alla lunga fine a se stessa, scritta con quella capacità che ho sempre riconosciuto a Naspini di delineare fatti, ambienti e personaggi con immediatezza, senza banalità o superficialità, con quell’attitudine naturale che ha l’autore di scavare dentro, di incidere, mettendo a nudo l’anima del protagonista in cui il lettore finirà prima o poi per trovare qualche tratto che lo accomuna.
Non è il solito ritratto del pugile suonato e piagnone, è uno scorcio di vita che riemerge dalla memoria, come se uno fosse lì, davanti a te, per parlarti di sé, di ciò che è stato, di ciò che avrebbe voluto fare e non ha fatto. Non c’è una riga di monotonia, non c’è nulla di già letto, c’è una vicenda umana che lentamente porta a uno stato emotivo che esplode nel sorprendente finale.
La vita come spettacolo, propria dei media, viene ribaltata, e così anche l’intervistatore entra nella vita vera, come protagonista, così che al termine emergerà solo la realtà, nuda, anche crudele, l’ultimo KO costruito da un pugile cento per cento.
Posso solo dire, da ultimo, che questo racconto lungo mi ha entusiasmato, dopo una lettura coinvolgente come poche.