Caffè corretto
Letteratura italiana
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Tra cucina e letteratura
Paola Gula, dopo il meritato successo di Favola Imbandita e La cantina dei tre lumi spenti, torna in libreria con un nuovo, avvincente, romanzo intitolato Caffè corretto. Un romanzo che ha una ambientazione in terra piemontese, tra Garessio, il Mindino e il Castello di Casotto, ma non solo. L’autrice dimostra, con perizia e metodo, di conoscere molto bene queste terre e i loro abitanti, con i loro pregi e i loro difetti, per cui:
“Il cuore è nella mia terra. Il Piemonte? Sì. (…) E un piemontese non parla della propria terra, se la ama? Siamo un popolo strano. A volte sembra che mostrare i nostri sentimenti ci faccia apparire deboli.”
I protagonisti che animano questo romanzo sono, in primis, Luca Fanti, scrittore in rapida discesa, che non riesce più a scrivere nulla. E Silvia Giano, una bella ragazza, che gestisce uno strano bar, detto Baretto, dove si consumano i peggiori caffè della città. E allora perché tanti clienti? Per Silvia, ovvio,
“La Silviadel bar, quella oca sexy aveva sempre giocato al gatto con il topo con i suoi clienti che se la bevevano con gli occhi e vivevano in un perenne stato di adorazione.”
Ma lei è proprio così superficiale? Cosa fa alla sera quando torna a casa, e trascorre ore ed ore al computer? E dove va di notte, vestita di nero, coperta da un cappuccio, di fretta e furia? Come, le rispettive vite, quella di Luca, scrittore mancato, e Silvia, falsa oca giuliva, si uniranno e come? Qual è la linea segreta?
Tra Roma e il Mindino si dipana una vicenda sorprendente, che unisce l’amore per la letteratura e per i libri, all’amore per il territorio e per le sue peculiarità enogastronomiche. L’autrice si dimostra particolarmente abile nelle descrizioni delle ambientazioni e nella cultura enogastronomica, infatti, dove eccelle per passione e precisione. Ad esempio quando parla del vino:
“Prese il bicchiere con il gambo come le aveva insegnato lui e lo portò alla bocca. Si bagnò le labbra come promesso, ma non le bastò,e ne bevve un piccolo sorso. Scivolare. Si, scivolare era proprio la parola giusta, ma appena sentì sulla lingua la suadenza del vino, i profumi che aveva percepito fino a quel momento, le esplosero in bocca con una forza e una persistenza che non aveva mai conosciuto.”
Ne scaturisce una lettura per gli amanti del buon cibo e per le storie costruite con sapienza e perizia letteraria. Una trama ben costruita completano il quadro di un romanzo di qualità e di ottimo costrutto narrativo. Alla prossima avventura, un mix di cucina e letteratura da gustare in profondità!