Cari mostri Cari mostri

Cari mostri

Letteratura italiana

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Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell’orrore. Lo fa con ironia, attingendo al grottesco, tuffandosi nel comico, tastando l’angoscia. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri. E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge – una creatura misteriosa che semina morte –, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l’immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni.



Recensione della Redazione QLibri

 
Cari mostri 2015-05-20 18:40:56 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    20 Mag, 2015
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Orrore d’altri tempi

“Cari mostri” è un libro poliedrico come il suo autore; nei suoi 25 racconti racchiude una moltitudine di sottogeneri e di storie diverse tra loro, spaziando tra il tragico e il comico e che hanno come unico filo conduttore l’horror. E vi assicuro che tra comicità, paura e mistero, vivrete un viaggio oltremodo piacevole, reso scorrevole dalla facilità di lettura e il buono stile che questo autore ci regala. Badate bene però, qui non si tratta dell’horror che oggi siamo abituati a consumare in tutte le salse; non un horror fatto di splatter, possessioni, fantasmi e roba(ccia) del genere. Assolutamente no, Benni torna alle origini, quando ci si spaventava per storie come Dracula, Frankeinstein, storie in un certo senso più macabre e di maggiore spessore letterario, ma meno disturbanti per lo stomaco. Questi racconti sono un mix romanzato di ciò che più ha spaventato gli uomini nei secoli passati, e di ciò che lo spaventa oggi, nel mondo reale.

Ebbene sì, perché i “mostri” non sono necessariamente mostri viscidi e tentacolosi, vampiri, mummie o crudeli assassini. Mostri possono essere le tasse che oggi come oggi ci perseguitano in tutte le forme possibili, peggio di un essere polimorfo; possono essere gli innumerevoli account, password, numeri, iban che ci tengono prigionieri e senza i quali a questo mondo non saremmo nessuno; possono essere gli apparecchi tecnologici dei quali ormai siamo schiavi.
Mostri possiamo essere noi stessi.
Perciò, nel tragitto che seguiremo tra i racconti di questo libro incontreremo mostri di ogni specie, da quelli tradizionali e spaventosamente orribili, a quelli che noi stessi ci siamo creati e che se continuiamo di questo passo ci troveremo ad affrontare, astratti e non.
Ci troveremo di fronte bestie mangiatrici di uomini; alberi maledetti; mummie egizie; teenager capaci di uccidere per un biglietto del concerto dell’ultima boy band in voga e vampiri che preferiscono ridursi a un mucchio di cenere piuttosto che avere a che fare con Equitalia.
Infine, nota lieta, ci troveremo di fronte al tributo dell’autore a dei grandi uomini realmente vissuti, dei quali racconta la tragica fine, ovviamente romanzandola e immaginandone i risvolti, adattandoli all’opera che ci presenta. Uomini come Michael Jackson ed Edgar Allan Poe. A quest’ultimo soprattutto probabilmente Benni ha sentito di dovere un tributo, perché è al maestro indiscusso dell’orrore d’altri tempi e alle sue opere che, in parte, questa sua ultima fatica è ispirata.

"Si, forse la vita è questo. Si procede tra normalità e paura, e si aspetta ogni volta di tornare alla nostra dimora, di trovare un po’ di quiete, un rifugio. Magari salendo le scale di casa verremo presi dall’angoscia, avvertendo che il dolore ci ha seguito fino lì. Comunque sia, è un inferno che conosci. Ed è meglio di quella nebbia spietata, meglio di non vedere nulla, meglio della solitudine dei nostri passi."

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Edgar Allan Poe.
Dracula.
Frankeinstein.
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Cari mostri 2019-08-26 11:42:20 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    26 Agosto, 2019
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Meglio i fratelli Grimm

Le short stories sono un tipo di narrazione che solitamente evito ma, dopo anni di sosta nella mia libreria, ho deciso che era arrivato il momento per “Cari mostri” di Stefano Benni; per l'appunto una raccolta di ben venticinque racconti brevi, in alcuni casi brevissimi.
Si parla principalmente di mostri, ma non (solo) nel senso convenzionale del termine: l’autore cerca di mostrare in chiave parodistica vari aspetti della società attuale che non approva, sostanzialmente punendo i malvagi attraverso le figure dei mostri che si trasformano quindi da creature spaventose ad angeli vendicatori.
Purtroppo non ho apprezzato particolarmente questo libro, soprattutto perché non credo che sia stato chiarito il target di riferimento; alcune delle storie sono fiabesche e sembrano prese da una raccolta per bambini mentre altre sono decisamente mature, piene di blasfemia, volgarità e violenza ai limiti del descrivibile. Insomma, contenuti che potrebbero turbare anche un lettore adulto uniti a dei messaggi perlopiù infantili, come sii gentile verso il tuo prossimo o rispetta l’ambiente che ti circonda.
Di questa raccolta salvo unicamente la critica all’eccessiva sterilità delle relazioni d’oggi, i riferimenti ad alcuni mostri classici della letteratura come Dracula e, aspetto decisamente più superficiale, la suggestiva copertina. Del resto, questo libro non mi ha per nulla spaventato e le uniche risate sono state provocate dalle citazioni alla contemporaneità, perché non credo si possa trovare nulla di divertente in temi seri come la dipendenza da droghe o la pedofilia, se trattati in modo così superficiale.

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Cari mostri 2017-11-06 22:17:54 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    07 Novembre, 2017
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L' horror umoristico che vorrei...

“La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini.”
Stefano Benni è un noto scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore e poeta italiano, nato a Bologna nell’agosto del 1947. È noto soprattutto per alcuni romanzi e racconti come Bar Sport, Elianto, Terra!, Margherita Dolcevita, Spiriti e molti altri. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue ed è noto anche per le collaborazioni con settimanali come L’espresso e Panorama e quotidiani come La Repubblica e Il manifesto.
Come autore televisivo fu “battutista” di Beppe Grillo e sceneggiatore del film Topo Galileo di Francesco Laudadio.
Dobbiamo un enorme ringraziamento a Benni se oggi, e durante la nostra adolescenza, abbiamo avuto il piacere di leggere i libri di Pennac in italiano: fu lui a convincere la casa editrice Feltrinelli e tradurne i primi libri. Pennac, dal canto suo, lo ha ben ringraziato pubblicando un’opera a lui dedicata dal titolo Grazie!
Nel 2015, a dimostrazione del suo impegno sia culturale che sociale, ha rifiutato il premio Vittorio de Sica in protesta contro i tagli alla cultura attuati dal Governo Renzi.
Attivo in quasi tutti i campi artistici, se siete interessati ad approfondire le sue opere, potrete apprezzarlo dalla narrativa alla poesia, dalle raccolte di articoli alle sceneggiature.
Cari mostri è una raccolta di 25 racconti dell’orrore pubblicato la prima volta nel 2015.
Ogni storiella è a sé stante e tra loro non presentano collegamenti, né di trama né di personaggi. La cosa veramente interessante di questo libro è che non abbiamo una raccolta monotematica a tutti gli effetti, bensì un assortimento eterogeneo molto stimolante. Molte storie sono rese grottesche dalle conversazioni stesse tra i personaggi, spesso caricature dei lati oscuri della personalità degli esseri umani.
Hansel@Gretel.com mi è sembrata quasi scritta da un’altra persona: parolacce, volgarità, cattiveria… Benni, sei tu? Sono gli Hansel e Gretel moderni, giovani ragazzini high tech che non si stupiscono più di nulla, sfacciati, aggressivi ed arroganti. Una enfatizzazione della situazione attuale che non è poi così diversa.
Il Mercante, un venditore di armi che si ritrova senza acquirenti perché la popolazione si è quasi autodistrutta a causa dei conflitti armati. Guardiamoci attorno, non ci sentiamo un po’ tutti in pericolo?
Compagni di banco, la tipica ragazzina attraente che sfrutta la cotta del suo compagno di banco secchione (e bruttino) per farsi passare tutti i compiti e per vincere un concorso di scrittura. Siamo sicuri di non aver già visto (o vissuto) qualcosa del genere?
Questi sono solo alcuni dei racconti che troverete in questo libro e soddisferete sicuramente anche la voglia di leggere qualche classico. Non mancano le storie di fantasmi, di mostri, di creature mitologiche, di maghi/streghe e fantascienza.
Un libro senza dubbio interessante, sia per la notevole capacità dell’autore di giostrarsi tra diversi stili di scrittura, sia per la varietà di racconti che non possono lasciarvi insoddisfatti. Lunghezza mai eccessiva, trame scorrevoli e pochi preamboli: la narrazione va dritta al punto, il linguaggio è semplice e alla portata di tutti.
Buon divertimento,

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Cari mostri 2015-05-31 15:36:01 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    31 Mag, 2015
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Una serie di mostri più simpatici che mostruosi.

Venticinque racconti che aprono spiragli sul genere horror e dove l’ironia di Stefano Benni propone “mostri” che si tingono di grottesco e cedono il passo più alla meraviglia che alla paura. I mostri sono i memorabili protagonisti dei racconti : una Madonna che invece di versare lacrime e sangue ride, quasi soddisfatta di apparire, un manager che vuole ammodernare il museo egizio introducendo sfavillanti novità elettroniche e suscitando le ire di una strana e vendicativa mummia, la strega Charlotte, creatura orribile e spaventosa, temuta però solo nelle nostre fantasie, l’Uomo dei Quadri, un omaggio alla memoria del grande Edgar Allan Poe, la fiaba di Hansel e Gretel rivisitata in chiave moderna, un topastro da cartoni animati ispettore di polizia e la soluzione di misteriosi delitti, e così via, in un susseguirsi ora comico ora grottesco ed angosciante di situazioni strampalate e paurose. L’Autore si cimenta quindi in un genere nuovo, che, da una prima lettura, sembra essergli congeniale : anche se talora traspare un serioso fine didattico e moralistico, l’ironia la fa da padrona. I suoi mostri, cari per lui, sanno suscitare non di rado curiosità e simpatia.

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