Borgo Propizio
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 6
Una trilogia davvero simpatica e piacevole
Recensione
Gradevole,scorrevole,autentico e armonioso questo romanzo. Un Borgo che ci fa pensare a qualche sperduto e dimenticato paesino di provincia,il quale invece pullula di vita propria. La struttura del romanzo ci rende partecipi della storia: veridicità e sapore di altri tempi ci immergono nel sapore di principi e valori quasi ormai perduti. Mariolina e Marietta, due sorelle destinate a restare zitelle a vita; Belinda che sentendo il proprio lavoro sempre più stretto e inadatto a lei, riesce ad esaudire il suo sogno di aprire una latteria; Ruggero, da sempre perenne sciupa femmine, riuscirà a trovare l’amore della sua vita. Questi ed altri personaggi che l’autrice ci presenta nella loro particolarità, la quale ce li fa sentire più ironici e vicini; un altro personaggio silenziosamente attivo, idolo di tante signore vecchie e giovani è Gianni Morandi. Sembra che l’idea vincente del romanzo e dell’apertura della latteria di Belinda scaturisca dal famoso singolo del cantante “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte’’. Di tutto il romanzo mi sono rimasti impressi alcuni versi “Belinda veniva trasportata, attraverso una dolcissima via lattea, su un universo parallelo dove si sentiva molto, molto a suo agio”. Ecco da qui si comprende quanto la scrittrice voglia farci capire come Belinda si senta a suo agio in un semplice negozio, ritrovo della semplicità delle persone e della vita comune. Non sceglie un qualsiasi settore di attività alla moda, ma aprire proprio una latteria, è un ritorno al passato e al sapore materno, che rende proprio questa bevanda intramontabile. Un romanzo che sottochiave ci vuole regalare ancora fiducia e speranza, vuole dimostrarci che anche se in un paesino di provincia esisteranno sempre malelingue, dicerie, invidie ed equivoci, questo piccolo borgo invece sarà ‘propizio’ e ci mostrerà un lato ancora positivo della società italiana. Ci dimostra che ancora l’unione coesa e complice di un popolo fa la forza, nonostante qualsivoglia avversità. Una lettura assolutamente da consigliare.
Francesca Ghiribelli
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Benvenuti a Borgo Propizio
Un piccolo borgo arroccato su una collinetta piuttosto isolata.
Un manipolo di abitanti che ben si conoscono.
Diverse storie di vita che si intersecano.
Loredana Limone è riuscita ad elaborare un racconto pieno di brio, frizzante come l'aria che respirano i protagonisti, uomini e donne “comuni”indaffarati nelle faccende del vivere quotidiano; un vivere scandito da impegni di lavoro e familiari, senza tralasciare una fetta di tempo per se stessi, per le proprie aspirazioni e per i propri sogni.
Personaggi semplici, carichi di vitalità, fotografati dall'autrice con naturalezza e realismo, seppur a tratti calcando la mano su taluni difetti e caratteristiche fino a sfiorarne una piacevole caricatura.
Una rappresentazione allegra e positiva di un micromondo che non è esente dai problemi imposti dal vivere attuale, come la scarsità di opportunità lavoro, la disgregazione familiare, l'integrazione sociale, la cura dei propri cari non più autosufficienti, la solitudine; tuttavia il romanzo è pervaso da un atteggiamento costruttivo, passando da momenti di estrema serietà a momenti colmi di ilarità, intelligente e ben dosata.
E' una lettura senza dubbio godibile, le cui pagine scorrono veloci rendendoci spettatori della vita, degli affanni, delle gioie di variopinti personaggi.
Uno spaccato italiano che guarda con fiducia e un pizzico di ottimismo i rapporti sociali e interpersonali, mettendo in risalto l'esistenza di valori legati alla famiglia e all'amicizia; insomma l'autrice sembra evidenziare all'interno di questa piccola comunità, non priva di vizi e difetti, la presenza di altruismo, generosità, interscambio.
Questo romanzo costituisce senza dubbio un buon esordio, anche se a livello stilistico il lavoro dell'autrice ha prodotto un frutto ancora acerbo, che con l'esperienza potrebbe maturare sotto il profilo linguistico arricchendosi di un'impronta più personale.
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il borgo delle piccole cose
Passeggio tra le file di libri, migliaia di romanzi classici e novità letterarie in bella mostra sugli scaffali di una libreria del centro.
Una copertina in particolare attira la mia attenzione: una strada sottile, bianca come il latte, attraversa serpeggiando una campagna illuminata dal sole. Mi invita a salire verso la cima della collina, dove mi aspetta una chiesa? un castello? un borgo.
La copertina già mi invoglia a scoprire le storie che si dipanano tra i vicoli di Borgo Propizio.
Storie di paese, dove il tempo si è fermato e dove gli abitanti sono persone vive, creature originali e non anonimi numeri.
Il mio personaggio preferito è Ruggero, artigiano, imprenditore di sé stesso, capace di fare tutto, dalla manualità straordinaria e che in un’altra epoca avrebbe potuto costruire cattedrali (contendendosi magari la scena con il famoso Jack di Ken Follett). Un maschio vero, gentile e romantico, un signore, nonostante le lacune grammaticali, che sa come far sentire importante la sua donna, anziché maltrattarla come la maggior parte degli uomini del suo tempo.
Borgo Propizio è un luogo dell’anima. Qui i pericoli del progresso non hanno contaminato la spontaneità, il fascino della lentezza e dei riti quotidiani, rimasti per tutti ancora sacri.
E’ una lettura solare, delicata, divertente, ma non leggera.
Una lettura per intenditori. Per coloro che sanno godersi le sfumature della vita. Che sul comodino tengono una raccolta di poesie di Hesse, un romanzo di Dickens, un cioccolatino fondente e, naturalmente, una tazza di latte alla vaniglia.
Intenditori della lettura e delle piccole cose, che fanno bene al cuore, dicevo, non certo per pseudo-intellettuali.
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"Borgo Propizio" di L. Limone - Commento di Bruno
Con questo romanzo, Loredana Limone si è aggiudicata il Premio Letterario Federico Fellini 2012, categoria esordienti.
Borgo Propizio è un paesino come ce ne sono tanti in Italia: bellissimo (“le curve erano dolci tra le colline inghirlandate da vigne e già si vedevano le torrette del castello, romanticamente cadenti”), ma afflitto dal progressivo spopolamento.
E da una superstizione: quella del fantasma del Castelluccio.
Nonostante ciò, la giovane e caparbia Belinda decide di investire il suo futuro e di acquistare ‘la bottega’ sulla quale incombe la maledizione del fantasma per realizzarvi una latteria, che dovrebbe contribuire – come luogo di aggregazione - a rivitalizzare il borgo.
Tra tanti personaggi indimenticabili, procede una caccia al tesoro, questa volta rappresentato da una collezione di preziosi (“il bottino misteriosamente rubato sessant’anni prima al Museo di Anversa da due emulatori di Bonnie e Clyde”) realizzati da un sultano innamorato dell’idea del pittore fiammingo Robert Campin: “L’originalità di questo rubino è che, come vedete, contiene un ritratto d’uomo. Il ritratto più piccolo del mondo.”
Questo il riassunto della vicenda che l’avvocato Cesare, padre di Belinda, propone al maresciallo dei carabinieri: “Cesare fece una descrizione circostanziata dell’accaduto. Dall’asta al casuale acquisto del negozio, dall’idea della figlia di trasformarlo in una latteria alla sua ristrutturazione, di come avesse conosciuto Ruggero e della cosiddetta mappa del tesoro. Infine parlò della parure … e dell’anello con rubino … che … era adesso nelle sue mani.”
Il romanzo è ricco di intrecci e coinvolgente. L’autrice scrive con soavità e grazia, sospinta dall’amore per i paesi italiani (Borgo Propizio potrebbe essere …), sospesa tra una soffusa nostalgia per un passato artigianale e madrigalico e un futuro nel quale la speranza dipende da progetti sostenibili, ecologici e ‘a misura d’uomo’. Senza mai dimenticare che scrivere per lei e leggere per noi è anche divertimento. Perché la lettura ha divertito …
… Bruno Elpis
Sul mio sito, è possibile leggere la mia intervista a Loredana Limone. A questo link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/405-intervista-a-loredana-limone
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Latte e filati,quello che rimane di una storia
Borgo Propizio è uno di quei paesini di provincia dove ti fermi solo se per sfortuna buchi una ruota, salvo poi scoprirne il fascino e decidere di piantarci le tende per tutta la vita. Anche i personaggi che incontri nelle piccole strade fra il Castelluccio e la latteria in allestimento sono quelli della provincia italiana. Marietta e Mariolina , le due protagoniste di questo romanzo sono le tipiche "zitelle" di paese , senza i genitori, hanno affrontato la vita con coraggio rimanendo però nel guscio protettivo del loro borgo, la prima intenta a ricamare, la seconda immersa nelle scatoffie,infatti Mariolina dopo gli studi, era riuscita a far carriera presso la Casa comunale di Borgo Propizio, ma col tempo le scatoffie l'avevano stancata, desiderava un uomo ed una famiglia.La vita delle due sorelle s'incrocia con un giovane piastrellista Ruggero alle prese con l'allestimento della latteria di Belinda , giovane imprenditrice che nel latte e nei dociumi anzichè nelle noiosissime carte di Cesare, suo padre rinomato avvocato, vuole realizzare i suoi sogni.Un giorno Ruggero, lasciata la latteria dopo aver perso la testa tutta la giornata a cercare uno scatolo di piastrelle, ormai convinto del dispetto del fantasma che si vocifera abiti quei vecchi locali,nel correre col suo macchinone dall'avvocato Cesare per metterlo al corrente del ritardo che avrebbero subito i lavori s'imbatte in Mariolina e fra i due scocca la classica scintilla che nonstante, quei vecchi acidi dei genitori di lui,le serve sudamericane avide di euri, sempre di lui, le bigotte vicine di casa e le invidiose colleghe di lavoro di lei, diventerà incendio.
Ma la storia non finisce qui, perchè Ruggero troverà un anello assai antico, perchè il ciabattino suicida: il fantasma, non si da pace, perchè Cesare è ancora innamorato della sua ex Claudia e Belinda, la bellissima Ornella, Letizia...
La storia scritta da Loredana Limone è di quelle delicate e divertenti , ricorda la sceneggiatura dei film che firmavano registi del calibro di Camillo Mastrocinque o Ettore Maria Fizzarotti, negli anni Sessanta eleganti, colti e sempre con quel pizzico d'umorismo che conquista.
di Luigi De Rosa
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IL BORGO CHE REGALA IL BUONUMORE
Bello! Scritto con tono leggero e delicato, ma al contempo ironico e intelligente, BORGO PROPIZIO mi è piaciuto moltissimo. Il linguaggio, all'apparenza semplice, in realtà contiene molte delle raffinatezze di un buon romanziere. E' divertente, si legge con il sorriso sulle labbra e regala buonumore, quanto mai necessario al giorno d’oggi.
La storia – in un borgo medievale decaduto si aprirà una latteria - appare molto ben concepita, è narrata con uno stile personale e supportata da scelte linguistiche interessanti. I numerosi personaggi, le cui storie si intrecciano in un divertente crescendo, vengono tratteggiati con accortezza ed emergono gradualmente con le loro sfaccettature emotive, accompagnando mano nella mano il lettore dentro la trama: sono esseri umani completi a cui giocoforza ci si affeziona immediatamente, e questo è un vero pregio. L’intreccio, pur essendo molto articolato non risulta pesante, al contrario la struttura, così come la successione dei singoli capitoli, pare molto ben curata ed efficace. In sintesi Borgo Propizio è una storia di provincia cui non manca la poesia e l’incanto che soltanto la mano di un autore capace può dare, facendole raggiungere un livello più alto sia di valori che di significati.
Lo consiglio vivamente!