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Brucia l'origine

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Da quattro anni Gabriele Bilancini non tornava a casa. Casa è il quartiere Tuscolano a Roma, dove è nato e vissuto insieme ai genitori, la sorella e una compagnia di amici inseparabili. Oggi Gabriele abita a Milano ed è tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo. È uno che ce l'ha fatta: l'esempio perfetto di come si possa essere artefici della propria sorte. A credere in lui e a lanciarlo è stato Franco Zardi in persona, un guru del design mondiale, che ha riconosciuto in Gabriele la grazia del talento. Da quel momento, la sua vita si è trasformata, ha preso a correre a un ritmo frenetico alimentandosi di adrenalina e soddisfazioni, non ultima l'incontro e l'amore con Camilla, la figlia di Zardi. E ora, dopo quattro anni, torna. A casa tutto è rimasto identico, a partire dalla vita dei suoi amici, come se il tempo non fosse trascorso, stesse abitudini, stesse giornate - al posto della scuola il lavoro - che si concludono ai tavolini del bar del sor Antonio. L'abbraccio in cui lo avvolge il suo passato è la cosa più dolce e al contempo soffocante che potesse ricevere e lo costringe a prendere atto della frattura che lo abita. "Si vergogna della sua famiglia, della terra che lo ha allattato. Nel mondo che frequenta ora, quello dei ricchi, la nasconde come si nasconde un peccato. Da una parte le sue origini, dall'altra Milano e il suo presente di alto rango." Quella che ha spinto Gabriele a disegnare è una passione vera, bruciante, su cui lui ha puntato tutto, uscendone vincitore. Eppure, una volta realizzato, il sogno non dà la felicità attesa.



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Brucia l'origine 2025-04-14 05:50:26 68
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68 Opinione inserita da 68    14 Aprile, 2025
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Passato e presente

Dopo quattro anni il ritorno alle origini, da Milano a Roma per riabbracciare amici e famiglia, un tuffo in un luogo vissuto dentro, ricordi sfociati in nostalgia, il dolore di un senso di non appartenenza tra passato e presente, un’ identità celata anche a se stessi.
Chi è Gabriele Bilancini, oltre che uno dei dieci designer più quotati al mondo, perché non si sente a suo agio in una terra che lo ha visto nascere, in una famiglia di umili origini che tale è rimasta, è lui a essere cambiato, per sempre, emigrato per coltivare un sogno, il disegno, per vivere il successo, essere altro.
La stessa casa, gli stessi amici d’ infanzia, spazi allargati sopravvissuti al ricordo, Gabriele si sente spaesato, solo, in un luogo non luogo, soverchiato da un senso di non appartenenza.
Quale identità gli appartiene, perché nasconde il proprio passato in un presente fatto di altro, che cosa ha da spartire con chi è rimasto, con chi fatica a riconoscere, come affrontare sguardi e pregiudizi?
Vite antitetiche a confronto, la rassegnata semplicità di gesti e parole, il potere di fama e denaro, un senso di imbarazzo vissuto dentro, l’ idea di non meritarsi completamente la condizione raggiunta, l’ impossibilità di aprirsi a chi si ama.
Eppure, in una sospensione temporale che rievoca un passato lontano, ripercorrendo i luoghi della propria storia, Gabriele sa che una parte di se’, oltre l’ affetto di amici e famiglia, è rimasta in quel quartiere Tuscolano in cui è nato e cresciuto, ma anche che il suo sogno risiede a Milano, come l’ amore e la vita di alto rango.
Oggi si ritrova nel mezzo, imbevuto di rabbia e di sensi di colpa, nascosto a se stesso, tralasciando la verità, in lotta con la propria coscienza, temendo il giudizio degli altri, abbracciando menzogne e silenzio, coltivando il tradimento, verso tutti.
Un passato incancellabile in un presente troppo diverso per essere compreso, corroso dal senso di colpa, perché vergognarsi delle proprie origini, confondere l’ amore con la bellezza e l’ eleganza, vivere i sentimenti come qualcosa di osceno?
E allora, in uno stato di non ritorno non gli resta che stare sospeso in quegli … interstizi di luce … quando …la fragilità dell’ infanzia torna a vivere senza vergogna...
Eppure ogni parola che sente, pronunciata dagli amici di sempre, riflette tutto ciò che non è stato e mai potrà essere, e allora si arrabbia con se stesso, il vero io e la parte più pura di se’ rimasta …nell’ infinito parco degli acquedotti…, negli amici di sempre, nell’ amore incondizionato della madre, nella remissiva saggezza paterna, nella dolce fragilità della sorella.
C’è il rischio di rimanere senza terra, senza mondo, auspicabile una miscela di passato e presente.
Per un momento Gabriele è attraversato da una sensazione di indefinita piacevolezza, da confessioni inconfessabili, gustando la libertà del vero se’ in un tempo senza tempo che declina rapidamente in un dolore senza nome, esito di tutto ciò che lo sta attraversando.
Un romanzo dai toni aspri e dai tratti gentili, che abbraccia origine, identità, senso di appartenenza, un dialogo con il proprio io in mezzo agli altri, tra dubbi e crepe interiori.
Che cosa determina quello che siamo, il luogo natio, le frequentazioni d’ infanzia, l’ amore ricevuto, l’ esperienza, il desiderio, la rinuncia, il sogno, un equilibrio tra le parti?
Che cos’è casa e cos’è amore, come affrontare il dolore, la perdita, il ricordo, la speranza?
L’ autore, a questo proposito, si affida ai personaggi e all’ intensità della trama, a voci, emozioni, sentimenti, a luoghi viventi in frammenti di vissuto, alla vivacità di gesti e parole, al rimuginio dell’ interiorità , la ricerca identitaria un mare in tempesta, il proprio io una miscela di passato e presente da coagular.

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