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Carne mia

Letteratura italiana

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Si comincia con due ragazzini che camminano dal lato dell'ombra, su una strada assolata. Ma è solo l'inizio della fine. Prima c'è tutta una vicenda ambientata negli anni Novanta al Borgo, il quartiere popolare di Palermo incastonato ai margini della zona più prestigiosa della città. La famiglia Montana campa grazie a una bancarella abusiva di frutta e verdura fondata dal padre e, dopo che questi scompare, portata avanti da moglie e figli. Due figli: il primo, Franco, gran lavoratore; il secondo, all'opposto, voglia di lavorare già ne ha poca, e ancora più inaffidabile diventa quando s'innamora di una ragazza che è peggio di lui... Una storia dura, al centro la famiglia, quella dei quartieri difficili come il Borgo Vecchio dove le convenzioni territoriali sono la vera forza di "un paesello che resiste alle infiltrazioni della modernità, rinunciando ai benefici dell'integrazione in cambio dell'indipendenza morale e amministrativa". Una storia semplice, questa di Alajmo, con un finale che non ti aspetti.



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Carne mia 2017-11-12 16:21:35 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    12 Novembre, 2017
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Dal passato non si fugge

Palermo, quartiere popolare Borgo Vecchio. I Montana, una modesta famiglia di piccoli mercanti abusivi di frutta e verdura, vengono sconvolti da un truce episodio di lupara bianca. Calogero, il capo famiglia, scompare nel nulla e alla moglie e ai due figli viene consigliato di non cercare la verità. Il tempo per indagare, d'altronde, è poco, c'è un chiosco da mandare avanti e se da un lato la vedova Mela può contare incondizionatamente sull'aiuto del volenteroso ed intraprendente secondogenito Franco, dall'altro ha da gestire la grana rappresentata dal primogenito Enzo, lavativo poco di buono dedito all'ozio, alla delinquenza e ad altri vizietti poco raccomandabili. Franco e Mela per molto tempo fanno finta di niente, lasciano che Enzo diserti il lavoro e non dimostri il minimo rispetto per i suoi familiari. Quando la situazione però si fa troppo pesante la tragedia appare scontata. A poco serve fuggire all'estero, crearsi una nuova vita, tagliare ogni ponte con le proprie radici. Il passato, con le sue ineluttabili verità, prima o poi torna a galla. Un noir semplice e realistico incentrato sul concetto di famiglia, con pochi ma ben delineati personaggi in cui è difficile distinguere la tenue barriera che separa il bene dal male. Una storia dura, spietata, cinica, in cui mafia, droga, violenza domestica si intrecciano con l'amore, il rispetto, la speranza di assicurare e se stessi ed ai propri cari un'esistenza migliore. A condire il tutto l'aria di una Sicilia terribile ed affascinante, ricca di tradizione, di folklore e di calore, delle piccole abitudini di un rione dove nessuno sa e tutti sanno e il centro del mondo è rappresentato da una piccola macelleria di quartiere. Un'aria che continua ad impegnare le pagine di questo bel libro anche quando la scena si sposta a migliaia di chilometri di distanza, quasi a ricordarci che dalle proprie radici e dal proprio passato non è possibile scappare.

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