Canti del caos
Letteratura italiana
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Ai confini della comprensione
Un inquietante thriller? Un affascinante romanzo d'avventura? Un giallo psicologico? Un saggio storico? Non aspettatevi niente di tutto ciò, ci si addentra in un'altra dimensione letteraria e narrativa; uno stile innovativo, un flusso di coscienza allo specchio, un'esplosione narrativa che lascia attoniti ma, allo stesso tempo, incuriositi nella ricerca indirizzata a scoprire cosa l'autore vuole comunicare.
“Canti del caos” è un tomo di oltre mille pagine facente parte di una trilogia (o saga?) definita “dell'eternità” o “degli increati”di cui esso è il secondo in ordine cronologico; avendo già letto il primo della trilogia “Gli esordi”, posso affermare, a parer mio, che l'attuale romanzo può essere letto in maniera autonoma in quanto non è necessario conoscere il contenuto del primo romanzo.
Parliamo appunto del contenuto: una narrazione, come scritto prima, a dir poco esplosiva, fuori da ogni canone e stereotipo cui il sottoscritto è abituato anche avendo letto migliaia di libri affrontanti variegati generi e ambientazioni. Gli argomenti affrontati possono disturbare per certe situazioni ai confini dell'accettazione cerebrale o, meglio, delle regole che la nostra civiltà impone.
L'autore parla in prima persona, poi tramite i suoi innumerabili personaggi che appaiono grotteschi, esilaranti, fuorvianti, inverosimili, orrendi, folli al di là di granitiche concezioni intellettuali. Avvenimenti improbabili, fantasiosi, rivoltanti che fanno precipitare nei meandri vorticosi e oscuri delle nostre pulsioni rimosse, dei nostri pensieri inaccettabili, di tutto ciò che saremmo potuto essere ma così non è stato a causa di un “CAOS” primordiale cui tutti noi siamo una risultanza non voluta, non programmata, non architettata a dovere.
Ci si domanda: PERCHE'? La risposta non esiste neanche facendo le più acrobatiche elucubrazioni mentali; non siamo ancora preparati, possiamo solo immaginare ma senza soluzione adeguata.
Il romanzo può apparire pesante, spesso illeggibile, più volte si è tentati di abbandonarlo e nasconderlo; vi invito, se avrete pazienza e tenacia, di leggerlo, di farvi un'opinione in merito, di valutare le circostanze e le molteplici situazioni al limite della comprensibilità.
Una sfida al post moderno, una sfida contro noi stessi!
Indicazioni utili
i canti del caos
I canti del caos, rappresentano un'opera originale che si prefigge l'ambizioso compito di svelare il caos del mondo, di una umanità fatta da personaggi grotteschi e surreali (ma quanto surreali e quanto più reali di quanto possiamo immaginare?). Al di là della trama, che si snoda intorno ai temi della pubblicizzazione di tutto, anche di Dio, e dell'ambiente della pornografia, sono le caratteristiche dei personaggi a incuriosire il lettore, che si trova a riflettere su quanto di "vero" ci sia nelle vicende spesso assurde, violente, surreali che pagina dopo pagina accadono. L'autore dell'opera è il Matto, che si trova a lottare con il proprio editore il Gatto per non perdere il proprio ruolo di narratore, così l'autore stesso entra nella trama del libro e anche il lettore si sente partecipe della storia, come se stesse inventando insieme ai personaggi l'evolversi della storia. la Musa, la Meringa, Pompina e Ditalina, la donna che urla, l'Inseminatore, i trampolieri e i rollers, l'art e il copy, la ragazza con l'assorbente e quella con l'acne e molti altri personaggi contribuiscono a descrivere, generare e inglobare sè stessi e il lettore nel caos.
L'impressione che ho avuto, dopo aver finito i canti del caos, è stata una sorta di visione altra del mondo che mi circonda, la visione moreschiana che guarda oltre l'apparente ordine, quiete, staticità della nostra società per scovare il caos, il rumore, il movimento. Caos che è anche caos interno, descrizione delle forze conflittuali, oscure, spesso violente che agitano gli spazi più profondi della psiche.