Caos calmo
Letteratura italiana
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DALL'EDONISMO AL MATERIALISMO
Paladini. Uomo di carriera, bella casa, bella macchina, un lavoro impegnativo.
Dopo avere letto il romanzo ho capito come uno come Nanni Moretti possa essere stato affascinato dalla trama di Caos Calmo tanto da farne un film.
Paladini è un prodotto della società. Un uomo che di fronte alla perdita della moglie e della sua vita quotidiana, rimane vittima di una sospensione delle emozioni, trascorrendo le sue giornate in una sorta di materialismo inerte.
La realtà davanti ai suoi occhi e solo la realtà.
Chiara
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La calma durante la tempesta
Caos: consegue alla morte improvvisa della moglie
Amata, Lara. Pietro Paladini abbandona il lavoro e decide di
Osservare la figlioletta Claudia, dieci anni,
Seduto su una panchina nel parco di fronte alla scuola.
Calmo: è il disordine tragico del nuovo corso della vita
Allorché colleghi, parenti e sconosciuti
Lo raggiungono, nell’auto o sulla panchina, e gli riversano
Malesseri, angosce e problemi. Romanzo incredibile, riceve
Onore al Premio Strega 2006. Una vicenda surreale …
P.S.: ho apprezzato particolarmente l’analisi stranita del rapporto quasi metafisico che il padre mantiene con la figlioletta. Preoccupato di farle comprendere distacco e abbandono della madre, Pietro rimane colpito da come Claudia, invece, sembra affrontare tutto con una saggezza destabilizzante per la sua giovane età. Sorpresa apollinea nel finale: con “calma” rivelazione shock, la figlia redarguisce il padre con una verità anapodittica.
Da quando ho letto questo romanzo, talvolta anch’io – come Pietro - mi diverto a contravvenire alle indicazioni del navigatore dell’autovettura, per cercare di mandarlo in confusione …
Bruno Elpis
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caos calmo
romanzo contemporaneo che narra la storia di un uomo sposato, con figlia e in carriere la cui moglie viene improvvisamente a mancare: lui si ritrova con sua figlia a guardare il mondo che lo circonda e sopratutto le persone che gli stanno intorno con le lenti, tragicamente limpide e trasparenti, degli occhiali che il dolore gli ha donato. bella la figura della figlia, toccanti e crude alcuni passaggi del libro.
il film è fedele alla trama e rende abbastanza bene la storia
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Vivere in un'altra dimensione
Caos calmo è un libro e un film. Bellissimo il libro. Bellissimo il film. Il protagonista del film non poteva che essere Nanni Moretti, perché è proprio lui, per il suo tipico stile e anche per i suoi tipici silenzi “urlanti”, che ti immagini quando leggi queste pagine e cerchi di prefigurarti come potrebbe essere il protagonista. E’ una storia di dolore e di amore. Dolore per la morte della moglie. Amore per la figlia. Un marito perde, all’improvviso, a causa di un aneurisma, la propria moglie e, da quel momento, sembra vivere in un universo parallelo al mondo reale. Vive i propri giorni seduto su una panchina, di fianco alla scuola che frequenta la loro bambina, per starle più vicino, per non lasciarla sola, ma ancora di più perché non sa nemmeno lui dove stare e cosa fare. E’ una reazione tutta personale, dovuta a un dolore così schiacciante da annientare tutto il resto. Lui si estrania dal mondo. Il mondo scorre e passa attorno a lui, rappresentato dalle altre persone che conosce per caso in quella via e dai suoi familiari, amici, colleghi che vengono a trovarlo sulla sua panchina. E’ un libro tutto incentrato sul suo modo di vivere il dolore, di metabolizzarlo, di capirlo, di superarlo. Un’analisi introspettiva talmente privata, talmente personale, che quando leggi sembri andare in punta di piedi perché entri nel mondo di un altro. Spicca la maturità della bambina. Spicca l’apatia dentro cui il padre si rifugia, forse per non soffrire, forse per analizzare e capire il perché. Bellissimo, da leggere, assolutamente.
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La morte ti cambia la vita
Purtroppo ho letto questo libro quando già era uscito il film. E - ancora purtroppo! - mi sono fatta tutto il libro con la faccia di Nanni Moretti davanti, senza la possibilità di prefigurarmi il protagonista, Pietro, con la mia fantasia...
La storia, si sa, è molto semplice: un uomo perde la moglie e, a quel punto, sembra perdere anche il senso e la materialità della propria vita. Si piazza nel giardinetto davanti alla scuola frequentata dalla sua bambina e decide di stare lì fuori mentre la bimba sta a scuola. Chi vuole relazionarsi con lui o gli telefona o lo deve andare a trovare, lì, al giardinetto.
Questa dislocazione fisica al giardinetto (lontano dai luoghi abitualmente frequentati, con il lavoro, con gli amici, ecc.) è lo spunto per una dislocazione anche psicologica di Pietro. La morte ti cambia la vita, perchè non riesci più a vedere il mondo e gli altri come prima. E sei allo sbando. Così, mentre Pietro cerca di darsi una ragione per continuare a vivere, i personaggi che gli si muovono intorno appaiono schizofrenici, esaltati, fuori luogo, inutili. La morte fa cadere i veli delle situazioni e delle persone che ti circondano... e ne rivela la precarietà e l'inutilità. Su tutto aleggia la morte, mai citata e sempre presente.
Dopo la lettura del libro mi sono concessa anche la visione del film. Nanni è bravo, però, non so... forse la sua figura, lui, Nanni, prevarica Pietro.
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Nessun dolore.. (diceva Battisti)
Caos Calmo narra le tante riflessioni di un uomo in un momento cruciale della vita: la morte improvvisa della compagna e la responsabilità nei confronti della figlia di dieci anni, colpita con lui da quell’evento tragico e destabilizzante. Le vicende ruotano intorno a un unico luogo fisico, l’automobile parcheggiata davanti alla scuola della bambina.
Non è il dolore (e Pietro, il protagonista, non riesce a spiegarsi questa mancanza) a dominare l’animo dell’uomo, ma un turbamento profondo, come se fosse necessaria un’interruzione, una pausa, un cambiamento: apparentemente è la preoccupazione per la bambina a spingere il padre a modificare la sua vita, a lasciare l’ufficio e a chiudersi nell’auto parcheggiata davanti alla scuola, facendo trascorrere in quel luogo i giorni e i mesi, in realtà questa scelta risponde a un bisogno tutto egoistico di interrompere un vita di cui solo in quel momento l’uomo sente la totale insufficienza e la mancanza di senso.
La critica che più spesso è stata sollevata a questo romanzo è il fatto che ci sia poca azione. In effetti il libro si apre in modo molto movimentato (il salvataggio di due donne che stavano annegando da parte del protagonista e del fratello) per poi diventare in un certo senso stagnante. Dopo la morte della compagna il protagonista si barrica sulla sua auto parcheggiata davanti alla scuola della figlia, sconvolge le regole più comuni di buonsenso. L’automobile diventa l’ufficio, la casa e il luogo della riflessione. Là riceve colleghi, superiori e amici che nel goffo tentativo di dare conforto al protagonista, finiscono con il riversare addosso a lui tutte le proprie ansie. E' nella descrizione di questa umanità malata che brulica attorno a Pietro, che sta la grande abilità di Veronesi, il quale gode della capacità di descrivere tipi umani molto diversi tra loro, di grande maestria nella caratterizzazione psicologica. E' qui che sta la forza del libro.
Caos Calmo di certo è segno di una ricca esperienza umana e di notevole maturità letteraria. Un libro piacevole, affascinante. Mi ha portata a riflettere e pormi molte domande, soprattutto su cose che ho sempre dato per scontate.
Un buon libro secondo me più che dare delle risposte dovrebbe far scaturire delle domande. Allora questo è davvero, a mio parere, un buon libro!!
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veramente un bel libro
Provai a leggere questo libro quando uscì, senza riuscire ad arrivare neanche a metà... mi pereva molto noioso..
L'ho ripreso in mano solo adesso per leggermelo tutto d' un fiato, quindi, credo che bisogna essere dello stato d'animo giusto per iniziarlo. E' un libro improntato molto sull'introspezione non ci sono colpi di scena nè particolare movimento ma se si riesce ad entrare nei pensieri del protagonista diventa tutto più affascinante
.Pietro non riesce a soffrire, vive in uno stato di equilibrio istabile.Quando ci si trova di fronte a piccoli problemi risolvibili le persone hanno reazioni anche troppo spropopsitate, ma di fronte a tragedie,a fatti non risolvibili la nostra mente si ferma, non ha reazioni nonostante si trovi nel caos più completo.Ma come dice il titolo è un caos calmo.
Bellissimo libro .
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Introspettivo
Un libro difficile da leggere perche' molto statico e privo di azione ma che alla fine mi e' piaciuto per la capacita' di analizzare il comportamento di un padre , nel quale un po' mi sono immedisimato. Un opera sicuramente di maturita' e con alcune riflessioni veramente importanti sulla vita sulla sofferenza e sulla morte....forse un po' disperante in alcuni punti. Sicuramente da leggere e meditare.
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Libro e film
Il libro e il film. Distanziati di un anno. Il libro è di quel genere che piace a seconda del periodo che si sta attraversando, della condizione umorale e ormonale, insomma. Un anno fa non avevo voglia di leggere classici russi e mi lasciai coinvolgere per una paio di giorni da Pietro Paladini alle prese con il suo torpore emozionale davanti alla scuola della figlia, dalla moglie Lara morta senza aver il tempo di togliere le infradito, servire il melone, stilare la lista delle ultime volontà - tra cui gli invitati al funerale - e cancellare la posta in uscita, dai personaggi secondari, stereotipati, ma ben descritti. Irreale, il libro, però fluido, piacevole. Come si dice, senza infamia e senza lode. Il ricordo di quella lettura è accompagnato da una catena di piccole coincidenze e insignificanti dettagli che da quei giorni si sono susseguiti. Superando forse le intenzioni dello stesso autore, ho usato per caso il libro come chiave di lettura del mio passato prossimo. Intendiamoci, l'ho fatto in maniera del tutto involontaria, ma andando a cinema mi è apparso evidente. In che senso? Nel senso che ho assistito alla proiezione del film, che non mi è piaciuto, con una sensazione di pienezza a me estranea. Evidentemente, di nuovo, non è la pellicola ad essere causa di emozioni, bensì solo un pretesto. Se non avessi letto il libro, non avrei capito nulla del film. Se non avessi visto il film, le immagini evocate dalle pagine del libro, di personaggi e ambientazioni, le avrei ugualmente conosciute. In sintesi, il regista ha scelto gli attori con maestria, dato che corrispondono perfettamente all'idea che di essi ha il lettore, ma poi ha giocato come può fare una bambina con le sue Barbie. Li fa parlare e interagire in maniera schematica, quasi stesse cercando di fare una sintesi puntuale del testo, facendo attenzione a non aggiungere nulla, anzi omettendo qualunque flusso interiore, con il risultato che la incapacità di elaborare il lutto dei familiari di Lara è, se possibile, amplificata. Gli attori sono bravi, non è questo il punto, ma pare che qualcuno tenga loro le redini, per star certo che non vadano oltre lo schermo, che non raggiungano lo spettatore. Comodamente seduta, pensavo che il mio genere di caos avrebbe i titoli per essere calmo, che la staticità è roba dell'altro mondo, che in un anno ho accumulato una varietà di stati d'animo tale da poter andare in letargo. Ma non ne ho voglia. Lieta di avere ancora un po' di tempo per servire il melone, ho pensato che al posto della foto sulla lapide mi renderebbe più giustizia una cornice digitale, giusto per creare un po' di movimento. Ci ho dormito su. E al mattino ho fatto un giro in macchina con Yell fire! di Michael Franti and Spearhead sparato al massimo. Ha funzionato: l'ascolto ha piegato la logica dei semafori a mio favore, ha fatto vincere il sole sulle nuvole, ha azzerato il già latitante senso del dovere, facendomi parcheggiare a Largo 2 giugno e salire sul bus navetta per andare in centro. Peccato tornare a casa e trovare le parole di don Nicolò Anselmi, della Cei, scandalizzato per la scena più irrilevante del film (non ha neppure apprezzato che nel film Pietro fosse sposato e non convivente).
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Caos calmo
Un pò schiacciato dal gran parlare che se ne fa, anche grazie al film (non lo ho visto, e non ne posso dire, ma sta andando bene), ho preso Caos calmo di Sandro Veronesi (in ritardo di due-tre anni, certo)
Ero stanco la sera che lo ho aperto per iniziarlo. E anche un pò prevenuto (a volte, sulle cose di cui si parla parecchio, mi succede).
Bè, le prime cinquanta pagine sono filate via in un attimo, e questo mi avviene raramente.
La storia di un uomo cui capita un evento traumatico come la morte della compagna, tra pochi giorni moglie. Il giorno in cui si sarebbero dovuti sposare, c'è il suo funerale. L'evento porta il protagonista a riflettere sulla vita, sui rapporti con gli altri, con la sua bambina soprattutto.
Di queste prime cinquanta pagine l'inizio è folgorante, con il salvataggio di una sconosciuta dall'affogamento e trovo bellissima la scena in cui descrive l'uscita da scuola dei bambini.
Non sono certo io che devo far scoprire Sandro Veronesi, che è un grande autore, ma se a qualcuno fosse sfuggito il libro, come a me, mi sento di consigliarlo.
Per chi ama scrivere, mi piace citare questa sua frase:
“ La ragione per cui scrivo la conosco.
Scrivo perché mi è necessario, è una cosa mia, una funzione ormai obbligatoria del mio cervello e del mio corpo, come dormire, come sognare.
La ragione per cui scrivo quello che scrivo, invece, di volta in volta mi è ignota: ma arrivare ad affermare questo, per me, è stata una conquista. ” ( Sandro Veronesi )