Cani, camosci, cuculi (e un corvo)
Letteratura italiana
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La strada giusta
Leggere un libro scritto da Mauro Corona è sempre un’esperienza esaltante perché come ben pochi autori riesce a mostrarci la vita nella sua spesso cruda realtà, indicandoci nel contempo, senza imporcelo, il senso da dare alla stessa. La sua è una scrittura semplice, piana, ma di straordinaria efficacia e ha il dono dell’immediatezza, poiché chi legge resta avvinto da subito, dalle prime righe. È il caso anche di questa raccolta di racconti intitolata Cani, camosci, cuculi (e un corvo), un bell’assortimento di animali in cui però predominano i primi, gli inseparabili amici dell’uomo che tuttavia, a volte, hanno da temere i rispettivi padroni, dovendo patire gli sfoghi di uomini abbrutiti dalla vita e dall’alcol. Eppure i fidati “quattro zampe” restano protagonisti indiscussi, con il loro istinto che li porta a prevedere la caduta di una valanga, o con il disamore per il padrone che li ha feriti nell’aspetto relazionale, al punto di cercare la morte. Su tutto domina la natura, incombono le montagne del luogo natio dell’autore, in una serie di visioni a volte bucoliche, a volte drammatiche, ma non c’è da meravigliarsi, perché Corona è veramente bravo nel descriverci la realtà del mondo di cui siamo parte e che a volte può sembrare amico e altre nemico.
È indubbiamente presente il risultato di un animo poetico che ha la capacità di incantarsi ed incantare di fronte a un’alba o a un tramonto, ma c’è anche la consapevolezza che è ormai indispensabile ritrovare quel rapporto con la natura che la società attuale sembra aver smarrito, ingannata dalla falsa chimera di un benessere che si intende misurare solo in guadagni di denaro.
Il rispetto per il mondo che ci circonda, per gli animali che lo abitano è tale che Corona si lascia affascinare perfino dalla danza delle vipere, bestiole utili, che ci mordono solo se calpestate. In questo concetto sembra quasi volerci dire che se esistono questi serpenti un motivo ci deve essere e loro, come tutte le bestie, non sono né buone, né cattive, non hanno la possibilità di avvalersi del libero arbitrio, insomma sono semplicemente così, a differenza di non pochi uomini che possono celare un’indole feroce, pronta a venire allo scoperto magari anche solo per arricchirsi un po’ di più.
Devo ammettere che il messaggio di Corona è uno di quelli che affascinano, ma che non ha, a differenza di molti altri, l’inconcretezza dell’utopia, e che invece é realizzabile, basta che lo vogliamo ed è proprio lui, l’autore, che con la sua esistenza e i suoi scritti, ne è la dimostrazione vivente.
Da leggere, pertanto, anzi mi permetto di consigliarne l’adozione fra i testi scolastici, affinché i giovani possano comprendere quanto non hanno capito tanti adulti che vivono in un’avvilente rincorsa dietro al nulla.
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Cani, camosci, cuculi (e un corvo) – Commento di B
Da un autore anticonvenzionale come Mauro Corona (“A differenza di grandi autori del passato - Roth, Pessoa, Hemingway eccetera - io non riesco a scrivere una sola parola da ubriaco. Riesco solo a fare casini, quando ho bevuto, qualche volta anche casini seri”), una raccolta di racconti che ho amato tanto.
Le storie hanno per protagonisti animali, principalmente cani, e la natura in generale.
La natura è armonia: “Lassù … a millecinquecento metri di quota, circondato da pini, larici, abeti bianchi e radure dove di notte bisbigliavano gli spiriti dei boschi, era sicuro di trovare l’armonia che cercava da tempo e che aveva perso per far soldi”. Ma non viene vista in senso idilliaco. I racconti di Corona hanno talvolta la bellezza cruda e selvaggia dei quadri di Ligabue (“Poi ci dedicavamo alle vipere. Ne avevamo prese cinque. Portavamo a casa anche il corpo perché, tagliata la testa, spellate e pulite, le mangiavamo fritte nel burro”) e la purezza delle civiltà ancestrali (“Il bracconiere Bartolomeo … uno che per avere coraggio mangiava crudo il cuore dei camosci “).
Gli animali dimostrano una sensibilità straordinaria e premonitrice (“… gli animali di quelle zone disastrate, poco prima della tragedia, davano segni di nervosismo, paura, angoscia e, in certi casi, addirittura terrore”).
Nei racconti l’autore trasfonde una civiltà rurale e montana, con le sue contraddizioni (“Casomai la valanga avesse spazzato la casa, salvava il maschietto che portava il sangue del casato. A quei tempi era così, le donne contavano poco, potevano benissimo finire nella valanga”) e la sua saggezza (“Uccidersi, tirar giù noci e spalar neve sono cose inutili. Basta aspettare e vengono da sole”).
Così si susseguono storie di cani abbandonati, di animali fedeli, di una volpe adottata, di un cane che mordeva in continuazione … tra slavine, valanghe e nebbie assassine.
Un libro che non può mancare a chi ama la natura e a chi vuole sentire il grido d’allarme di un artista.
Bruno Elpis
Sul mio sito (www.brunoelpis.it), nella sezione "Recensioni", trovate questo stesso commento in "versione wwf"
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Storie e natura da ritrovare
Per fortuna che Mauro Corona,quando ha scritto questo libro, era"stufo di case,stanze e porte chiuse"! In effetti leggerlo è come respirare a pieni polmoni aria fresca e pura, riposando gli occhi con tanto, tanto verde e sentendo in sottofondo rumori di boscaioli al lavoro e cinguettio di uccellini... Queste sono storie all'aria aperta, che ci parlano di animali, persone, leggende e ci trasportano nella magica atmosfera di natura e amicizia che resiste nel tempo, senza bisogno di parole o particolari sforzi. Il tutto permeato da un innato amore per gli animali , espresso pienamente, ad esempio, quando dice che "qualsiasi animale, anche una gallina, è importante per chi trascorre gli anni in solitudine". E la storia di "Icio e i cagnetti", questo omaccione che va in giro sotto la pioggia con una borsa piena di cagnolini per consegnarli a un amico che stava in una valle vicina (quando c'era chi l'aveva consigliato, sbrigativamente, di disfarsene), beh... è una storia che fa commuovere e sperare. I personaggi, anzi, le persone di cui ci parla Corona sono forse lontano dalla nostra realtà quotidiana, ma sono molto vicine al nostro cuore.